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IL DEGRADO DEI CIMITERI ROMANI

Gian Paolo Di Raimondo di Gian Paolo Di Raimondo
04/02/2024
in CITTADINI E MINORI
IL DEGRADO DEI CIMITERI ROMANI
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E’ allarme degrado a Prima Porta. I cittadini continuano a “urlarlo” ormai da mesi, un degrado e uno stato di abbandono del Cimitero Flaminio di Prima Porta diventato “vergognoso” per molti romani in visita ai loro defunti. Le tombe a terra sono ricoperte di erbacce, le lapidi invase dalla folta vegetazione, nelle fontanelle non sgorga più l’acqua.

Qualche mese fa (il 23/10/2023) ho scritto su Giano l’articolo “L’uomo è nato con il culto dei morti” dove, pur mantenendo il centro dell’attenzione sul rapporto affievolitosi delle giovani generazioni con i propri morti e sulla poca frequentazione dei cimiteri, accennavo al degrado che si era sempre più consolidato nella gestione di quelli romani. Oggi voglio concentrarmi proprio solo sull’abbandono che il Comune di Roma sta attuando per i luoghi dove riposano i nostri cari defunti. Conosco il cimitero Flaminio per averci tumulato i miei genitori, non so se anche i lettori di Giano frequentino qualche cimitero di Roma per poter condividere quello che in queste due paginette voglio denunciare. Ciò che vorrei evidenziare, oltre al comportamento da “quarto mondo” delle strutture preposte ai servizi cimiteriali di questa nostra città, il completo disinteresse di tutte le gestioni del potere civile e religioso di quanto stia avvenendo. Solo i frequentatori dei cimiteri (ormai quasi solo vecchietti) sono quelli che protestano con lettere e qualche articolo sui giornali locali. Ed ecco perché voglio farlo anch’io con i mezzi che ho a disposizione.

Prima di raccontare cosa ho trovato al cimitero Flaminio qualche giorno fa, voglio riportare qualche protesta apparsa sui giornali cittadini.

CORRIERE DELLA SERA cronaca di Roma (7 maggio 2023) – Erbacce, lapidi rotte, furti: il degrado dei cimiteri romani (di Rinaldo Frignani ed Edoardo Iacolucci) – “Erba alta, lapidi rotte. Ma anche furti, borseggi. E disservizi di vario genere. L’incuria la fa da padrona nei principali cimiteri cittadini, sia al Verano sia a Prima Porta. Il cimitero Flaminio con i suoi 140 ettari è il cimitero più grande d’Italia. Proprio perché molto esteso avrebbe bisogno di una dettagliata mappatura dei luoghi, ma le vecchie mappe sono spesso illeggibili perché arse dal sole.” … “Oltre ai furti, sempre più frequenti all’interno del complesso cimiteriale, è proprio il mantenimento del verde che causa più malcontento tra i romani. Alcune tombe si vedono a malapena, altre sono addirittura immerse completamente nella sterpaglia. Insieme alla cura botanica, appare carente quella delle lapidi stesse. Molte sono rotte e lasciate al suolo. Sul ciglio di una strada c’è addirittura una foto in bianco e nero di una povera signora, proveniente dalla sua tomba spezzata. Di lei non si sanno né il nome, né la storia.” …. “Oltre alle tombe a terra, ci sono i classici loculi. Qui la situazione non è delle migliori. A terra è sporco, i rubinetti esterni per cambiare l’acqua ai fiori sono quasi tutti fuori uso e le persone che vengono a trovare i propri cari sono costrette a portarsi l’acqua da casa. Situazione simile anche per i bagni, la maggior parte dei quali inaccessibili e guasti. Anche la struttura architettonica del cimitero Flaminio è lasciata a sé stessa. I muretti che delimitano i giardini sono danneggiati. Altre pareti in marmo invece, come quelle nei pressi dell’ossario, potrebbero cadere da un momento all’altro. La cosa che però necessita di un pronto intervento è il manto stradale che presenta voragini immense. Crateri che costringono le macchine a grandi slalom, tra i viali adornati da maestosi cipressi. In risposta ai casi recenti di furto all’interno del complesso adesso si vede una macchina della vigilanza, in lontananza. Al Verano, nel degrado che contraddistingue alcuni settori, sono gli episodi di microcriminalità che spiccano. A essere prese di mira soprattutto anziane donne in visita a parenti defunti che vengono colte di sorpresa nel momento forse più delicato della loro giornata. Quando sono più indifese, in preda alla tristezza se non al dolore, si allontanano per andare a prendere l’acqua per i vasi alle fontanelle pubbliche lasciando spesso borse e borselli sulle lapidi dei familiari. Il sospetto è che vengano pedinate, adocchiate fin dal loro ingresso nel complesso cimiteriale, e quindi seguite dai ladri che attendono il momento propizio per colpirle. I carabinieri della stazione San Lorenzo, che hanno competenza anche sul Verano, ricevono denunce di questo tipo con una certa frequenza. Segno che il cimitero continua a essere comunque un terreno fertile per chi vuole commettere reati. In calo invece chi si appropria di oggetti di valore o ricordi lasciati sulle tombe, un fenomeno che invece appare sempre presente a Prima Porta, dove tempo fa si scatenò la protesta dei genitori di bambini morti perché nei loro settori sparivano perfino i giocattoli. …” Posso garantire che da quando è stato scritto l’articolo (07/05/2023) non è cambiato niente.

Ecco cosa ho trovato al cimitero Flaminio di Prima Porta nell’ultima visita ai miei defunti. Come descritto molto bene nell’articolo sopra in parte riportato, l’aspetto che contraddistingue a prima vista è l’assenza completa di un minimo di personale addetto alla manutenzione, la presenza di erbacce che invadono le strade e le tombe, la spazzatura (fiori secchi e porcherie varie) fuori dai bidoni della spazzatura e la maggior parte delle tombe attorniate da sporcizia. Con un minimo di attenzione si notano le fontanelle sporche e spesso senz’acqua e le centraline dell’illuminazione perpetua dell’Acea senza sportelli e i fili fuori a penzoloni. In poche parole salta all’occhio il senso di abbandono (infatti non si incontrano più le persone addette alla manutenzione come un tempo). Nell’ultima visita alla tomba della mia famiglia non ho trovato l’acqua, ho dovuto lasciare i fiori nel vaso all’asciutto e ho trovato che non funzionava la luce perpetua né da me né nelle tombe vicine. Ho dovuto stare una mezza giornata al telefono per riuscire a segnalare all’areti il guasto e sentirmi rispondere che forse lo sistemeranno fra un mese. Ma è possibile pagare un servizio senza poterne disporre? Dico la verità, siccome in quella casa mi ci dovrò trasferire tra poco, di questa situazione ne sono preoccupato due volte: una come cittadino romano e una come prossimo inquilino che deve passare da una casa pulita e accogliente ad un …. ovviamente non pronuncio quella parola perché non voglio fare un grave peccato offendendo un luogo consacrato.

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Gian Paolo Di Raimondo

Gian Paolo Di Raimondo

Gian Paolo Di Raimondo nasce ad Ancona il 2 marzo 1936, svolge i suoi studi a Camerino, dove si diploma nel 1955. Dopo un primo periodo lavorativo da geometra in alcuni Comuni del maceratese iniziato nel 1956 e il servizio militare come Ufficiale carrista, nel 1959 è assunto in Olivetti Bull nel settore dell’automazione aziendale e da allora partecipa all’evoluzione tecnologica dell’informatica. Nell’hardware, dai sistemi a schede perforate ai computer e nel software, dai primi linguaggi e sistemi operativi a quelli sempre più evoluti. Cresce parallelamente nella carriera, passando dall’Olivetti alla Philips e alla Siemens. In tutte e tre queste aziende multinazionali dell’elettronica raggiunge ottimi livelli manageriali: Responsabile di un settore del Marketing dell’Olivetti, Direttore Vendite della Divisione “Data Systems” della Philips e Direttore Commerciale del Distretto Centro-Sud della Siemens Data. Uscito dal lavoro dipendente nel 1987, fonda da libero professionista la CISIT S.p.A. – Consorzio Interaziendale Servizi Informatici e Tecnologie – e ne assume la presidenza che mantiene fino al 2000, Dal 2000 al 2006 è Presidente della InfoGuard S.p.A. che opera nel settore della Sicurezza informatica in collaborazione con la Cripto A.G. svizzera. Nel 2006 (dopo 50 anni di lavoro produttivo) inizia a fare il pensionato a tempo pieno, massimizzando l’attività di volontariato con la Caritas e con altre Organizzazioni umanitarie Onlus operanti nel settore della donazione del sangue e degli organi (dal 13/12/2018 è anche membro del Comitato Operativo della Fondazione Italiana Promozione Trapianti d’Organo – FIPTO). Incrementa, inoltre, la collaborazione con giornali e con il sito “omelie.org/approfondimenti” con la scrittura di articoli di attualità. Per le benemerenze acquisite nella sua lunga vita lavorativa, quattro Presidenti della Repubblica – Cossiga, Ciampi, Napolitano e Mattarella – gli hanno conferito altrettante Onorificenze al Merito della Repubblica Italiana: Cavaliere, Commendatore, Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce. Il Presidente Ciampi, inoltre, alla fine del suo lavoro dipendente lo premia con la Stella al Merito del Lavoro nominandolo “Maestro del Lavoro”. A completamento del suo curriculum vitae, degno di citazione è l’interesse dimostrato per l’approfondimento della sua cultura religiosa che lo porta ad ottenere diversi attestati conseguiti in corsi presso Università cattoliche: Pontificia Università Lateranense Roma – Attestato di formazione biennale per “Operatori della Carità” (26/09/2008). MARIANUM Pontificia Facoltà Teologica di Roma – “Mariologia Diplomate” per corso biennale di Mariologia (04/06/2012). Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Roma – “Diploma di Specializzazione in Studi Sindonici” (30/06/2013). Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Roma – a completamento di un corso biennale ottiene il “Master di 1° livello in Scienza e Fede” (21/10/ 2015).

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