Il terrore si diffonde come un’ombra inarrestabile quando Al Qaeda urla alla galassia islamica il suo sinistro messaggio attraverso i canali di Telegram, incitando i musulmani a colpire obiettivi israeliani e americani. Categorica l’intelligence USA, sottolinea che i musulmani sono chiamati a colpire cittadini ebrei, basi militari, ambasciate e aeroporti statunitensi. Ma anche in Europa l’incertezza cresce, come testimoniano le posizioni del governo francese, schierato con 7.000 soldati a garantire la sicurezza, dopo l’attacco di un probabile estremista islamico in un liceo di Arras e le recentissime minacce di bombe alla Reggia di Versailles e al Louvre a Parigi, siti subito interdetti ai visitatori per evidenti ragioni di sicurezza.
Ma il pericolo non è solo oltralpe. Anche in Italia, come rivela il Comitato per l’ordine e la sicurezza al Viminale, il rischio è concreto. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è in allerta, con il sostegno delle Agenzie Informazioni e Sicurezza (AISI e AISE) e delle forze di polizia. L’attenzione del governo è massima, nonostante le parole rassicuranti del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che afferma l’assenza di pericoli imminenti.
Le minacce si fanno sempre più palpabili, soprattutto per quanto riguarda le possibili infiltrazioni di terroristi tra i flussi di migranti, tanto da imporre il rafforzamento di controlli di frontiera in analogia a quelli posti in essere dalla Francia a Ventimiglia.
Il 14 Ottobre, alla festa del Foglio il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, descrive la situazione internazionale come un “abisso imminente”, mentre mantiene uno sguardo costante e visibilmente preoccupato sul suo smartphone, rappresentando con chiarezza la condizione di apprensione che sata investendo le massime cariche istituzionali. Sempre Crosetto afferma poi la possibile iniziativa di sospendere le cerimonie pubbliche per la Festa delle Forze Armate del 4 Novembre, definendola una decisione ponderata, per evitare di “consegnare un palco ad un pazzo o una serie di pazzi che vogliono fare qualcosa di significativo”. Espressione, questa, che nel contesto allude chiaramente al rischio di possibili azioni terroristiche eclatanti, scongiurabili limitando manifestazioni che potrebbero configurare potenziali situazioni obiettivo.
In un’Italia che si prepara a fronteggiare anche queste avversità, la minaccia rimane un’ombra insidiosa e sfuggente. Il terrorismo opera allo scopo di annientare serenità e libertà tramite la paura, colpendo con la violenza e con la minaccia costante. Le conseguenze sono tangibili e la probabile mancata commemorazione della Festa delle Forze Armate è una delle tante prove degli effetti di chi vuole instillare la paura, per minare l’ordine e la sicurezza, magari in attesa di colpire con immorale ferocia. La minaccia è reale e il pericolo è concretamente in agguato e incombe, sinistro, sui ben 28.000 obiettivi sensibili presenti nel nostro Paese.