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UN MINUTO DI SILENZIO PER L’ARRESTO DI MESSINA DENARO

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
17/01/2023
in EDITORIALI
UN MINUTO DI SILENZIO PER L’ARRESTO DI MESSINA DENARO
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TE LO LEGGO IO

Si dovrebbe prendere esempio dai campi di calcio. Però quel minuto di silenzio non dovrebbe avere carattere celebrativo, ma costituire la doverosa astensione dal dire quel che non si sa o dall’attribuirsi meriti che non si hanno.

La giornata di ieri è l’ennesimo grano di un rosario che siamo costretti a scorrere nella farisaica esibizione di presunti successi e di immancabili buoni propositi pronti ad essere tradotti in pratica prendendo spunto dal traguardo appena conseguito.

La cattura del superlatitante (clamorosamente annunciata due mesi prima con inquietante precisione da un ex gelataio di Omegna che – abbandonati coni e creme – aveva optato per la gestione della “assenza” dei fratelli Graviano) non merita toni trionfalistici, ma ineludibili riflessioni su quel che negli anni si è fatto e soprattutto non si è fatto o addirittura si è “fatto contro”.

L’avveduto quisque de populo non inneggia perché il boss finisca sulla forca, ma gli augura invece lunga vita a dispetto delle cagionevoli condizioni di salute.

La casalinga, l’operaio, lo studente auspicano persino una sua improvvisa logorrea, che tramuti il proverbiale silenzio degli “uomini d’onore” nella fluente loquacità di chi non resiste alla tentazione di affrescare verbalmente intriganti scenari le cui puntate mortificherebbero anche sequel immortali come Beautiful.

Trent’anni sono lunghi da raccontare e in realtà la narrazione potrebbe partire anche da fatti antecedenti il lungo periodo di clandestinità. Una bella ubriacatura di “siero della verità” (quello dei film polizieschi…) potrebbe aprire il vaso di Pandora e non basterebbero gli occhiali 3D per gustarsi a pieno lo spettacolo. Nomi e cognomi, dati e eventi, relazioni e connessioni potrebbero dar luogo ad uno tsunami non solo giudiziario ma addirittura sociale. La Valle di Josafat, al confronto, si profilerebbe come un ameno resort esclusivo (naturalmente di proprietà di qualche prestanome).

Il resoconto di prima mano si prospetterebbe come una sorta di TripAdvisor per una inevitabile Norimberga “de noantri”.

Malelingue e complottisti immaginano una lunga afasia e, nel frattempo, si mostrano dubbiosi sulla storia della “anagrafe nazionale dei pazienti oncologici” che – secondo alcuni giornali a caccia di sensazionalismi gratuiti – avrebbe costituito il perno della risolutiva indagine.

Se avesse ragione certa stampa, gli investigatori hanno preso atto delle dichiarazioni di Baiardo nell’intervista fatta da Massimo Giletti su La7 a Novembre scorso, oppure hanno acquisito da altra fonte la notizia della patologia sofferta dal ricercato?

I “mammasantissima” – quasi per tradizione – non si allontanano da dove hanno saldamente piantato le radici (un rastrellamento a tappeto delle località di interesse sarebbe durato meno di tre decenni), ma era lecito pensare che per una volta il “tizio” potrebbe essersi volatilizzato per riapparire in qualunque angolo del globo (magari in un criminale “smart working” che caratterizza molti settori della delinquenza).

Le investigazioni hanno optato per la sussistenza di un legame viscerale alle proprie terre. Quindi, bandito “in presenza”. D’accordo.

I tanto deprecati sistemi informatici del Servizio Sanitario sono organizzati su base regionale e la scelta del ROS ad un certo punto sarebbe caduta – incredibile dictu – proprio sulla Sicilia…

I computer (quelli “pubblici” a volte fanno eccezione) non possono sbagliare. Matteo Messina Denaro risulterebbe essersi vaccinato totalizzando tre dosi. Se, come mostrato alla stampa, aveva la tessera sanitaria del vero “Andrea Bonafede” c’è da domandarsi se quest’ultimo abbia rispettato gli obblighi anti-Covid. Se la risposta è positiva, gli archivi elettronici avrebbero dovuto evidenziare la presenza in Regione di una persona cui erano state somministrate almeno 6 o più dosi…

La componente tecnologica nelle operazioni di Polizia è come certe spezie nelle ricette di cucina. Serve a dare sapore. O a correggere qualche imperfezione del cuoco…

Il colonnello Arcidiacono del ROS ha smentito questa pista spazzando via fantasie e dubbi correlati. Il Comandante Generale dei Carabinieri ha giustamente preferito dichiarare che era stato usato il “metodo Dalla Chiesa”, sottolineando l’opera e il sacrificio quotidiano di donne e uomini dell’Arma.

Dalla Chiesa. Già, Dalla Chiesa. Complice la fiction televisiva, un martire di questo disperato Paese viene citato continuamente. E la politica ne esalta l’esempio, dimenticando di esserselo dimenticato quando era a Palermo.

La pagina di ieri non rimargina le ferite. Forse è un cerotto dove non bastano i punti di sutura.

Sapremo da Matteo Messina Denaro chi ha fortemente voluto che tanti eroi venissero lasciati soli, che pagassero con la vita l’aver tentato di intralciare disegni “vuolsi colà dove si puote”?

A rispettare quel che scrive l’ideologo di destra Alighieri, ci toccherà “e più non dimandare”?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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