Tra gli elementi fondativi dell’Europa vi è quello della cristianità. Gli storici ed i politologi, indipendente dal credo, concordano sul fondamento del Cristianesimo tra le radici della civiltà occidentale.
L’Europa, intesa come Unione Europea, purtroppo è asfittica, incapace di decidere per l’astruso meccanismo dell’unanimità delle decisioni. Come possono ventisette Paesi concordare sempre su tutto? Mission impossible, in politica, in economia ed in qualsiasi altro campo. Su queste righe, nel commentare il bel libro di Sylvie Goulard “Grande da morire” si è evidenziato come il pensiero dell’autrice ponga l’accento sul fatto che il criterio dell’unanimità sia deleterio per l’Unione Europea e per il suo funzionamento. Un sistema di veti e ricatti è in grado di bloccare ogni decisione.
Sulla stampa abbiamo letto lo straziante testamento di una delle giornaliste uccise a Gaza delle truppe israeliane. “Per errore” ma quanti errori sono stati compiuti per combattere Hamas da parte dell’esercito, sempre più riluttante ad obbedire a folli ordini? Se si bombarda un ospedale per errore pare una delle tante bugie di Pinocchio, tranne che quelle erano innocue all’interno del celebre romanzo del Collodi.
Trascriviamo il testo del testamento, non per il gusto del macabro, ma per sollecitare le cristiane coscienze europee. Scrive Marian Abu Dagga al figlio di dodici anni: “Ghait, cuore ed anima di tua madre, ti prego di non piangere, ma di pregare per me, così che io possa restare serena. Voglio che tu tenga la testa alta, che studi, che tu sia brillante e distinto, e che diventi un uomo che vale, capace di affrontare la vita, amore mio. Non dimenticare che io facevo di tutto per renderti felice, a tuo agio ed in pace, e che tutto ciò che ho fatto per te. Quando crescerai, ti sposerai ed avrai una figlia chiamala Mariam come me”.
Non mi vergogno, anzi ne sono fiero, più leggo queste dolci parole più mi viene da piangere. Qualcuno trova normale che una giornalista, non malata terminale, scriva tali frasi in un testamento al figlio dodicenne? Europa dalle radici fondanti nel Cristianesimo e nel Cattolicesimo batti un colpo. Purtroppo, come una vecchia canzone di Mina, solo “Parole, parole”. La voce che più si erge alta è quella del Santo Padre Leone XIV riprendendo quella di Papa Franceso. Lo Stato Vaticano è l’unico che non può comminare alcunché se non richiamare alla fede, alla pace, al senso di umanità ed a tutti i temi morali e cristiani.
I tanti Stati europei condannano, esecrano o per dirla con la rima della canzone “Don Rafae’ di Fabrizio De André: “Prima pagina, venti notizie ventuno ingiustizie e lo Stato che fa. Si costerna, s’indigna, s’impegna. Poi getta la spugna con gran dignità”.
Pare di leggere la costernazione quotidiana dei moltissimi politici europei incapaci prendere una decisione concreta, a parte belle e retoriche parole. I tanti che professano la loro fede ed obbedienza alla religione cattolica, ovviamente solo per scopi politici, che vanno in chiesa a confessarsi e prendono al Comunione, hanno il coraggio di guardarsi allo specchio senza la maschera del boia?
Cara Europa, nata sul sangue di generazioni di valorosi di ogni settore, batti un colpo, fai uno scatto di reni, agisci concretamente, non solo con parole, e dimostra di essere degna dei tuoi valori fondanti.