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I GIORNI DEL GETTONE E LE NOSTALGIE PRE-DIGITALI

Marco Mastrilli di Marco Mastrilli
01/01/2024
in CITTADINI E MINORI
I GIORNI DEL GETTONE E LE NOSTALGIE PRE-DIGITALI
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TE LO LEGGO IO

Nel disordine della modernità, stiamo ormai navigando tra due estremi: la rapida evoluzione tecnologica e un crescente senso di nostalgia per i “vecchi tempi”, quelli più semplici. Questo contrasto, ricco di ironia e complessità, stimola un’analisi profonda e forse un po’ umoristica della nostra società.

Da un lato, l’era digitale ci ha regalato strumenti e tecnologie che semplificano la vita quotidiana. Smartphone, intelligenze artificiali e realtà virtuale sono diventati i nuovi protagonisti del nostro quotidiano, rendendo obsoleti oggetti che un tempo consideravamo indispensabili. Ricordate i telefoni a disco o le cabine telefoniche? Sono diventati quasi reperti archeologici in un mondo che preferisce le chat istantanee.
Insomma, il carica batterie ha definitivamente soppiantato quel gettone che albergava anche per settimane nella tasca dei jeans. 

Ma, in un curioso ribaltamento, assistiamo anche a un rinnovato interesse verso il passato. Il vinile, per esempio sta vivendo una seconda giovinezza, sfidando la convenienza dei servizi di streaming musicale, come Spotify. Le macchine da scrivere, le Polaroid, e persino i giochi da tavolo stanno ritrovando una loro nicchia, testimonianza di una nostalgia che si insinua tra le pieghe dell’innovazione.

Questo dualismo non è solo una questione di gusti o tendenze, ma riflette un più profondo bisogno psicologico. Da una parte c’è la tecnologia che promette efficienza e connettività estrema, ma dall’altra, fa capolino la nostalgia che ci riporta a un’epoca percepita come più autentica e meno frenetica.

In un mondo in cui tutto è disponibile con un clic, la lentezza e la materialità del passato offrono forse un rifugio, un ritorno a un’umanità più tangibile, evocando quei mediatori, caldi  e analogici, che faceva della nostra vita un contenitore didattico attivo.

Il contrasto si estende anche al modo in cui interagiamo socialmente. I social media ci hanno connesso come mai prima d’ora, ma paradossalmente hanno anche amplificato un senso di isolamento e superficialità nelle relazioni. Ci troviamo a rimpiangere le conversazioni faccia a faccia, quelle serate passate a parlare fino a tardi senza l’interferenza di uno schermo.

Questo fenomeno non è esente da ironia. Mentre da un lato celebriamo i progressi tecnologici, dall’altro sembriamo disperatamente attaccati a un passato idealizzato e questa contraddizione porta a domandarsi se stiamo veramente andando avanti o stiamo semplicemente girando in cerchio in questo vivace carosello.

Il nostro gettone telefonico diventa una metafora della nostra attuale esistenza. Un tempo, quel piccolo disco metallico era il passaporto per la connessione, un gesto tangibile che ci avvicinava alle voci lontane per un tempo determinato di pochi minuti. Aveva il valore del peso delle parole, del tempo e della scelta.

Tra i selfie e i ricordi seppia, ci possiamo muovere come acrobati sopra il filo del tempo, imparando a ridere di fronte a ogni “errore 404” di questa vita in cui la resilienza è un super potere. E così, nel nostro viaggio tra byte e ricordi, il vero trucco non sarà correre sempre più veloci, ma assaporare ogni momento come se fosse un gettone d’oro per la giostra d’antan. E forse, proprio in questa comica marcia indietro, imboccheremo la strada verso un futuro dove ogni piccolo dettaglio, compreso, spero, questo finale, lascerà un sorriso sulle nostre labbra.

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Marco Mastrilli

Marco Mastrilli

Ho radici profonde a Roma, città in cui sono nato nel 1964 e dove attualmente vivo e lavoro. La mia formazione accademica è incentrata sulle Scienze Sociali, con una Laurea che ha costituito il fondamento del mio percorso professionale, arricchita con due Master Universitari, uno in Gestione delle Risorse Umane e un altro in Tecniche di Analisi della Persona. La mia carriera ha conosciuto diverse sfaccettature, iniziando con il servizio nell’Arma dei Carabinieri in giovane età che ha rappresentato un’esperienza fondamentale nel mondo delle istituzioni e ha plasmato il mio approccio alla ricerca della verità, alla giustizia e all’informazione accurata. Successivamente ho abbracciato il mondo del business, occupando ruoli di management in ambito multinazionale e sviluppando competenze nel campo del marketing, della comunicazione e delle vendite. Questo background mi ha permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche comunicative in modo approfondito, contribuendo all’acquisizione di competenze che ritengo fondamentali nel giornalismo moderno. Ho avuto il privilegio di scrivere e pubblicare quattro sillogi poetiche che rappresentano un importante riflesso della mia espressione artistica e della mia sensibilità verso l’uso delle parole. Parallelamente alla mia carriera civile, ho conservato un forte legame con le istituzioni, mantenendo attiva la mia partecipazione come ufficiale del Corpo Militare CRI, dove attualmente ricopro il ruolo di Capo Ufficio Operazioni e Addestramento per l’Italia Centrale. Questo impegno mi ha insegnato l’importanza della leadership, della gestione delle emergenze e della solidarietà in situazioni critiche, mantenendo sempre attiva l’attenzione verso la persona e l’umanità che essa sottende. Sono Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma, un riconoscimento che testimonia il mio impegno nel rispettare gli standard etici della professione. La mia passione per la scrittura e la ricerca della verità mi hanno spinto a perseguire questa strada che mi stimola a informare e coinvolgere il pubblico, attraverso articoli che spero contribuiscano a diffondere cultura e consapevolezza nella nostra società. Sono entusiasta di continuare a contribuire alla narrazione informativa e alla diffusione della conoscenza attraverso le pagine di questa rivista.

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