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SI SUICIDA NELLA TURBINA DELL’AEREO MA PER L’ENAC NON E’ STATA VIOLATA LA SICUREZZA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
12/07/2025
in EDITORIALI
SI SUICIDA NELLA TURBINA DELL’AEREO MA PER L’ENAC NON E’ STATA VIOLATA LA SICUREZZA
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L’avvocato Pierluigi Umberto Di Palma, presidente dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), ha dichiarato all’ANSA che “il presidio di sicurezza ha funzionato e non ha mostrato buchi” e ha spiegato che “l’Enac non ha alcuna preoccupazione sulla sicurezza della struttura aeroportuale e del trasporto aereo”.

Quel poveraccio di Andrea Russo, trentacinque anni finiti tritati dalle eliche di un aviogetto di linea, non deve fare notizia e tantomeno suggestionare i più sensibili.

E’ giusto non fare allarmismo in un periodo in cui sono sufficienti gli episodi di cronaca a stordire il quisque de populo, ma riesce proprio difficile sostenere che la situazione sia sotto controllo.

Cosa sarebbe successo se a scavalcare le misure di sicurezza, invece di un disperato, fosse stato un terrorista suicida farcito di esplosivo?

Il discorso potrebbe facilmente fermarsi qui perché nessuno sarebbe disposto a intavolare discussioni o ad ammettere la concreta possibilità di rischi in una stagione “climaticamente” già difficile in ogni angolo del mondo.

Ma il fatto resta e con quel che è accaduto rimangono le legittime preoccupazioni di chi ha coscienza dell’escalation bellica e terroristica che il pianeta è costretto a vivere.

L’esistenza di controlli e protezioni all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio non tranquillizza affatto, perché come la buonanima di Andrea Russo ha palesemente dimostrato non sono servite ad evitare la disgrazia. La straziante scena poteva essere ancor più orripilante se quel velivolo pronto a decollare fosse saltato in aria maciullando passeggeri ed equipaggio.

Le misure di sicurezza non sono un semplice adempimento formale per “stare a posto” con le tante leggi in materia. Devono essere efficaci (far bene il loro mestiere) ed efficienti (scattare tempestivamente e senza intoppi in caso di necessità) e non semplicemente esser state installate o ancor peggio soltanto comprate…

La “security” è una cosa seria che non si liquida asserendo che i varchi di accesso e di uscita erano “allarmati” e “presidiati”. Sbaglia chi è convinto che a bloccare un malintenzionato basti un campanello che trilla nel frastuono o la semplice presenza di un pur volenteroso addetto alla vigilanza che non corre da quando era alle scuole medie.

E se ha ragione l’avvocato Di Palma a dire che è tutto ok, quale dramma avrebbe potuto prendere forma nell’area di decollo se la sicurezza fosse stata “insufficiente”? Ci sarebbe stato Godzilla che afferrava l’aeroplano come nelle sequenze cinematografiche della storica pellicola?

La tragedia è impietosa cartina al tornasole che è successo qualcosa che non doveva capitare. Se è vero che Russo sarebbe prima o poi e chissà dove  riuscito a togliersi la vita e non era l’ENAC a dover impedire quel tipo di tragedia, è altrettanto planare che uno scalo aeroportuale non doveva essere il palcoscenico di una così macabra avventura.

Il problema è e resta la vulnerabilità delle precauzioni che dovrebbero blindare una infrastruttura critica. Ma si fa prima a dire che non è successo nulla. Tanto nel giro di qualche giorno tutti avranno dimenticato e il problema è risolto…

E così è stato. Due giorni dopo – a Prato – un pluripregiudicato criminale cinese riesce a togliersi le manette e a scappare indisturbato dagli uffici della Questura. E’ un boss della droga che – acchiappato con grandi sforzi investigativi – passa dinanzi al piantone della caserma che naturalmente non gli chiede da dove salti fuori e dove stia andando.

Complice lo stereotipo dell’orientale che non pronuncia la “R” è facile immaginare l’agente di turno – come Titti alle prese con Silvestro – che esclama “mi è semblato di vedele un gatto”. E’ meno comprensibile il commento del Procuratore Capo della città toscana che dichiara ai giornali che è tutta colpa degli organici di polizia inadeguati.

Mi permetto di obiettare. Non è la quantità, ma la qualità quella che conta. E forse l’inadeguatezza sta proprio lì. In qualunque settore.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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