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TERRORISMO: LA STRAGE DI FIUMICINO E L’INCUBO DEL PRESENTE

Marco Mastrilli di Marco Mastrilli
12/10/2023
in SCENARI
TERRORISMO: LA STRAGE DI FIUMICINO E L’INCUBO DEL PRESENTE
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Nel tumulto di giornate che sembrano richiamare le ombre del passato, la crisi attuale in Medio Oriente ci riporta alla mente un tragico episodio. È il 27 dicembre dell’85, quando un gruppo di terroristi palestinesi compie, per la seconda volta, una strage nell’aeroporto di Fiumicino, ripetendo un orrore simile a quello del 1973.

L’attacco viene orchestrato con uno spietato mix di bombe a mano e mitragliatori Kalashnikov, rivolto contro le postazioni delle compagnie El Al e TWA, rispettivamente israeliana e americana. Le vittime innocenti cadono come foglie, mentre il terrore si diffonde tra le persone in fila per l’imbarco e coloro che si trovano al bar dell’aeroporto, presente a poca distanza.
Il commando terroristico era arrivato a Roma un mese prima dell’attacco, ma gli estremisti palestinesi avevano già segnato il territorio con una serie di attentati. La sistematica escalation antisemita inizia con dei colpi di bazooka contro l’ambasciata degli Stati Uniti, poi la bomba che devasta il Café de Paris in via Veneto, quindi l’attacco alla Sinagoga di Roma e il drammatico dirottamento della nave da crociera Achille Lauro, durante il quale viene ucciso Leon Klinghoffer, un passeggero americano in sedia a rotelle ammazzato solo perché di fede ebraica.

Ma torniamo a quel fatidico 27 dicembre. La violenza esplode alle 9.05, quando un commando, formato da quattro terroristi, sferra il suo spietato attacco verso tutti coloro i quali si trovano nei pressi dei check-in delle compagnie El Al e TWA.

La sicurezza israeliana li individua. L’inferno si scatena. Inizia lo scontro con combattimenti ingaggiati per limitare gli effetti della follia omicida. Gli aggressori lanciano bombe e sparano, mirando ai passeggeri in fila. Tre dei terroristi incontrano la morte nel fuoco incrociato con i giovani carabinieri e poliziotti, comandati di vigilare quella delicata zona aeroportuale, considerata non a torto un obiettivo sensibile.
Restano a terra 13 morti e 80 feriti.
A pochi minuti di distanza a Vienna, un altro gruppo armato attacca l’aeroporto uccidendo altre tre persone e ferendone oltre quaranta. Tutto fa parte di una strategia di terrore ben pianificata.

Il mandante di questo terribile attentato è Abu Nidal, il capo di una fazione palestinese ostile alla linea moderata dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) guidata da Yasser Arafat e che sarà ucciso a Bagdad nel 2002.

Oggi, le Stragi di Fiumicino sembrano un ricordo lontano, troppo facilmente dimenticato dalla memoria collettiva. Tuttavia, esse rappresentano una stagione storica che non dovremmo mai rimuovere. Un periodo in cui il terrorismo mieteva vittime innocenti, in un contesto di conflitti politici e armati che coinvolgevano il mondo intero.

In questo frangente critico, l’attuale crisi nel Medio Oriente connotata dalla feroce attività terroristica palestinese in territorio israeliano, reclama la nostra attenzione e richiama alla memoria gli eventi oscuri del passato, appena rievocati.

Purtroppo il terrorismo internazionale non conosce confini e può colpire ovunque, in qualsiasi momento. È un nemico che dobbiamo affrontare con determinazione mediante gli organismi di intelligence, impegnati a individuare e neutralizzare minacce potenziali, adottando misure di prevenzione basate su elevati livelli di collaborazione a livello globale. Il delinearsi di questo nuovo conflitto, che si aggiunge all’interminabile guerra Russo-Ucraina, espone il mondo a una pesante minaccia e a un momento di prova per il futuro della stabilità globale, con inquietanti rischi per la sicurezza interna e la pace mondiale.

È essenziale che la comunità occidentale, insieme al mondo intero, si uniscano in un atto di solidarietà nei confronti di Israele, in modo da affrontare questa sfida globale con determinazione e con grande coraggio.

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Marco Mastrilli

Marco Mastrilli

Ho radici profonde a Roma, città in cui sono nato nel 1964 e dove attualmente vivo e lavoro. La mia formazione accademica è incentrata sulle Scienze Sociali, con una Laurea che ha costituito il fondamento del mio percorso professionale, arricchita con due Master Universitari, uno in Gestione delle Risorse Umane e un altro in Tecniche di Analisi della Persona. La mia carriera ha conosciuto diverse sfaccettature, iniziando con il servizio nell’Arma dei Carabinieri in giovane età che ha rappresentato un’esperienza fondamentale nel mondo delle istituzioni e ha plasmato il mio approccio alla ricerca della verità, alla giustizia e all’informazione accurata. Successivamente ho abbracciato il mondo del business, occupando ruoli di management in ambito multinazionale e sviluppando competenze nel campo del marketing, della comunicazione e delle vendite. Questo background mi ha permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche comunicative in modo approfondito, contribuendo all’acquisizione di competenze che ritengo fondamentali nel giornalismo moderno. Ho avuto il privilegio di scrivere e pubblicare quattro sillogi poetiche che rappresentano un importante riflesso della mia espressione artistica e della mia sensibilità verso l’uso delle parole. Parallelamente alla mia carriera civile, ho conservato un forte legame con le istituzioni, mantenendo attiva la mia partecipazione come ufficiale del Corpo Militare CRI, dove attualmente ricopro il ruolo di Capo Ufficio Operazioni e Addestramento per l’Italia Centrale. Questo impegno mi ha insegnato l’importanza della leadership, della gestione delle emergenze e della solidarietà in situazioni critiche, mantenendo sempre attiva l’attenzione verso la persona e l’umanità che essa sottende. Sono Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma, un riconoscimento che testimonia il mio impegno nel rispettare gli standard etici della professione. La mia passione per la scrittura e la ricerca della verità mi hanno spinto a perseguire questa strada che mi stimola a informare e coinvolgere il pubblico, attraverso articoli che spero contribuiscano a diffondere cultura e consapevolezza nella nostra società. Sono entusiasta di continuare a contribuire alla narrazione informativa e alla diffusione della conoscenza attraverso le pagine di questa rivista.

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