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QUANDO LA TRUFFA E’ CONFEZIONATA “SU MISURA” E’ DIFFICILE SALVARSI

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
15/05/2024
in EDITORIALI
QUANDO LA TRUFFA E’ CONFEZIONATA “SU MISURA” E’ DIFFICILE SALVARSI
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TE LO LEGGO IO

La storia – senza dubbio drammatica – riguarda una imprenditrice del Nord Italia e il suo sviluppo induce a chiedersi “com’è stato possibile?”.
Siccome “è stato possibile”, si tratta di domandarsi il “perché” un colpo del genere è andato a segno.
La disavventura finanziaria in argomento rientra tra le truffe perpetrate con l’ausilio di strumenti informatici, utilizzati – questi – per l’ingaggio della vittima e per l’induzione a compiere le azioni previste dalla dinamica criminale abilmente programmata.
In un contesto corrente di iniziative fraudolente particolarmente diffuse, non ci si trova stavolta dinanzi al classico “bidone” pret-a-porter ma è facile riconoscere una confezione sartoriale dell’azione delittuosa.
Spieghiamo anzitutto la sequenza dei fatti.
Una storica azienda “di famiglia” decide di non proseguire nella missione ereditaria, ma di affidare l’impresa ad un acquirente capace di continuare una staffetta importante per la tradizione legata al marchio, per i dipendenti, per la clientela, per l’indotto sul territorio.
La holding che scende in campo lascia a condurre i giochi una persona della vecchia proprietà, così da sfruttarne l’esperienza e da evitare sussulti organizzativi potenzialmente pregiudizievoli per il futuro della ditta.
I “nuovi” pensano ad altre possibili acquisizioni e avviano una ricerca di eventuali realtà da comprare per dare una significativa accelerazione al business.
L’atmosfera di pianificata espansione è l’habitat di molte fregature, ma non sempre l’olfatto è così sviluppato da far sentire la puzza di bruciato.
Sulla scena pochi attori. Personaggi conosciuti solo all’interno della compagnia, tutt’altro che noti fuori dal “quartier generale”. I protagonisti hanno nomi e cognomi e, visto che non c’è tutta questa folla a leggere le visure alla Camera di Commercio, solo in un certo ambito se ne conosce il rispettivo ruolo e la corrispondente operatività.
Ad un certo punto, dopo una serie di giudizi negativi sulle proposte di acquisizione formulate dall’ex padrona e in quel momento amministratrice delegata, arrivano alcuni messaggi riservati. A scriverli sono – almeno all’apparenza – soggetti cui la manager risponde gerarchicamente e funzionalmente.
Mail con indirizzi superficialmente attendibili (dr.com e usa.com) spiegano le attività da intraprendere. Chi scrive si presenta proprio con il nome di chi ha capacità decisionale, fa riferimento ad iniziative in corso certamente non di dominio pubblico, fornisce indicazioni con il cipiglio di chi sa di cosa sta parlando e con la competenza del caso specifico.
La corrispondenza è integrata da chiamate sul telefono aziendale della amministratrice delegata, utenza riservatissima e conosciuta solo nel ristretto ambito del management della società.
E’ vero che i maghi del “social engineering” riescono a entrare in possesso di dettagli che spianano la via del successo per tante malefatte, ma nella fattispecie una simile tecnica deve fare i conti con la rapidità della bricconata andata a “buon fine” in un arco temporale in cui solo chi viveva l’azienda poteva davvero sapere come colpire.
Prendendo spunto da recenti vicende interne, il misterioso soggetto – sempre particolareggiato – illustra alla vittima una opportunità di business da gestire nella massima riservatezza per non mandare in fumo un affare irripetibile. E qui scatta la trappola.
Il bersaglio della truffa viene invitata ad eseguire una serie di bonifici indispensabili per ottenere l’obiettivo di incorporare aziende con cui estendere il mercato in maniera importante.
Le comunicazioni sono serrate e il ritmo delle azioni da intraprendere è giustificato dal passo veloce che contraddistingue il mondo imprenditoriale.
La donna si consulta con un commercialista, membro del collegio sindacale della società, già capo area di una delle “big” della revisione a livello internazionale e consulente che ha accompagnato l’imprenditrice in tutte le fasi di vendita dell’azienda. La signora chiede anche la segnalazione di un legale per affrontare al meglio quel che stava accadendo, ma l’interlocutore (ritenuto fidatissimo) non ritiene ci sia necessità di coinvolgere nessuno e anzi non esita a rassicurare dicendo che è sulla strada giusta…
Difficile credere di esser finiti in un tranello…
Audit e Organismo di Vigilanza assenti. Le banche non si premurano di controllare le deleghe dell’amministratrice, non vedono il tetto massimo degli importi del suo plafond autorizzato, eseguono – con serenità e magari non nel totale rispetto della normativa antiriciclaggio – trasferimenti di denaro all’estero per qualche milione di euro…
I soldi volano verso i Balcani per poi rimbalzare chissà dove. Chi ha vissuto la sventura viene estromessa dall’azienda senza nemmeno un “processo sommario”, curiosamente senza che nessuno voglia approfondire, senza che si veda l’ombra di corresponsabilità in una condotta senza dubbio improvvida.
Colpiscono il disinteresse dell’impresa a far luce sull’accaduto, il mantenere il massimo riserbo su una truffa dai contorni speciali, forse “troppo” speciali, l’assenza di indagini tecnologicamente evolute che potrebbero fare chiarezza e magari regalare qualche colpo di scena….
Ad ogni buon conto, se ci si chiede ancora “come è possibile”, basta rileggere questo racconto che – purtroppo – non è di fantasia.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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