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OMELIA PER SANREMO

Ferdinando Scala di Ferdinando Scala
09/02/2024
in RIFLESSIONI
OMELIA PER SANREMO
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TE LO LEGGO IO

In una stanca serata di febbraio, l’italiano generico medio che ancora guarda la televisione generalista ha la consunta consuetudine di guardare Sanremo, autodichiarato festival della canzone italiana. Un evento che nella miglior tradizione della televisione pubblica nasce come pezzotto di qualcos’altro, cioè del ben più prestigioso ed artisticamente valido Festival di Napoli.

Ora che decenni sono passati dal trasferimento morale in terra ligure di ciò che resta della musica nazionale e una volta colta e profonda, ciò che ne resta è il catafalco del tempo che fu, con liturgie programmate cui l’audience risponde con lo stesso entusiasmo delle bizzoche che ad ogni chiamata del sacerdote rispondono ora pro nobi in un latino discutibile.

Il mondo è andato avanti rispetto al Festival ed al suo grembo ospitante, una RAI che ormai ha le fattezze dell’ospite involontario, dal ventre del quale Sanremo esce una volta all’anno, come l’Alien di buona memoria. I servizi streaming la fanno da padrone per l’intrattenimento, e specie nelle giovani ed impazienti generazioni del contenuto on demand, sono rari quelli che hanno voglia di sciropparsi dieci minuti di pubblicità ogni quattro o cinque canzoni.

Ma comunque il Festival, come il corpaccione televisivo che parassita, si regge sul denaro che quell’esproprio ex lege chiamato canone opera ai danni degli involontari cittadini. E i soldi di quell’esproprio distribuisce in cachet da decine di migliaia di euro a personaggi che avrebbero probabilmente difficoltà a trovare lavoro altrove, in quanto senza talento, poco capaci o bolliti.

Saltata per autodifesa la prima serata, per dovere di cronaca mi sono accodato alla seconda, esponendomi al caravanserraglio di varia umanità che si è alternato sul palcoscenico. Come al solito, le reazioni dello spettatore medio si sono divise tra “e questo chi è?” e “ma questo è ancora vivo?”.

Chi fossero i membri della folla di variegati personaggi, che andavano dal gruppo crinocromatico all’emo vestito cinque taglie più grandi, provvedevano altri personaggi dello stesso tipo. Quest’anno, infatti, si è pensato di far presentare – absit iniuria verbis – i cantanti da altri cantanti. Tizio veniva presentato da Caio che poi presenterà Tizio. L’imbarazzo dei Cai e dei Tizi, già poco valenti con un microfono tra le mani, nel dire le quattro parole necessarie, la dice lunga sul sistema scolastico nazionale.

L’unico raggio di luce è venuto dalla ormai matura Giorgia, che da par suo, con la voce stellare che la contraddistingue pure a mezz’età arrivata, ha scacciato sul fondo buio del Teatro Ariston i pipistrelli tatuati che avevano imperversato fino a quel momento. Ho detto un raggio di luce, ma in realtà due, anche se il secondo è malinconico.

Giovannino Allevi, anima bella e cuore di bambino, ha fatto tremare i cuori di affetto con il candido racconto della sua lotta contro il male che lo attanaglia. Le sue dita incollate al piano, in mezzo a qualche tenera incertezza, sono valse il prezzo dell’insulsaggine precedente e seguente. E accanto alla tenerezza, allo spettatore consapevole resta la triste gioia di averlo visto esibito come un monumento al dolore, mentre gli oscuri contafagioli calcolano quanto share sono valsi i suoi minuti sul palco.

Passate le folle improbabili, passati i raggi di luce e le pubblicità fiume che ti ricordano perché sono anni che non guardi più la televisione generalista, arriva l’annuncio di Romagna mia. È troppo anche per il volenteroso giornalista, che sotto la minaccia del fantasma del fu Raul Casadei e delle balere al lambrusco di cinquant’anni fa, decide che è il tempo di scappare nuovamente verso il sicuro rifugio dello streaming.

E bene ha fatto, perché proseguire nella visione della serata avrebbe comportato la visione del mitico John Travolta ormai pelato, che con evidente controvoglia e pensando al cachet si esibisce in un Ballo del qua qua che è un monumento al cringe. Sic transit gloria Saturni Noctis Febris.

Netflix, grazie di esistere.

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Ferdinando Scala

Ferdinando Scala

Ex allievo della prestigiosa Scuola Militare Nunziatella, si è laureato con lode in Scienze Biologiche nel 1995 presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi sul recupero post- incendio della vegetazione mediterranea. Nel 1996 ha svolto il tirocinio post lauream presso il CNR-ISPAIM di Ercolano, svolgendo attività di ricerca nel campo delle applicazioni del telerilevamento aereo alla cartografia ambientale. Vincitore di borsa di ricerca dell’Università di Napoli, nel 1997 si è trasferito a Montpellier (Francia), come Research Fellow presso il Centre d’Ecologie Fonctionnelle et Evolutive del CNRS. In questo periodo ha lavorato con la European Community e con l’Agenzia Spaziale Europea sull’uso delle serie multi-temporali di immagini da satellite per il monitoraggio della desertificazione in Mediterraneo (progetti DEMON II ed ENVISAT). Contemporaneamente, ha svolto attività di ricerca su immagini multispettrali da aereo per la determinazione degli stress ambientali di vegetazione e suolo in collaborazione con il Deutsches Zentrum fur Luft- und Raumfahrt di Wessling (progetto DAIS 97). Rientrato in Italia, è stato co-autore dell’Official Position Whitebook dell’Agenzia Italiana per l’Ambiente alle Nazioni Unite in tema di desertificazione. Lasciata la carriera scientifica, dal 1998 al 2009 ha ricoperto posizioni a crescente responsabilità in area Marketing & Sales per le multinazionali farmaceutiche Abbott, Menarini, Takeda, Serono, Bristol-Myers Squibb, sia in campo nazionale, che internazionale. Nel 2009 si è trasferito a Dublino, dove ha ricoperto la posizione di CRM Manager presso Allergan. Rientrato nuovamente in Italia nel 2010, è transitato in consulenza presso il Publicis Groupe, occupandosi di strategia internazionale in area Healthcare, e svolgendo incarichi in USA, Europa, Middle East e Far East. Attualmente è Strategy Director per Healthware International, con focus sul mercato Global. Esperto di Strategia digitale e Digital Health, è giudice dei Web Health Awards dal 2011. Nel decennio 2013-2023 è stato docente di Marketing & Management Farmaceutico presso la Alma Laboris Business School di Roma. Partecipa regolarmente come relatore ad eventi e congressi medici come esperto di comunicazione digitale in area healthcare. Autore di numerose pubblicazioni in Ecologia, Remote Sensing, Medicina, Digital su magazines e riviste peer-reviewed. Appassionato Editor di Wikipedia, ha fornito oltre 23.000 contributi. Storico militare, ha pubblicato sei volumi monografici, focalizzandosi sulla prima metà del Novecento. Giornalista pubblicista, è iscritto all’Ordine Regionale della Campania dal 2022.

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