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DIRITTO…O BULLISMO INTERNAZIONALE?

Carmelo Burgio di Carmelo Burgio
22/04/2024
in RIFLESSIONI
DIRITTO…O BULLISMO INTERNAZIONALE?
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Nel corso degli studi universitari di Scienze Politiche e Giurisprudenza un esame tutto sommato gradevole e sicuramente meno ostico di Diritto o Procedura Civile era quello di Diritto Internazionale.

Beh, oggi, con rammarico, mi trovo a dubitare fortemente non della sua utilità, quanto della sua intrinseca essenza.

Apro il fuoco con un piccolo preambolo storico.

Nel 1939 l’Unione Sovietica di Stalin aggredì la Finlandia. Anche lì – come per l’Ucraina – fra le cause la pretesa che quel Paese fosse stato parte dell’Impero Russo fino all’uscita ignominiosa della Russia dalla Grande Guerra. Anche in quel caso l’Europa si mobilitò in aiuto dei finnici, e l’Italia inviò un po’ di caccia FIAT G-50 e altro. Anche in quel caso gli aggrediti resistettero a lungo – non come l’Ucraina – e bene. Nessuno comunque dichiarò guerra all’Unione Sovietica per quell’evidente violazione della pace, e del Diritto Internazionale.

Poco dopo la Germania nazista aggredì la Polonia e Francia e Gran Bretagna le dichiararono guerra. Nello stesso giorno anche Stalin aggredì la Polonia, occupandone l’altra metà, e già che c’era invase le tre repubbliche baltiche: Estonia, Lettonia e Lituania. Nessuno gli dichiarò guerra, credo non se ne siano accorte né la cugina d’oltralpe, né la “perfida Albione”.

Quando la Cina invase il Tibet nessuno ebbe da ridire, ma quando la Corea del Nord invase quella del Sud l’occidente accorse in aiuto.

In seguito all’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq di Saddam Hussein, una gran coalizione intervenne per randellarlo. Nessuno si sognò di discutere l’invasione statunitense di Grenada e del Panama. E nessuno si è sognato di muover guerra alla Russia quando ha invaso l’Ucraina.

Analizzando questi, e altri episodi, se ne desume una costante: se chi invade proditoriamente è grande e grosso, a parte le chiacchiere non si scende in campo “boots on the ground” contro di lui.

Cosa è il Diritto? Un complesso di norme che regolano l’esistenza di una collettività e consentono ad un consociato debole di essere protetto da un prepotente forte, almeno in teoria. Ma vi sono un giudice per sentenziare e un policeman per ricevere la denuncia, investigare, arrestare.

Questi due organi mancano nel contesto internazionale, o intervengono solo contro il debole o presunto tale.

E allora la convivenza fra stati è regolata da un diritto o dal bullismo più elementare? Se non vi è alcuno cui rivolgersi in caso di soprusi, o se colui – l’ONU – che diceva di essere nato per impedire atti di bullismo, li consente a chi è forte, esiste davvero un Diritto Internazionale? O non sarebbe meglio ammettere che la possibilità di vedere tutelati i propri interessi dipenda dalla maggiore o minore potenza dell’aggressore e dei propri reali alleati, ove per tali s’intendono quelli che davvero si armeranno e partiranno, non gli altri. Quelli delle Conferenze di Pace, quelli che si offrono per “facilitare il dialogo”, quelli delle mozioni dotte e un po’ utopistiche.

Insomma, quel Diritto Internazionale che doveva scongiurare e proscrivere i conflitti, esiste?

Da ciò che accade siamo ancora in tempi per bulli.

 

 

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Carmelo Burgio

Carmelo Burgio

Dopo 4 anni presso la Scuola Militare Nunziatella e 2 in Accademia Militare, è stato nominato sottotenente dell’Arma. Ha quindi diviso la propria esperienza militare fra carabinieri paracadutisti – 11 anni, oltre 700 lanci, tutti gli incarichi di comando dal plotone al reggimento – e Arma territoriale – oltre 16 anni fra Sardegna, Trapani, Caserta, Messina e Roma – divertendosi molto. Sfuggito al rischio di farsi internare in uno Stato Maggiore, ove a dispetto di Scuola di Guerra e Istituto Alti Studi della Difesa, ha trascorso solo 3 anni, è stato colpito da limiti d’età – senza riportare troppi danni – a giugno del 2022. Non riesce a spiegarsi come abbia potuto concludere il percorso reggendo il comando delle Scuole dell’Arma, dell’Interregionale Culqualber (Sicilia e Calabria) e Podgora (Lazio, Toscana, Umbria, Marche e Sardegna). Ad ogni modo è accaduto e cosa fatta capo ha. Ha preso parte alle missioni all’estero in Libano, Bosnia-Erzegovina, Albania, Iraq e Afghanistan. Decorato di Croce dell’Ordine Militare d’Italia, med. di Bronzo al Valore dell’Arma, Croce d’Oro al Merito dell’Arma, 2 Croci di Bronzo al Merito dell’Esercito e paccottiglia varia, anche d’oltralpe e d’oltre Atlantico, è riuscito ad evitare cavalierati maltesi, sansepolcristi, vaticani primi e secondi, gregoriani, accontentandosi di quello repubblicano italiano. Scrive per il Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri e per la rivista “Secondo Risorgimento” dell’Associazione Naz. Combattenti Forze Armate della Guerra di Liberazione. Ha redatto una trilogia – meno famosa di altre – sulla specialità dei Carabinieri Paracadutisti, e un saggio su Nassiriyah. Inoltre ha già dato alle stampe qualcosa su un paio di brigate di fanteria, sugli alpini bresciani, sui loro dirimpettai valtellinesi, e sui misconosciuti Dragoni di Sardegna, veri antenati dei Carabinieri Reali. Si ritiene un uomo libero di dire – nel rispetto del codice penale e del prossimo altrettanto rispettoso – ciò che gli aggrada, senza etichetta, che del resto risulterebbe difficile ad appiccicarsi a causa della propria superficie rugosa e accidentata.

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