Sydney Watson, una commentatrice politica statunitense di origine australiana chiede ad American Airlines di essere risarcita, dopo aver twittato di essere rimasta “incastrata” tra due persone obese durante un volo di tre ore da New York a Dallas, la scorsa settimana.
“Questo non è assolutamente accettabile o giusto. Se le persone grasse vogliono essere grasse, bene. Ma è tutta un’altra cosa quando sono bloccata tra di voi, con i vostri rotoli di braccia sul mio corpo, per tre ore”, ha affermato la Watson su un Tweet…”se avete bisogno di un’estensione per allacciarvi le cinture di sicurezza, siete troppo grassi per stare su un aereo”.
“Comprate due posti o non volate”, ha aggiunto la donna.
La Watson, seduta tra una donna non identificata e suo fratello ha chiesto all’uomo se fosse stato disposto a scambiare posto. Lui ha risposto: “No, va bene così” … “e a quel punto ho iniziato a urlare internamente”, ha raccontato sul Tweet.
“Non mi interessa se è una cosa cattiva. Tutto il mio corpo viene toccato contro la mia volontà. Non posso nemmeno abbassare i braccioli da nessun lato perché non c’è spazio. Sono stufa di comportarmi come se l’obesità in queste situazioni sia del tutto normale. Vi assicuro che non lo è”, ha detto.
La risposta di American Airlines, uno dei principali vettori statunitensi, non è tardata ad arrivare: “I nostri passeggeri hanno dimensioni e forme diverse. Ci dispiace che si sia sentita a disagio durante il volo.”
“Santo cielo (censura)”, ha imprecato la donna.
“Questa è la loro risposta ufficiale al fatto che mi trovo in mezzo a due obesi”. “Quindi, ci si aspetta che io abbia solo un quarto di posto a sedere quando volo? Ho appena sperimentato di essere stata sudata addosso, toccata senza il mio consenso, schiaffeggiata e sottoposta a ore di completa negazione del mio spazio personale. E la vostra risposta è “peccato”? È questo tutto quello che avete da dire?”.
Durante l’infausto volo, la Watson ha raccontato di essere stata costretta a chiudere il tavolino tenendo la tazza di tè tra i denti, perché “le si incastrava nella pancia e non riuscivo a farla scendere correttamente” dice riferendosi alla posizione della donna seduta al suo fianco.
I commenti su Tweeter non sono mancati. Da una parte c’è chi simpatizza col disagio della donna, magari perché ha “toccato” di persona (pun inteso), essendosi trovato in simili circostanze, dall’altra un coro di “haters” che accusa la commentatrice politica di “grasso-fobia”.
L’ambigua prassi in uso sui voli American Airlines in materia di passeggeri sovrappeso/obesi prevede che ai viaggiatori che necessitano un posto aggiuntivo a causa di dimensioni corporee incompatibili con quelle del posto a sedere, questo venga, se disponibile, assegnato.
Non esiste, al momento, alcuna descrizione specifica, su quali misure (o peso) siano da considerare fuori dalla norma.
Gli assistenti di volo sarebbero preposti al controllo cabina per vagliare questa esigenza e, in caso affermativo, offrire al passeggero di taglia “eccedente” due posti vacanti.
Questa pratica non solo obbedisce alla direttiva del vettore, ma rappresenta soprattutto una precauzione subordinata a motivi legati alla sicurezza del volo.
Qualora la compagnia non sia in grado di assegnare un posto aggiuntivo al passeggero in questione, quest’ultimo potrebbe essere costretto ad acquistare un secondo biglietto e/o ad aspettare un nuovo volo.
Viste le circostanze, la direttiva, ad una prima e sicuramente superficiale analisi, non sembra essere stata applicata in questo caso.
È dunque alquanto verosimile che questa storia abbia un seguito.