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DOTTOR CARACCIOLO, LA CHIAMI PURE “GUERRA” SENZA RISPETTO DEL COLLEGA RUSSO…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
29/03/2022
in EDITORIALI
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Sbigottito nel vedere battaglioni di super-esperti fucilati a morte dalle raffiche di domande insulse sul modello “quando finirà, secondo lei, la guerra?”, il telespettatore disarmato adesso deve subire le dissertazioni etimologiche sulla terminologia con cui viene etichettata la più grande vergogna del Terzo Millennio.

Lontano dal telecomando – come un ferito che cerca di raggiungere l’inarrivabile pistola cadutagli a pochi centimetri di eccessiva distanza – il quisque de populo non riesce a premere il suo “bottone rosso”, quello per spegnere (e certo non per fare un inutile zapping) l’ipnotico schermo.

Tramortito dal veder interloquire i conduttori con la gang di geopolitici (che senza pietà ha eliminato fisicamente la terribile banda degli epidemiologi), il cittadino qualunque (e non quello qualunquista) si domanda se il refrain “ci dica, sulla base della sua esperienza” sia frutto di una profonda mancanza di riguardo nei confronti degli intervistati.

Esperienza? Ma qualcuno di loro – eccezion fatta per qualche documentario su History Channel – ha mai visto una guerra? Perché costringerli ad elucubrazioni fantasiose?

Siccome le previsioni, che evocano il ricordo di numi tutelari come il memorabile Mago di Arcella o altri bizzarri personaggi, vengono incenerite dal loro mancato materializzarsi, per “rimanere sul pezzo” si ingaggiano temerarie disfide lessicali.

Ieri sera, ospite di “Otto e mezzo” a La7, Lucio Caracciolo ha ritenuto di non “ferire” la suscettibilità del giornalista economico russo Alexey Bobrovsky e al minuto 4 e 57 secondi se ne è uscito in un improvvido “chiamiamola «operazione speciale» per rispetto del collega”

Nonostante Caracciolo abbia sempre parlato di “guerra”, non tutti hanno apprezzato l’atteggiamento di cortesia e quella frase non ha faticato a rimbalzare sui social e ad innescare le polemiche più diverse.

A questo punto è d’obbligo contestualizzare quell’espressione infelice e riportare testualmente le parole di Caracciolo.

“Lascia un po’ il tempo che trova come chiamare questa guerra, che ovviamente è una guerra. E’ una guerra in cui fra l’altro non è mai stato ben chiarito – chiamiamola operazione speciale per rispetto del collega – in cui non è mai stato chiarito quale sia l’obiettivo di questo operazione speciale. Cambia quasi di giorno in giorno adesso c’è stato comunicato dal Cremlino che l’obiettivo è quello della liberazione del Donbass e quindi il collegamento con la Crimea che, dopo avere cercato di prendere Kiev, mi pare un leggero ripiegamento….”

Se non a tutti viene spontanea l’astensione da qualunque gesto cavalleresco nei riguardi di chi è megafono della propaganda, è forse bene leggere (o rivedere il video da cui è stata ricavata la trascrizione) le parole di Bobrovsky.

“La tradizione russa è quella di stare molto attenti alle parole, alla scelta del lessico. Così come il nostro Presidente – che a differenza degli americani – sta molto attento quando sceglie le parole. L’operazione speciale militare in Ucraina la chiamiamo così noi non abbiamo una guerra in corso contro l’Ucraina, abbiamo un conflitto con le persone che con le parole naziste, con dei gesti nazisti hanno preso in sostanza in ostaggio le città e la popolazione ucraina. E quindi noi stiamo molto attenti a spiegare che noi non stiamo facendo la guerra al popolo ucraino, che per noi è un popolo fraterno, che ha sempre avuto delle relazioni amichevoli con noi. E’ proprio questo il motivo per cui utilizziamo queste parole”.

Le frasi del giornalista russo sono illuminanti e dobbiamo farne tesoro. Nessuno di noi poteva credere che l’essere un “popolo fraterno” e avere “relazioni amichevoli” potesse essere tanto pericoloso.

Per evitare che qualcuno ricambi la più affettuosa amicizia con bombe (“petardi festosi” nella probabile locuzione moscovita), stragi (“azioni di riduzione demografica”), stupri (“generose avances non totalmente ricambiate”) e saccheggi (“redistribuzione dell’iniqua proprietà privata”), consiglierei subito a tutti di litigare il prima possibile con chiunque capiti a tiro, soprattutto se gli si vuole bene.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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