La cronaca italiana di questi ultimi tempi ha “imbruttito” gli abitanti di Caracas e Città del Messico. I feudi della proverbiale impossibilità di sopravvivere cedono il trono a località nostrane in cui le condotte criminali comprovano l’assenza della legge, la latitanza dello Stato, l’abbandono dei cittadini al loro angosciante destino.
Fortunatamente c’è rimedio a tutto. Per buona sorte ci sono persone di grandi qualità che hanno individuato soluzioni straordinarie per superare il difficile momento che – ictu oculi – l’Italia sta vivendo.
Nel doloroso marasma si stagliano due fulgidi esempi che testimoniano genialità e patriottismo e si fanno largo tra tante e troppe inutili chiacchiere.
La fitta sequenza di stupri e barbarie nei confronti delle donne può essere stroncata con due mosse sorprendenti da judoka della sicurezza urbana. A indicarle è una cintura nera, Andrea Giambruno, che ha invitato (con tono di adeguata solennità) le ragazze a non ubriacarsi e a non accettare passaggi in auto da sconosciuti. Due semplici espedienti possono spezzare la drammatica spirale di bestialità: è inutile perdere tempo ad immaginare la pianificazione di percorsi educativi per raddrizzare la “peggio gioventù” o ad ipotizzare l’accelerazione e il miglioramento qualitativo delle metodologie investigative per assicurare alla giustizia chi si macchia di crimini imperdonabili.
La riduzione del tasso alcolico delle bevande somministrate alle fanciulle nei locali pubblici e il ricorso al taxi previsto dal Ministro Salvini per consentire a chi ha alzato il gomito di tornare in sicurezza possono indubbiamente frenare la furia ormonale dei teen-ager.
Una valida alternativa la si legge nell’imperdibile saggio “Il mondo al contrario”, la nuova Bibbia degli italiani. E’ una soluzione migratoria che interessa le donne – appetibili o non per l’altro sesso – su cui in Italia sembrano incombere rischi per l’incolumità personale e inguinale. Secondo chi conosce davvero il mondo e non si ferma al sentito dire, chi teme aggressioni et similia dovrebbe recarsi a Mosca. Nel libro giustamente viene a più riprese decantato il bel vivere in Russia ma è bene evidenziare che sbaglia chi (come Fabrizio Cicchetto) pensa che Putin abbia suggerito a chi era Addetto Militare alla nostra ambasciata di scrivere certe cose, perché nemmeno il Ministero del Turismo di laggiù ha sborsato un centesimo visto che il volume è autopubblicato.
Restiamo ai fatti. Il Generale a pagina 147 parla della sua inconfutabile esperienza diretta a Mosca e racconta in prima persona “dove incontravo, ben dopo l’imbrunire nei grandissimi e bellissimi parchi cittadini, donne sole e mamme con bambini che assaporavano il fresco delle sere estive senza il benché minimo timore di essere molestate da qualcuno”.
La lettura de “il fresco delle sere estive” è stato illuminante. La ragione di tanta serenità ha radici climatiche. Da noi fa troppo caldo e non a caso si parla di “bollenti spiriti”…
Perché invece di prendersela con bravi ragazzi di buona famiglia e magari figli di personaggi in vista, non ci si accanisce con le temperature su cui grava una inequivocabile colpevolezza?