Ipotesi: vi siete stufati di pagare l’abbonamento per archiviare i vostri dati, foto, video, documenti vari nel cloud del fornitore da voi scelto, ad esempio Apple, Google, o Microsoft. Scelta quasi obbligata visto che di spazio di archiviazione gratuito ne offrono proprio poco e potere fare il back-up in modo sicuro e accessibile, da ogni dispositivo, è cosa necessaria, oltreché gradita.
Volete chiudere l’abbonamento perché vi siete stufati del digitale, oppure avete trovato un’opzione migliore fra le tante disponibili: Dropbox, Backblaze, Spideroak, Bublup, Box, Jottacloud, Icedrive, Mega, Internxt, Terabox, Nextcloud, Wasabi, Boxcryptor, Zoolz, SugarSync, Nordlocker, Degoo e la lista non è completa.
Tesi: Che accade agli anni e anni di vostri dati accumulati nel cloud se annullate l’abbonamento in essere?
Dimostrazione: per limiti di spazio non possiamo coprire tutti i casi esistenti, quindi ci dedichiamo ai quattro più noti. Ecco cosa succede ai vostri dati se smettete di pagare e cosa dovete fare con i vostri file se annullate l’abbonamento al servizio cloud.
Cominciamo con Apple iCloud+. I prezzi per lo spazio di archiviazione partono da € 0.99 al mese per 50 GB di spazio, fino a € 9,99 al mese per 2TB. Tutti i piani iCloud+ includono relay privato iCloud, “Nascondi la mia email”, un dominio email personalizzato e i videosicuri di HomeKit. L’abbonamento si può gestire dall’iPhone andando su Impostazioni, selezionando prima il proprio nome e poi Abbonamenti, oppure da Mac selezionando Impostazioni di Sistema, poi il proprio nome e infine iCloud.
Se annullate lo spazio di archiviazione iCloud+, vi verranno di nuovo assegnati gratuitamente 5 GB. Se al momento della disdetta avete più di 5GB di dati conservati nel vostro iCloud+, non potrete eseguire backup, o sincronizzare nuovi file, fino a quando non liberate spazio, il che significa eliminare file esistenti per aggiungerne di nuovi.
Peccato che non sia del tutto chiaro cosa farà Apple dei vostri dati. Dalla documentazione ufficiale si deduce, perché non viene detto esplicitamente, che i file verranno posti in uno stato di sola lettura, senza possibilità di backup fino a quando non si libera spazio, o viene aumentato il proprio piano di archiviazione. I termini e le condizioni contrattuali di iCloud+ stabiliscono che se non viene eseguito il backup di un dispositivo per 180 giorni, Apple “si riserva il diritto” di eliminare tutti i backup esistenti (compresi foto e video). Il che implica che Apple potrebbe eliminare i tuoi file, ma potrebbe anche non farlo… .
Data la tempistica indicata, è improbabile che accada qualcosa ai vostri file nei giorni successivi alla vostra disdetta. Tuttavia, è altamente consigliato eseguire, il prima possibile, il backup dei propri file da qualche altra parte, tanto per essere sicuri di non perdere nulla nel caso che Apple proceda con le sue non del tutto chiare politiche relative all’annullamento del piano di archiviazione sul suo cloud.
Se invece state pagando Google, ovvero avete sottoscritto il servizio Google One, le opzioni di prezzo partono dal piano Basic a € 1,99 al mese, che offre 100 GB di spazio, fino al Google AI Pro da 2 TB a 21,99 euro al mese, intelligenza artificiale Gemini, versione pro, compresa nel prezzo, oltre a vari altri extra. Il tutto è gestibile tramite il cruscotto (dashboard) di Google One sul Web.
Avete deciso di annullare l’iscrizione a Google One? Tornate ad avere 15 GB di spazio di archiviazione su Gmail, Google Foto, Google Drive e le altre app di Google. Se lo avete saturato, le suddette app si bloccano. Non sarete in grado, ad esempio, di inviare o ricevere email in Gmail, o creare nuovi file in Google Documenti.
Non sarete nemmeno in grado di sincronizzare nuovi file su Google Foto, o Google Drive. Dice Google che se si supera il limite di spazio di archiviazione gratuito, “tutti i contenuti che contano per la quota di archiviazione potrebbero essere eliminati”. Condizionale alquanto pesante…
I vostri file sono al sicuro da questo destino per due anni dopo la disdetta, ma a meno che decidiate di non volere più utilizzare Gmail e altre app Google, dovrete liberare spazio, o eseguire il backup dei vostri file da qualche altra parte. Si ringrazia Google di mettere a disposizione Google Takeout, modo abbastanza semplice per scaricare tutto dallo spazio cloud di Google.
Tocca ora a Microsoft Onedrive. Come per Apple e Google, lo spazio di archiviazione di Microsoft OneDrive include varie chicche gratuite, non ultimo Microsoft Office e l’intelligenza artificiale di Copilot se scegliete livello di archiviazione più elevato da 1 a 10 TB, che costa 10 euro al mese. La proposta base, la più semplice, da 100 GB, chiede 2 euro al mese.
Lo spazio gratuito di archiviazione cloud di OneDrive, legato a un account Microsoft, è di 5 GB. Se l’abbonamento viene annullato è qui che si torna. Dice Microsoft che se nel farlo superate il limite dei 5 GB, non sarete in grado di sincronizzare nuovi file, mentre quelli esistenti rimangono disponibili, ma in sola lettura. Inoltre, non sarete in grado di inviare, o ricevere, messaggi di posta elettronica in Outlook.com, o messaggi di Teams con allegati.
Microsoft vi dà sei mesi per decidere cosa fare con i file nel vostro account OneDrive. Poi “potrebbe” (il condizionale pare che piaccia a tutti) decidere di eliminare i file che avevate sui server di Microsoft. Una volta cancellati, avverte Microsoft, lo sono per sempre. Se volete conservarli dovete scaricarli e spostarli da qualche altra parte (i client OneDrive per Windows e macOS possono esservi di aiuto).
A differenza di Google, Microsoft tratta separatamente il servizio di cloud storage e di archiviazione della posta elettronica. Con Outlook avete 15 GB di spazio cloud gratuito, che cresce a 100 GB se pagate 2 euro al mese. Comunque, non potete inviare, o ricevere, posta elettronica se avete superato la capacità di memoria. Per ricominciare a utilizzarla dovrete svuotare, ripulire la casella di posta.
Per finire, ecco Dropbox. Gli utenti di Dropbox ottengono gratuitamente 2 GB di spazio di archiviazione nel cloud. I piani a pagamento partono da 11,99 euro al mese per 2 TB con la possibilità di trasferire file fino a 50 GB di dimensione massima, per arrivare ai 19,99 euro al mese per 3 TB di spazio di archiviazione e trasferimento file fino a 100 GB.
Se memorizzi più di 2 GB di file nel tuo Dropbox e poi smetti di pagare, ai file non succede nulla, non c’è data di scadenza, rimangono permanentemente così come sono, sia nel cloud, sia sui vostri dispositivi sincronizzati. Tuttavia, non sarà possibile aggiungere nuovi file e tutte le modifiche, apportate localmente, non verranno sincronizzate con il cloud.
Dropbox, a differenza dei suoi immediati concorrenti, non utilizza condizionali più o meno minacciosi. La sua strategia è finalizzata a incoraggiare gli utenti a iscriversi a un altro piano a pagamento così che possano riprendere da dove avevano interrotto.
Si possono utilizzare i client Dropbox per Windows e macOS per sincronizzare i file dal cloud ai propri dispositivi e da lì ad altre posizioni e servizi di backup. Una volta che i file sono stati spostati, o eliminati, dalla cartella Dropbox sul vostro computer, verranno cancellati anche dal cloud.
In conclusione: non importa quale sia il fornitore scelto, fate sempre e comunque attenzione.
Sappiate sempre cosa state archiviando. Selezionate cosa conservare in base all’importanza dei dati.
Ogni fornitore ha le sue regole e propone i suoi contratti. Non siate pigri, non arrendetevi davanti alle decine di pagine di articoli e clausole. Leggere prima di sottoscrivere è indispensabile.
Non fatevi fregare.