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IL DIVIETO EUROPEO DI USARE “TIK TOK” NEGLI UFFICI PUBBLICI FA SORRIDERE (O TREMARE)

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
24/02/2023
in EDITORIALI
IL DIVIETO EUROPEO DI USARE “TIK TOK” NEGLI UFFICI PUBBLICI FA SORRIDERE (O TREMARE)
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TE LO LEGGO IO

Deve stupirci più l’obbligo di disinstallare una applicazione demenziale oppure il fatto che qualcuno l’avesse scaricata e resa operativa sul PC dell’ufficio o sullo smartphone di servizio?

Deve lasciarci di stucco il fatto che i responsabili della sicurezza informatica non si siano mai accorti che gli strumenti erano stati avvelenati da un software pericolosissimo oppure la circostanza che i vari funzionari e dirigenti abbiano tollerato che i dipendenti applicassero le poche risorse “intellettuali” perdendo il loro tempo nella visione di “clip” che istantaneamente certificavano l’idiozia dello spettatore?

Deve preoccuparci di più l’irresponsabilità di chi si è fatto spiare fino ad oggi o il dover ricorrere alle “maniere forti” con cui l’Unione Europea – invece di legiferare sulle locuste da infilare nei nostri sandwich – cerca di difendere quel che resta di segreto, riservato o semplicemente critico nel patrimonio informativo pubblico?

Il provvedimento che ha calamitato l’attenzione universale è la sconfortante pagella che spetta alla collettività continentale, referto in cui i “debiti” formativi sono talmente evidenti da non far sperare in un taumaturgico CEPU che consenta alla politica e al management pubblico e privato di recuperare gli anni perduti.

Tik Tok è notoriamente una applicazione “State sponsored”, ovvero incentivata da una Autorità governativa perché coadiuvante nel perseguimento di obiettivi ad ampio spettro nel quadro di un progetto di supremazia. Sembrano parole grosse, roba da “complottisti” dell’ultim’ora, ma in realtà siamo dinanzi alla elementare applicazione della ragione, della cultura geopolitica e del buonsenso al vivere quotidiano.

Ci troviamo in una Nazione in cui persino il servizio pubblico televisivo diffonde, impunito, contenuti discutibili e quindi tralasciamo ogni considerazione legata alla volontà cinese o araba di depauperare la cultura degli “occidentali” con una progressiva ipnosi digitale o con il semplice far sprofondare nella fruizione di poco edificanti opportunità di intrattenimento. Parliamo piuttosto di scopi ben più concreti ed immediati.

Se un Paese vuole guadagnare in termini di capacità produttiva  (non solo industriale) la miglior soluzione è rallentare quella di chi è in potenziale competizione. Riuscire a far perdere tempo a chi lavora o studia sui computer o con il tablet o lo smartphone è un’ottima tattica. Si è cominciato con il “porno gratuito”, quello che ha consentito l’affermazione di Internet anche tra chi era disinteressato a certe “novità” operative già vent’anni prima senza aver mai raccolto passione e consenso sufficienti per scatenare la permeazione planetaria. Nel rispetto del principio fisico secondo il quale la capacità di traino di un pelo pubico è superiore a quella di una vigorosa coppia di buoi, l’erogazione di immagini, video e finanche servizi a luci rosse ha rappresentato un modello efficace per instradare i popoli a servirsi di certe tecnologie fino a quel momento ritenuti ostili e difficilmente praticabili.

La riduzione della potenza lavorativa (qualcuno parla anche di quella della vista) nessuno è mai andato a calcolarla, ma c’è stata. Eccome.

In ufficio può rivelarsi azzardato passare le ore a rimirare performance acrobatiche che mortificano il Kamasutra e pertanto c’è chi ha pensato a qualcosa di più soft ed apparentemente innocuo.

I cinesi hanno saputo veicolare un social media capace di approdare su qualunque dispositivo elettronico e di guadagnarsi la preferenza accordata da un sempre più vasto ed insospettabile pubblico. Il fondamento del successo dell’operazione è stato l’aver virtualizzato il “barzellettiere” che in ogni ufficio, fabbrica o scuola ha sempre goduto della simpatia di colleghi e compagni per il saperne ogni giorno “una nuova”. Automatizzare il perdere tempo in modo spensierato è stato vincente (e purtroppo il terreno si è mostrato più fertile del previsto).

L’applicazione non si limita a consentire la visione di filmati ebeti, che al limite rimbecilliscono gli utenti. Le istruzioni contenute all’interno del programmino sono – a voler semplificare – la versione software di una microspia.

Finalmente qualcuno si è reso conto della pericolosità di TikTok. Ed è legittimo chiedersi perché ci sia voluto tutto questo tempo per accorgersene, dove fossero i guru dell’intelligence e i superconsulenti delle Istituzioni, cosa facessero in attesa che qualcuno prendesse l’iniziativa, cosa non sia successo dopo la vox clamans in deserto dei pericoli per i bambini e così via. Le domande potrebbero proseguire, impietose ed inutili. Chi è chiamato a rispondere creerà gruppi di lavoro e coacervi di sedicenti esperti, forse cercherà su Google qualcosa con cui replicare, confiderà nel trascorrere del tempo e nel sopraggiungere di nuove angosce che prenderanno il posto di quelle attuali facendole precipitare nel propizio dimenticatoio.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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