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C’È DEL MARCIO IN SILICON VALLEY…

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
28/11/2023
in SCENARI
C’È DEL MARCIO IN SILICON VALLEY…
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TE LO LEGGO IO

Elon Musk e Sam Altman. Dovevano essere i nuovi supereroi del mondo tecnologico. Capaci di proporre nuovi modi di fare impresa, di modificare le relazioni industriali “classiche”, di democratizzare e rivoluzionarie i processi decisionali.  

Mai così tante aspettative furono così tanto disattese.  

Le due aziende sotto la loro responsabilità, OpenAI e X, icone della Silicon Valley, sono assurte al disonore della cronaca per i drammi ad esse associati. Drammi tipici delle aziende riservate e centralizzate, capaci di diventare grandi, ma non eccellenti; guidate dall’ego di chi si crede Leader quando è solo un piccolo Boss.  

Elon Musk e Sam Altman, dovevano essere il nuovo che avanza, mentre sono piccoli cloni dei titani del recente passato che hanno dichiarato volere sostituire, eliminandoli.  A dire il vero c’è qualche interessante novità, ma non per merito loro.

 

Non capita spesso, infatti, che più di 700 persone su 770 che lavorano per un’azienda minaccino le dimissioni se non viene reintegrato nelle sue funzioni l’appena eiettato amministratore delegato. Ci sono andati giù pesanti con il loro Consiglio di Amministrazione: “Le vostre azioni hanno reso evidente che non siete in grado di supervisionare OpenAI. Non siamo in grado di lavorare per, o con, persone che non hanno competenza, giudizio e attenzione nei confronti dei dipendenti e della missione aziendale”.

Forse lo hanno fatto per andare anche loro in Microsoft, il colosso tecnologico che si è offerto di assumere Sam Altman, per guidare un nuovo gruppo di ricerca sull’intelligenza artificiale avanzata. L’avere già investito oltre 14 miliardi di dollari ha facilitato la decisione.

Non capita spesso che la minaccia sopra riportata sia condivisa da uno dei quattro membri del Consiglio di Amministrazione, che ha votato in favore del licenziamento.

 

Non capita spesso l’implosione di un’azienda come è accaduto a Tweeter, una volta comprata da Elon Musk, nel diventare X.

 

Non capita spesso che la spiegazione di queste dinamiche sia non solo semplice, ma anche un avvertimento, un promemoria. OpenAI e X, piattaforme che plasmano la società, in realtà sono aziende più che classiche dove i soliti pochi eletti decidono, mentre il denaro guida tutto. Opportuno ricordare che la valutazione di OpenAI si aggira sui 90 miliardi di dollari. Dai padroni del vapore ai padroni del bit. Nulla di nuovo.

 

Le due società hanno costruito un seguito di devoti fedeli, promettendo di costruire una tecnologia populista per un mondo che cambia: X, con il suo villaggio globale di conversazioni e OpenAI, il laboratorio di ricerca dietro ChatGPT, con i suoi prodotti super intelligenti destinati a rafforzare il pensiero umano.

La realtà è che Musk e Altman deliberano in segreto e non rispondono a nessuno, dopo avere consolidato il potere all’interno di un piccolo gruppo di leali compagni di merende.

 

Sia X che OpenAI si spacciano non solo come fornitori di software, ma anche come fari di ideologia, esempi di etica, costruttori di strumenti, democratici e universali, per il bene di tutti.

Dichiarano che ciò che fanno sono passi verso un grande futuro e la trasformazione della società. Mentono, forse nemmeno sapendo di mentire.

 

Musk ha affermato di avere acquistato Twitter, l’anno scorso, per 44 miliardi di dollari, per combattere il “woke mind virus”. Nessuno sa esattamente cosa sia. Qualcuno lo interpreta come il virus del politicamente corretto, delle idee liberali, che, secondo lui, “distruggerà la civiltà”.

 

Musk ha affermato di avere acquistato Twitter per salvaguardarla come “piazza digitale” per la libertà di parola.

“Siamo un’azienda che crede nella trasparenza“, ha affermato in una riunione interna il mese scorso, “realizzando un’unica applicazione che racchiude tutto“.

 

Nella sua crociata, ha licenziato migliaia di dipendenti, gambizzato i concorrenti, finanziato influencer di estrema destra, approvato teorie antisemite, facendo fuggire non solo gli utenti, ma anche alcuni dei più grandi inserzionisti. Apple, Disney, IBM, Sony e altre aziende hanno sospeso i loro pagamenti dopo che Musk ha promosso l’idea che gli ebrei nutrono un “odio dialettico contro i bianchi”.

 

A parte i grandi proclami, Musk ricerca e alimenta il culto della personalità, ovviamente la sua, ha come interesse primario vendere un prodotto e come unico obiettivo fare soldi. Tanti.

 

Altman segue i suoi passi. Licenziato dal consiglio di amministrazione venerdì 17 novembre e reintegrato quattro giorni dopo, ha più potere di quando se n’è andato, compreso un consiglio di amministrazione rimaneggiato da cui sono stati esclusi i direttori che si opponevano a lui.

 

OpenAI, dalla sua fondazione nel 2015, ha operato come una sorta di organizzazione no-profit collettivista, una struttura non convenzionale che secondo Altman era necessaria per il suo “sforzo a scala dell’umanità che persegue un ampio beneficio per il genere umano“.

A maggio ha dichiarato al Congresso degli Stati Uniti che è “essenziale che una tecnologia potente come l’intelligenza artificiale sia sviluppata tenendo presente i valori democratici”.

 

Il 22 novembre, in un post, guarda caso su X, Altman ha dichiarato: “Adoro OpenAI e tutto ciò che ho fatto negli ultimi giorni è stato per mantenere unita questa squadra e la sua missione“. Commovente, ma quanto chiacchiera questo Altman…

 

Open AI ha dichiarato che i direttori che hanno appoggiato il licenziamento di Altman– comprese le uniche due donne del consiglio, Helen Toner e Tasha McCauley, sostenitrici di un dogma della Silicon Valley noto come “altruismo efficace” – sono stati sostituiti da due membri dell’élite della tecnologia e della finanza statunitense.

 

Bret Taylor, dirigente veterano di Google e Facebook che in qualità di presidente di Twitter ha spinto il consiglio ad accettare l’acquisizione di Musk, verrà nominato presidente del CdA. Trattasi di vero credente. In un post su LinkedIn dello scorso anno, Taylor ha sostenuto “l’entusiasmo e l’inevitabilità” dell’intelligenza artificiale moderna, affermando che “cambierà il corso di ogni settore”.

 

Altro nuovo membro del consiglio è l’economista Larry Summers, ex-segretario al Tesoro ed ex- presidente dell’Università di Harvard, noto per avere suggerito che le donne studiassero matematica e scienze di alto livello meno spesso degli uomini a causa delle differenze innate tra i sessi. (Summers ha poi detto che i suoi commenti erano stati male interpretati …).

Summers è noto per essere grande sostenitore dell’intelligenza artificiale, affermando in interviste televisive nell’ultimo anno che ChatGPT “sostituirebbe ciò che fanno i medici” e che l’intelligenza artificiale “potrebbe essere la tecnologia generale più importante dopo la ruota o il fuoco”. Notevoli previsioni, anche se alcuni critici a Washington hanno ricordato che non ci ha preso proprio in merito all’andamento dell’inflazione…

 

La composizione finale del consiglio di amministrazione di Open AI, i cui nove membri saranno tutti d’accordo con Altman, rimane per ora sconosciuta. Alla faccia della trasparenza.

 Musk e Altman dicono che hanno la missione di proteggere l’umanità. Non dicono delle annesse attività a scopo di lucro. Non dicono che, in quanto società private, non devono riferire a nessuno, siano politici, regolatori o azionisti. Nessuno può votare contro le loro proposte o criticare il loro lavoro. Altman e Musk non sono gli unici ad alimentare la leggenda che le loro attività sono motivate dalla missione e non dal loro spropositato ego e dai profitti.  

Vedi Kyle Vogt, ex-capo della compagnia di veicoli autonomi Cruise. In una sua recente dichiarazione ha affermato che i suoi veicoli senza conducente porteranno a strade più sicure e ha liquidato qualsiasi critica, definendola “sensazionalistica”, nonostante diversi “problemi” nelle strade di San Francisco. 

Ex-dipendenti e funzionari pubblici hanno avvertito che le auto senza conducente non erano pronte per un dispiegamento diffuso, ma Vogt ha giustificato il lancio aggressivo affermando che l’azienda da lui diretta, di proprietà della General Motors, era moralmente superiore a un’azienda orientata al profitto. 

“Abbiamo un senso di urgenza, non perché stiamo inseguendo alcuni obiettivi di profitto” ha detto a settembre, “ma è perché ogni giorno ci viene costantemente ricordato il caos sulle nostre strade. Riteniamo che ora finalmente esiste una soluzione tecnologica che possa effettivamente fare qualcosa al riguardo”.

Vogt si è dimesso il 17 novembre, meno di un mese dopo che lo Stato della California ha revocato alla Cruise la licenza di operare. L’intera flotta nazionale è stata richiamata a seguito di un incidente in cui una delle auto ha trascinato per una decina di metri un pedone investito. 

Lo storytelling aziendale, la narrazione che promuove la tecnologia come forza che porta all’armonia sociale è uno dei grandi strumenti di marketing della Silicon Valley. Vedi Google e il suo motto. “Non essere cattivo”.   

Si è voluto proporre un capitalismo più gentile, trasparente e aperto capace di cambiare il mondo in meglio, tralasciando i pericoli che derivano dalla centralizzazione del potere e dall’assoggettamento ai capricci personali dei boss di turno. Per l’appunto, è solo una storia non la realtà… 

L’incapacità della politica di approvare ampie normative sull’intelligenza artificiale ha solo contribuito ad aumentare i rischi. Esiste la preoccupazione che poche persone, non importa quanto di talento, non importa quanto informate, possano stabilire le regole per una società su base globale. 

Persone che vengono invitate a partecipare a consessi internazionali di prestigio, che vengono accolte con tutti gli onori nei palazzi del potere, come se avessero chissà quale verità da condividere, ma non sono politici. Anche se cercano di spacciarsi come tali. Non sanno nemmeno cosa sia la politica. Non possono essere loro a indirizzare o condurre il dibattito sul quadro normativo e sulle tutele.  

Ultima nota. C’è chi traccia analogie fra Oppenheimer e Altman. Nulla di più sbagliato.  

Oppenheimer era un grande scienziato, Altman è un piccolo uomo.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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