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SONO SOLO COINCIDENZE…? FORSE NO

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
02/08/2022
in SCENARI
SONO SOLO COINCIDENZE…? FORSE NO
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TE LO LEGGO IO

Premessa importante. Questa non è una dichiarazione pro o contro Putin. Non è un’analisi della politica nostrana. Non è un saggio di alcun tipo, è solo una storia da ombrellone, da relax alpino. Nulla di serio. Tanto per raccontare…

Il 12 giugno u.s. viene annunciata la visita di Macron, Draghi e Scholtz a Kiev. Ufficialmente per preparare il summit G7 previsto al Castello Elmau nelle alpi bavaresi, con inizio il 26 giugno. Il presidente francese, il Primo Ministro italiano e il Cancelliere tedesco il 16 giugno, alla conferenza stampa tenuta insieme al presidente rumeno Klaus Iohannis e a quello ucraino Volodymyr Zelenskyy, ribadiscono il sostegno loro e dei loro paesi allo sforzo bellico sostenuto dall’Ucraina contro l’invasore russo.

Fine luglio 2022.

Macron ha perso la maggioranza all’Assemblea Nazionale francese. Il governo Draghi è stato fatto cadere. Scholtz se la deve vedere con una crescente protesta interna e una preoccupante perdita di credibilità. Iohannis è accusato di erodere la democrazia rumena affidandosi troppo ai servizi segreti e alle sfere militari.

Da non dimenticare il premier del Regno Unito, Boris Johnson, che ha rassegnato le sue dimissioni da Primo Ministro del Regno Unito il 7 luglio u.s.

5 personaggi di spicco di cinque paesi che sostengono Zelenskyy, tutti e cinque con problemi non indifferenti maturati nell’arco di un paio di mesi. Semplice coincidenza?

“Coincidenza” deriva dal latino e significa “cadere insieme”.  Indica un fatto accidentale e casuale che capita in congiunzione con altri eventi in modo inaspettato.

In tanti sono pronti ad affermare che questi fatti accidentali abbiano la capacità di intervenire sul destino che ci attende. Altri, per descriverli, usano il termine “miracolo” perché la probabilità che due eventi, o più eventi, si verifichino fra loro è talmente bassa che ci sembra impossibile che possa essere solo una questione di casualità quindi si ricorre al divino.

A dire il vero c’è anche chi dice che le coincidenze non siano altro che l’evidenza del fatto che la fortuna è cieca, mentre la sfortuna ci vede benissimo.

Se c’è una cosa che non piace a chi si occupa di scienza, in particolare se sperimentale, è sentire parlare di coincidenze. Piccola digressione per parlare di probabilità composta, che deriva dal concetto di probabilità condizionata, per cui la probabilità che si verifichino due o più eventi è pari alla probabilità del primo moltiplicata per la probabilità del secondo, moltiplicata per la probabilità del terzo e così via, dove la probabilità di ogni evento è condizionata al verificarsi dell’evento precedente.

Torniamo ai nostri politici di cui sopra e assumiamo che i loro destini siano casualmente incrociati. In questo caso, nell’ipotesi più semplice, di eventi ne abbiamo cinque. Per valutare la probabilità che la combinazione dei loro destini si realizzi occorre quindi fare cinque moltiplicazioni. Il risultato è una probabilità composta di valore basso. Molto, troppo basso. Talmente infimo da fare sorgere pesanti sospetti che gli eventi non siano per nulla casuali e accidentali, bensì pianificati e voluti.

Il che giustifica la quantità di opinioni e commenti che hanno occupato telegiornali, servizi speciali, socials e carta stampata affermando che quanto accade è il risultato delle grandi capacità del servizio segreto russo e dei suoi agenti in giro per l’Europa. Nulla di cui stupirsi, visto che il presidente invasore Putin è stato per 16 anni funzionario del KGB.

D’altra parte, negli ultimi mesi, di certo come conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina, decine di funzionari russi sono stati espulsi da vari paesi europei perché “hanno agito contravvenendo alla convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche”. Cosa che non preoccupa Putin, visto che ne ha ancora molti altri in servizio permanente effettivo.

Secondo un dirigente della intelligence europea, ce ne sono a dozzine in Germania, Francia e Belgio, mentre il ministero della difesa austriaco è “praticamente una direzione del GRU”. GRU sta per Glavnoye Razvedyvatelnoye Upravlenie, in russo Ufficio Centrale di Spionaggio, agenzia delle forze armate sovietiche.

 

Regola fondamentale dello spionaggio è l’essere discreti. Si fanno cose, ma non si dicono, non ci si fa prendere con le mani nel sacco. Non sempre si riesce. Ci sono casi diventati di pubblico dominio che rivelano la portata e lo spettro degli interessi e dei successi russi. Segue elenco non esaustivo.

  1. Uno dei consiglieri dell’allora ministro della Difesa francese, ora ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, si scopre essere un agente russo.

Luglio 2020. Le autorità danesi scoprono tentativi russi di rubare tecnologie energetiche.

Agosto dello stesso anno. Un tenente colonnello francese, in forza al comando marittimo della NATO a Napoli, viene arrestato per avere trasmesso materiale riservato NATO al GRU di cui sopra.

Mese di dicembre. Le autorità olandesi espellono due agenti russi sotto copertura per aver tentato di rubare informazioni relative a progetti di intelligenza artificiale e di nanotecnologie.

Marzo 2021. La Bulgaria arresta sei suoi cittadini, alcuni dipendenti del ministero della Difesa e l’ex capo dell’intelligence della Difesa Ivan Iliev, per aver passato segreti al GRU, sempre lui, facendosi pagare $ 3.000 a dossier. Iliev e gli altri imputati sono agli arresti in attesa del processo.

30 marzo 2021. Parcheggio di supermercato della periferia romana (nulla a che fare con le strepitose scenografie cui ci ha abituato James Bond…). Le autorità

arrestano, in flagranza di reato (vedi art. 382 codice di procedura penale italiano), il capitano di fregata Walter Biot mentre cede al GRU, nella persona di Dmitri Ostroukhov, assistente dell’attachè navale dell’ambasciata russa a Roma Alexey Nemudrov, (entrambi poi espulsi), una micro scheda su cui aveva memorizzato quanto aveva fotografato da un PC nel suo ufficio presso lo Stato Maggiore della Difesa. Ovvero 47 notizie “NATO secret”, 57 “NATO confidential” e 9 con classifica “riservatissimo”, il tutto alla modica cifra di 5mila euro (il costo della vita in Italia è più alto che in Bulgaria…). Il processo di Biot è in corso.

Giugno 2021. Le autorità tedesche arrestano lo scienziato russo “Ilnur N” per aver rubato segreti aeronautici e tecnologia missilistica. Attualmente sotto processo. A settembre è il turno dell’addetto alla sicurezza del parlamento tedesco. Ha venduto al GRU i progetti dettagliati dell’edificio e dei suoi sistemi.

Gocce nel mare delle circa 400.000 persone che la Russia impiega nelle sue tre principali agenzie di intelligence.

C’è la GU “direzione principale dello stato maggiore generale delle forze armate della federazione russa” – meglio conosciuta come GRU, iniziali in uso nell’era sovietica- con interessi ad ampio raggio negli affari NATO e nella tecnologia militare, nonché nella sovversione e nel sabotaggio.

C’è la FSB (servizio di sicurezza federale) che si concentra sull‘intelligence interna, ma il suo “quinto servizio” raccoglie informazioni dai paesi geograficamente vicini alla Russia, inclusa l’Ucraina.

Infine c’è lo SVR, (Servizio di spionaggio estero), erede della prima direzione del KGB, con il compito esclusivo di raccogliere informazioni dall’estero.

Ci sono, in genere, tre tipi di agenti russi al lavoro in Europa. Gli agenti dichiarati, che spesso ricoprono ruoli come addetto alla difesa presso la rappresentanza diplomatica, che lavorano per il GRU. Poi ci sono agenti non dichiarati, in forza allo SVR, spesso membri di delegazioni commerciali o simili. Infine ci sono gli agenti dormienti che lavorano sotto copertura. Sono pochissimi. Una élite. Su 100 che affrontano le selezioni, le superano al massimo un paio, ha affermato un funzionario informato dei fatti. Ovviamente sotto copertura. Tenere traccia delle attività segrete della Russia è una sfida enorme anche quando gli obiettivi sono noti.”Serve un’operazione di intelligence interna e straniera altamente coordinata per cercare di sventare molte di queste attività”, ha affermato Gustav Gressel, analista russo presso il think tank Consiglio europeo per le relazioni estere, con sede a Berlino, “molte delle agenzie di sicurezza in Europa non sono all’altezza”. Il gioco dello spionaggio è antico come il mondo. Il capitolo 13 de “L’arte della guerra” di Sun Tzu, pubblicato intorno al V secolo a.C., è a esso dedicato. Scrive Sun Tzu:

  • Non procurarsi informazioni sul nemico, e combattere per anni, per evitare di compensare agenti segreti abili è dunque un’azione che va contro il popolo, è indegna di un generale, di un retto consigliere del sovrano, di una persona che possa raggiungere la vittoria.
  • Infatti, ciò che permette a un principe illuminato e a un abile generale di sottomettere il nemico e conseguire risultati straordinari, è la capacità di previsione.
  • Ma la “capacità di previsione” non è un dono degli Dei, né si ottiene interrogando spiriti e fantasmi, né con ragionamenti o calcoli. Si ottiene impiegando uomini che ci informano sulla situazione del nemico.
  • Per questo ci sono cinque tipi di agenti segreti: l’agente locale, l’agente infiltrato, l’agente doppio, l’agente sacrificato e l’agente sopravvissuto.
  • Quando questi cinque tipi di agenti lavorano in modo coordinato e nessuno riesce a scoprirne l’azione, costituiscono la “rete divina” e formano il tesoro di un sovrano.
  • Gli agenti locali sono reclutati nel territorio del nemico.
  • Gli agenti infiltrati sono reclutati tra i funzionari del nemico.
  • Gli agenti doppi sono spie nemiche reclutate da noi.
  • Gli agenti sacrificati sono nostre spie che diffondono false informazioni tra le spie nemiche. (NdA: sono spie a cui vengono date, consapevolmente, false informazioni, e poi inviate in missione e fatte cadere in mano al nemico. Quando queste spie, alla fine, riveleranno ciò che sanno, daranno al nemico, senza saperlo, delle false informazioni che saranno certamente prese per vere).
  • Gli agenti sopravvissuti sono quelli che riescono a tornare indietro recando informazioni (NdA: si tratta di persone intime al nemico, negli stadi più alti dello Stato Maggiore. Appena vengono a sapere qualcosa di vitale, vanno subito a riferire le loro scoperte, a prezzo della vita, se scoperti dai loro stessi compagni).
  • Fra tutti coloro che nell’esercito hanno incarichi vicino al comandante, nessuno gli è più intimo dell’agente segreto. Fra tutte le ricompense, le più generose sono quelle destinate all’agente segreto. Non c’è nulla di più riservato di quanto concerne le operazioni segrete.
  • Chi non sia avveduto e intelligente, umano e giusto, non può utilizzare correttamente l’agente segreto. Da agenti privi di intelligenza, non si ottengono informazioni utili.
  • Arte difficile! Davvero difficile! Non c’è circostanza in cui lo spionaggio non sia usato.
  • Se i piani riguardanti le operazioni segrete sono divulgati, l’agente che ha parlato si è condannato a morte da solo, insieme con tutti quelli con cui si è confidato.
  • Se vi sono esercito che desideri sconfiggere, città che desideri attaccare, nemici che desideri assassinare, devi prima conoscere l’identità dei comandanti, degli ufficiali di Stato Maggiore, degli alleati che vigilano agli ingressi. È compito dei tuoi agenti segreti riportarti informazioni dettagliate su ogni cosa.
  • Devi individuare gli agenti nemici venuti a spiarci, e tentare di comprarli perché passino al tuo servizio. Affida loro le istruzioni opportune e seguine con cura il comportamento. È così che si reclutano e poi si utilizzano gli agenti doppi.
  • È soltanto per mezzo degli agenti doppi, delle loro informazioni e col loro suggerimento, che gli agenti locali e gli agenti infiltrati vengono reclutati e impiegati.
  • È sempre tramite l’agente doppio che l’agente sacrificato, fornito di false informazioni, viene inviato al nemico per fargliele conoscere.
  • È ancora per mezzo dell’agente doppio che si possono utilizzare, al momento opportuno, gli agenti sopravvissuti.
  • Il comandante deve avere la conoscenza completa delle attività di questi cinque tipi di agenti, conoscenza che gli viene fornita dagli agenti doppi. Per questa ragione deve trattarli con massima generosità.
  • Perciò, soltanto un sovrano illuminato e un abile generale, capaci di utilizzare per le operazioni segrete gli uomini più intelligenti, possono essere certi del successo. In guerra le operazioni segrete sono essenziali: prima di fare qualsiasi mossa ci si deve basare su di esse.

 C’è da chiedersi se Putin abbia letto Sun Tzu. Da ex funzionario dei servizi probabilmente sì, ma da come si comporta non ha certo capito del tutto le sue raccomandazioni. C’è da sperare che i suoi antagonisti, responsabili delle agenzie europee, abbiano svolto meglio di lui i loro compiti a casa.  In accordo con le affermazioni di Sun Tzu, le espulsioni, o la distruzione delle reti russe, sono solo uno degli strumenti da utilizzare. I risultati migliori si ottengono convincendo gli agenti a cambiare posizione o a disinformare deliberatamente. Visto come stanno andando le cose, ricordando che l’attacco è spesso la migliore difesa, il buon momento per reclutare è proprio ora.

Riprendiamo due affermazioni di Sun Tzu: “Chi non sia avveduto e intelligente, umano e giusto, non può utilizzare correttamente l’agente segreto. Da agenti privi di intelligenza, non si ottengono informazioni utili” e “Chi non sia avveduto e intelligente, umano e giusto, non può utilizzare correttamente l’agente segreto. Da agenti privi di intelligenza, non si ottengono informazioni utili.”

 Tutto vero, ma il problema non è l’intelligenza degli agenti, ma la stupidità di chi viene spiato. Vale lo stesso principio di base della sicurezza informatica: “Non esistono hacker particolarmente geniali, ma responsabili di sistema particolarmente stupidi”.

Pensare che possa esistere un’agenzia di spionaggio popolata da soggetti di intelligenza particolarmente elevata è più una sciocchezza che un mito. I 400mila addetti allo spionaggio russo presentano una curva di distribuzione del talento, intelligenza, capacità, esperienza che non può che essere quella naturale, dalla tipica forma a campana con il 99,6 per cento di soggetti “medi” e due code pari ciascuno allo 0,2 per cento di soggetti particolarmente “sciocchi” o particolarmente di “genio”.

In altre parole, non è che chi spia debba essere particolarmente furbo e robusto, perché non ce n’è alcun bisogno. Gli spiati sono particolarmente ingenui e deboli. Lo spionaggio fa leva non sull’indebolimento dei punti di forza dell’avversario, ma sul rafforzamento, sull’uso efficace dei loro punti di debolezza.

Vedi i recenti sviluppi della politica italiana.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio chiede chiarimenti a Salvini, «deve spiegare i suoi rapporti con la Russia» e lancia l’allarme: «dobbiamo stare attenti alle influenze russe su questa campagna elettorale».

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, dichiara: «Il tema delle ingerenze nei processi elettorali in numerosi Paesi è oggetto di attenzione e quindi sarà oggetto di attenzione anche per l’Italia».

Enrico Letta, afferma: «Le rilevazioni sui legami tra Salvini e la Russia di Putin sono inquietanti, la campagna elettorale inizia nel modo peggiore, con una grandissima macchia su questa vicenda. Vogliamo sapere se è stato Putin a far cadere il governo Draghi».

A Montecitorio il Pd con Lia Quartapelle e Iv con Gennaro Migliore chiedono che il caso sia discusso sia in Aula con un’informativa urgente del ministro, sia in ambito COPASIR (Comitato per la sicurezza della repubblica), suscitando vibrata protesta dai banchi del Carroccio.

Di parere opposto Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, rispettivamente capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, quando dicono che: «Il governo è caduto per la scelta del Movimento 5 stelle e non per fantomatici motivi. Ringraziamo Gabrielli (responsabile COPASIR-) che con le sue parole ha messo a tacere l’odio, gli insulti e le falsità di Letta, Di Maio e di tutta la sinistra che in mancanza di argomenti concreti si aggrappa a squallide fake news». Come se il COPASIR potesse fare altro che tacere. Lo spionaggio si basa sul segreto e sulla discrezione. Anche sapendo si dice di non sapere. Con somma felicità di Socrate.

Matteo Salvini, dal canto suo, puntualizza: “La crisi di governo è stata dettata dalla Russia? Siamo seri».  Parla poi di «fesserie», di «gravissime fake news» e di un «fantasy sulla Russia che ha fatto cadere il governo». Chissà se Salvini sa che fantasy in inglese si riferisce a un genere letterario che implica mondi inventati, spesso basati su mitologie e folklore, dove regna la magia.

Continua Salvini: “Mi sembra la solita fantasia su cui c’è Putin, c’è il fascismo, il razzismo, il nazismo, il sovranismo. Non penso che Putin stia dietro al termovalorizzatore di Roma».

Dall’evidenza sperimentale si può concludere che no, Salvini non ha la minima idea di cosa sia la fantasy in inglese. Fantasia, nell’accezione da lui utilizzata, si deve tradurre in inglese con Imagination, Whim. A dire il vero, anche l’italiano lascia a desiderare.

Sempre Salvini: «due persone che hanno parlato prima di me hanno fatto cadere il governo, Di Maio e Conte, punto, poi non so su indicazione di chi». Al solito. Dire e non dire, impiantare il dubbio, alimentare i sospetti, le congiure…

Berlusconi tace, forse perché quando ha telefonato a Putin, dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina, il suo grande amico non gli ha risposto.

Non serve andare a cercare chissà quali retroscena, costruire complicate relazioni di causa effetto, in uno sforzo dietrologico che serve a poco o a nulla. Sempre ricordarsi del frate francescano Guillelmus de Ockham, in italiano Guglielmo da Occam e del suo famoso rasoio. Principio da lui formulato nel XIV secolo, ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno, che recita: “Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora.”

(“Si fa inutilmente con molte cose ciò che si può fare con poche cose.”)

Il rasoio di Occam (in latino: Novacula Occami), conosciuto anche come principio di economia, o principio di parsimonia, è un principio metodologico che indica di scegliere, tra più soluzioni possibili di un problema, quella più semplice. Riassume, semplificando il concetto al massimo, il principio del valore della spiegazione più semplice.

La metafora del rasoio concretizza l’idea che sia opportuno, dal punto di vista metodologico, eliminare nettamente le ipotesi più complicate. Il principio può essere formulato come segue: «A parità di fattori, la spiegazione più semplice è quella da preferire.»

Dunque non stiamo a perdere tempo nel ricostruire chissà quale sequenza di eventi che hanno portato a conclusioni e azioni non del tutto chiare.

La spiegazione più semplice del perché cadano i governi, del perché ci siano politici che si comportino in modo sospetto, del perché agli elettori importi poco o nulla di cosa facciano i loro rappresentanti o di chi andare a votare, è, come suggerisce Cipolla nel suo fondamentale saggio, lettura caldamente consigliata, “Allegro ma non troppo con le leggi fondamentali della stupidità umana”, che la percentuale di imbecilli è costante, non importa quale sia il contesto oggetto di analisi.

Estendendo il concetto, la percentuale di “imbecilgente”, citazione dal premio Nobel Dario Fo, è una costante, ovunque si guardi. Non importa il paese, o l’agenzia di spionaggio.

Le disgrazie dei cinque politici di cui sopra non sono quindi coincidenze, ma l’espressione di una sola costante: l’imbecillità. La nostra imbecillità. Nessuno si chiami fuori.

Raccomandazione finale. Come dice il Saggio: “Entrate in politica solo se avete il sedere più liscio di un bimbo appena nato, perché se avete anche un solo pelo, per quello vi impiccano”.

Chi?

I servizi.

Non per loro merito, ma per nostra dabbenaggine.

Meditate.

Tags: putinservizi segretispie
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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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