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BUCO O FORO… ?

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
13/10/2023
in SCENARI
BUCO O FORO… ?
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TE LO LEGGO IO

La vita è tutta un quiz… Domanda: che differenza c’è fra un buco e un foro?

Verifichiamo se avete la risposta corretta con una breve spiegazione. Prendiamo un muro spesso un metro. Togliamo 40 centimetri di mattoni. Siete in grado di passare dall’altro lato del muro? Se ci provate date una bella facciata sui 60 centimetri di mattoni ancora presenti. Abbiamo scavato un buco.

Prendete lo stesso muro e togliete un metro di mattoni. Potete passarci attraverso. Ora avete un foro.

La risposta al quiz è che il buco non è passante, un foro sì.

Premessa necessaria per parlare del buco dell’ozono. Avete presente le immagini di una minacciosa zona nera galleggiare sopra l’Antartide e con toni sempre allarmati si racconta di come lo strato dell’ozono, gas indispensabile per proteggerci dalle radiazioni ultraviolette, sia in pericolo?

Andiamo a raccontare di buchi che non sono fori, che si restringono e si allargano e non sappiamo perché, anche se eravamo convinti di saperlo.

Il motivo scatenante sono le misurazioni del 16 settembre scorso effettuate dai sensori del satellite Copernicus Sentinel-5P. Si è visto che il buco, non foro, ha raggiunto la dimensione di 26 milioni di chilometri quadrati. Più o meno tre volte il Brasile.  

Foto 1. Rilevamento satellite Copernicus Sentinel-5P del 16 settembre 2023

Procediamo con ordine. Cos’è l’ozono e cosa sono le radiazioni ultraviolette.

L’ozono è un gas le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno e forma uno strato nella stratosfera chiamato ozonosfera. La stratosfera è quella parte dell’atmosfera terrestre compresa fra gli 8 (ai poli) e i 20 (all’equatore) chilometri di quota. L’ozonosfera è di vitale importanza per garantire la vita sulla Terra perché l’ozono assorbe la radiazione ultravioletta presente nello spettro solare.

Il Sole emette fotoni in una vasta gamma di frequenze, compresi quelli della luce ultravioletta.  I raggi ultravioletti, per gli amici UV, quando si ha a che fare con i loro effetti con la salute umana, vengono divisi in differenti bande: UV-A (400-315) nm, UV-B (315-280) nm) e UV-C (280-100) nm. La sigla nm sta per nanometri, ovvero miliardesimi di metro.

I raggi ultravioletti interagiscono con le molecole organiche e sono responsabili di fenomeni quali l’abbronzatura, le efelidi, gli eritemi solari. Sono anche la causa principale dei tumori della pelle. Qualsiasi organismo vivente viene seriamente danneggiato dai raggi UV provenienti dal Sole. Se non ci fosse l’atmosfera terrestre e in essa l’ozonosfera, sarebbero guai seri, molto seri. Il 99 per cento degli ultravioletti che raggiungono la superficie terrestre sono UV-A e sono indispensabili alla maggior parte dei vertebrati terrestri, visto che, partecipando alla formazione della vitamina D, sono responsabili del rafforzamento delle ossa. Il 95 per cento degli UV-B e il 100 per cento degli UV-C, che fanno male assai, sono filtrati e assorbiti. Quindi l’UV giusto, nella giusta dose, ha effetti benefici. Altrimenti causa danni alla salute.

Torniamo al buco, che non è un foro, il che implica che gli ultravioletti dannosi, comunque non passano.

Interessante notare che sia un fenomeno ad andamento stagionale, come verificato nel 1985, dal team di scienziati britannici guidati da Joseph Farman. A seconda della stagione il buco si riempie e si svuota. All’inizio della primavera, quando la stratosfera sopra l’Antartide è molto fredda, è più grande e profondo. Le basse temperature, al di sotto dei -78°C, creano condizioni favorevoli alla formazione delle nubi stratosferiche polari (PSC), costituite da cristalli di ghiaccio e goccioline di acido nitrico, che forniscono la superficie su cui gli atomi di cloro e bromo possono reagire per formare composti che distruggono l’ozono.

Man mano che la primavera avanza, la stratosfera sopra l’Antartide si riscalda e le PSC scompaiono. L’ozonosfera inizia a riprendersi e il buco si riempie completamente, non si chiude, verso la fine di dicembre-inizio di gennaio.

Prima del 1978 il buco dell’ozono non c’era, o meglio non sapevamo che ci fosse. Le prime osservazioni sono state effettuate nel 1978 dal satellite Nimbus-7 della NASA, dotato di un sensore chiamato Spettrofotometro Dobson capace di misurare la quantità di ozono stratosferico.

Nel 1986, viene scoperto che la diminuzione dell’ozono è causata da reazioni chimiche che coinvolgono cloro e bromo da sostanze umano-prodotte, come i clorofluorocarburi (CFC), composti chimici a lunga durata, presenti in tutti i frigoriferi a casa di ciascuno, che possono rimanere nell’atmosfera per decenni. Trasportati nella stratosfera dai venti, vengono scomposti dai raggi ultravioletti del sole. Gli atomi di cloro e bromo, così rilasciati, reagiscono con le molecole di ozono formando composti che non sono più in grado di assorbire la radiazione UV. Quindi più radiazioni UV possono raggiungere la superficie terrestre.

Si hanno così gli ingredienti per generare grande preoccupazione a livello internazionale e richiesta di sostanziosi fondi di ricerca:

  • c’è qualcosa che non si vede, ma c’è;
  • si ha a che fare con un fenomeno causato dalle attività umane, da tutti e da nessuno, con conseguenze terribili per tutti;
  • non si è del tutto sicuri del perché e del per come. Potrebbe essere un fenomeno naturale. Le eruzioni vulcaniche possono rilasciare nell’atmosfera sostanze che possono distruggere l’ozono, come il cloro e il bromo. Alcuni processi chimici naturali possono contribuire alla distruzione dell’ozono.
  • nel dubbio vale sempre il principio di prudenza. Non sapendo, si evita. Nel 1987, è stato firmato il Protocollo di Montreal, accordo internazionale per ridurre ed eliminare gradualmente l’uso dei CFC e di altre sostanze che danneggiano l’ozonosfera. Grazie al trattato, si stima che lo strato di ozono si riparerà completamente entro la fine del secolo.

Quindi, tutti contenti? Gli attivisti che hanno visto firmare il protocollo. Gli scienziati che hanno accesso a bei fondi di ricerca. L’opinione pubblica tranquillizzata. Una certa dose di politici che hanno fatto carriera. Tour operator che colgono l’opportunità di fare vedere il buco dell’ozono da vicino organizzando piacevoli crociere nei mari dell’Antartide, nella primavera australe.

Non proprio. C’è sempre qualcuno o qualcosa a guastare la festa, vedi il buco dell’ozono 2023. Iniziato presto, è cresciuto rapidamente da metà agosto. Il 16 settembre ha raggiunto la dimensione record di oltre 26 milioni di chilometri quadrati, rendendolo uno dei più grandi mai registrati. Perché? Come mai?

Qualche dubbio sta prendendo forma. Forse non ne sappiamo abbastanza. Forse il fenomeno ha una componente naturale molto più importante di quanto si pensasse. Magari è antico come l’atmosfera che ci circonda, ma non sapevamo che ci fosse perché non eravamo in grado di osservarlo.

C’è un importante lezione da imparare, molto utile per gestire il riscaldamento globale.

Forse le possibili prossime venture modifiche climatiche sono del tutto naturali. Non c’è nulla che noi arroganti piccoli omini si possa fare per cambiare le tendenze.  Invece di sprecare soldi e soprattutto tempo per trovare modi di controllare la natura, dovremmo preoccuparci di definire le modalità necessarie per affrontare i cambiamenti ineluttabili nel prossimo futuro.

Invece di cercare di fermare la crescita del livello del mare, possiamo smettere di costruire case con le fondamenta nell’acqua e spostarci più all’interno, in zone sicure.

Invece di spendere denaro in ricerche che fanno prosperare chi le conduce, usiamolo per mettere a punto piani di intervento.

Possibile che non si riesca a essere un pochino più saggi?

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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