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ATTENZIONE! GLI HACKER SFRUTTANO CHATGPT PER DIFFONDERE VIRUS E MALWARE

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
06/05/2023
in EDITORIALI
ATTENZIONE! GLI HACKER SFRUTTANO CHATGPT PER DIFFONDERE VIRUS E MALWARE
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TE LO LEGGO IO

Sarebbe stato incredibile se i pirati informatici non avessero pensato di sfruttare ChatGPT e le altre soluzioni di intelligenza artificiale generativa.

Quegli strumenti – giustamente al centro di curiosità (tanta), polemiche (abbastanza) e riflessioni (poche) – non sono passati inosservati ai briganti tecnologici che subito ne hanno riconosciuto le potenzialità a vantaggio del crimine.

I delinquenti hanno ben compreso l’utilità di realizzare micidiali trappole grazie al lancio online di finte piattaforme camuffate da ChatGPT et similia, pronte a calamitare l’attenzione di chi gironzola sul web. Abboccare ad un simile amo non è affatto difficile: si può essere tratti in inganno da un link balordo che viene suggerito da qualche “amico” sui social. L’annuncio di una chatbot gratuita (magari dichiarata evoluzione del prodotto ora in voga) ipnotizza chi legge il post o il tweet, inducendo il malcapitato a fare qualche “manovra” improvvida.

Il cybernauta sventurato – dominato dai consigli del fasullo ChatGPT – potrebbe trovarsi a fare clic con il mouse (o sollecitare il display con il proprio  polpastrello) in corrispondenza di un indirizzo ingannevole andando a mettere involontariamente il proprio piede virtuale su un ordigno di un invisibile campo minato e danneggiando il dispositivo elettronico che sta adoperando.

La chatbot fraudolenta potrebbe suggerire all’utente di installare sul proprio browser (o software di navigazione) una nuova sedicente utilissima “estensione” (ovvero una integrazione capace di regalare irresistibili funzionalità aggiuntive).

A mettere nei guai i soliti sfortunati sono messaggi di “amici” che, ad esempio, su

Facebook pubblicano un annuncio estremamente appetibile in quanto riferito a qualcosa che è frutto del taumaturgico impiego di ChatGPT (e quindi, per molta gente, automaticamente “qualcosa di figo”).

La notizia arriva direttamente da chi è stato costretto a rimuovere queste insidiose esche dai propri social e sistemi di messaggistica istantanea.

 “Meta” – la società che ha in seno Facebook, Instagram e WhatsApp – in un suo recentissimo rapporto sulla sicurezza ha reso noto di aver estirpato dalle attività dei suoi utenti oltre 1.000 URL (Uniform Resource Locator, ovvero quel che abitualmente chiamiamo indirizzo dei siti web) che offrono malware travestito da servizi simili a quelli offerti da ChatGPT o da altri sistemi di quella natura.

L’attività di ricerca avviata a marzo 2023 ha consentito ai tecnici di “Meta” di individuare oltre dieci “ceppi virali” ossia “famiglie” di istruzioni maligne e ha innescato una serie di provvedimenti volti a bloccare la condivisione di pericolosi instradamenti verso quelle temibili destinazioni.

La cosa maggiormente suggestiva è nella dichiarazione con cui Meta rende noto di aver prontamente allertato “colleghi del settore, ricercatori e autorità governative”. Se è vero (e non c’è motivo di dubitare di quell’annuncio) viene spontaneo chiedersi perché nessuno abbia lanciato un allarme in tal senso.

Il pensiero corre alla nostra Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale che non sembra aver diramato bollettini o istruzioni alla collettività come, forse, sarebbe stato bene fare.

Nella non proprio entusiasmante inerzia delle istituzioni preposte, ci consola sapere che i malintenzionati hanno risentito delle iniziative di Meta e si sono subito sbrigati a correggere il tiro. I banditi hanno così cominciato a dirottare le “energie” a disposizione anche su altri fronti, impersonando altre realtà di interesse comune e fingendo di essere Google Bard, strumenti di marketing di TikTok, software e film illegalmente piratati oppure comode utilità di Windows.

Tra i bocconi avvelenati figuravano Ducktail, NodeStealer e malware più recenti. Tali “polpette” venivano reclamizzate con annunci di account aziendali compromessi ed erano state “servite” attraverso una moltitudine di servizi su Internet (come ad esempio i servizi di condivisione file Dropbox, Google Drive, Mega, MediaFire, Discord, Atlassian Trello, Microsoft OneDrive e iCloud).

L’entusiasmo per ChatGPT continuerà a polverizzare i giustificati timori per le fregature sempre in agguato soprattutto nei contesti poco esplorati dalla platea di chi si serve quotidianamente della Rete?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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