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DSA E DMA: C’È CHI NON È FELICE PER NULLA…

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
25/08/2023
in TECNOLOGIA
DSA E DMA: C’È CHI NON È FELICE PER NULLA…
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TE LO LEGGO IO
25 agosto 2023. Data da ricordare perché entra in vigore la prima fase delle nuove e rivoluzionarie regole digitali dell’Unione Europea. Presentate dalla Commissione europea al Parlamento e al Consiglio dell’Unione europea a dicembre 2020, DSA (Digital Services Act) e DMA (Digital Markets Act) sono le normative, fondate sul rispetto dei diritti fondamentali in tutta l’UE, nate per regolamentare in maniera ancor più definita lo spazio digitale con l’obiettivo strategico di renderlo più sicuro e aperto.
 
Il DSA, in italiano normativa sui servizi digitali, è un dispositivo dell’Unione Europea per modernizzare la regolamentazione sul commercio elettronico in relazione ai contenuti illegali, alla pubblicità trasparente e alla disinformazione, con l’obiettivo di armonizzare le relative diverse legislazioni nazionali nell’Unione Europea.
 
Il DMA, dal canto suo, nasce per contrastare gli abusi di posizione dominante prima che si verifichi la violazione. Il DMA è uno strumento normativo ex ante: regola e definisce condotte e obblighi per le imprese prima che avvenga l’abuso. Integra la normativa antitrust che agisce ex post, ovvero sanziondo una volta avvenuta la violazione anticoncorrenziale. 
 
Il Digital Services Act è progettato per garantire la sicurezza degli utenti online e per fermare la diffusione di contenuti dannosi, illegali o che violano i termini di servizio di una piattaforma. Mira a proteggere i diritti fondamentali degli europei, come la privacy e la libertà di parola.
 
Il DSA fa parte di una serie di atti, incentrati sulla tecnologia, elaborati dalle 27 nazioni dell’Unione Europea, da tempo leader globale nel regolamentare i giganti della tecnologia. Inutile dire che questi ultimi non sono per nulla contenti. 
 
Google, Facebook, TikTok e altre grandi aziende tecnologiche che operano in Europa stanno faticando e sudando le proverbiali sette camicie per rendere presentabili i loro siti. Sono mesi che i preparativi, a volte frenetici, fervono in praticamente qualsiasi azienda che gestisca un sito web. 
Fra gli utenti c’è chi si è lamentato perché non più in grado di accedere al proprio conto (account) sui social media o ad alcuni siti statunitensi. C’è però chi ha salutato i cambiamenti come una pietra miliare per la privacy su Internet, in Europa e nel mondo. 
 
Un esempio da seguire perché ai cittadini e residenti dell’Unione Europea è stato sancito il diritto di sapere quali dati vengono raccolti su di loro e perché, per quanto tempo verranno conservati e come verranno trattati. 
Inoltre hanno il diritto di chiedere e ottenere la cancellazione dei propri dati personali. Hanno la possibilità di interloquire con i decisori umani che stanno dietro gli algoritmi utilizzati.
 
I gestori dei servizi online devono ottenere il consenso attivo degli utenti prima di raccoglierne i dati e sono obbligati a segnalare alle autorità eventuali violazioni della sicurezza dei dati entro 72 ore dal fatto.
 
Sono regole che valgono per tutte le aziende o organizzazioni che offrono servizi sul Web. Non importa di che nazionalità. Ovvio che le aziende USA siano alquanto adirate e non fanno che ripetere che loro innovano, creano nuovi mercati, volano alto, mentre in Europa non sanno fare altro che mettere paletti e tarpare le ali. 
Opportuno ricordare loro che l’obiettivo finale dichiarato del DMA è quello di stimolare l’innovazione e la concorrenza dei mercati digitali.
 
Le grandi aziende americane non digeriscono che, in virtù del DSA, i singoli governi dell’Unione Europea possono, per non conformità, includendo il mancato corretto e legale trattamento dei dati, la mancanza del responsabile della protezione dei dati e per violazioni della loro sicurezza, multarle fino al 6 percento delle loro entrate globali.
 
La questione deve essere comunque presa molto sul serio visti i reclami già presentati nei confronti di Google, Facebook, Instagram e WhatsApp con motivazioni simili: costringono gli utenti che vogliono usare i loro servizi ad accettare i loro standard sulla privacy. Chissà che non cambino atteggiamento, visto che, almeno per ora, non sembrano intenzionati ad apportare le modiche, richieste dal DSA europeo, per garantire la privacy online e la protezione dei dati.
 
Altri hanno scelto la drastica soluzione di chiudere: è il caso di Unroll.me e Klout. 
I media statunitensi più accessibili –compresi i notiziari appartenenti a Tronc Inc., come il Los Angeles Times e il Chicago Tribune– hanno bloccato i loro utenti europei. Non è dato sapere se e quando tali siti web saranno nuovamente accessibili.
 
Altri ancora hanno adottato una strategia di disturbo nei confronti degli utenti: invio frequente e continuo di messaggi di posta elettronica con richiesta di firmare consensi e liberatorie su come archiviare e proteggere i loro dati.
 
Alla data del 25 agosto 2023, sono 19 le piattaforme che si stanno agitando. 
Otto sono social media: Facebook, TikTok, X (ex Twitter o meglio Fu Twitter), YouTube, Instagram, LinkedIn, Pinterest e Snapchat.
Cinque sono piazze di mercato online: Amazon e Booking.com in USA, Alibaba AliExpress in Cina e Zalando in Germania.
 
Sono poi interessati gli app store Google Play e l’App Store di Apple, così come Google Search e il motore di ricerca Bing di Microsoft.
Google Maps e Wikipedia completano l’elenco.
 
La UE ha preparato questa lista in base al criterio del numero di utenti. Le piattaforme con 45 milioni o più utenti -ovvero il 10% della popolazione dell’UE– devono adottare il livello di regolamentazione del DSA più stringente. La lista è in fase di revisione e aggiornamento. Strano che non siano presenti eBay, Airbnb, Netflix e anche PornHub che di utenti ne ha una valangata…
 
Interessante notare che, citando l’incertezza sulle nuove regole, Meta Platforms, leggi Zuckerberg, ha ritardato il lancio nell’UE di Threads, che si ripromette di rivaleggiare con X, leggi Musk.
 
Insomma, qualsiasi azienda che fornisce servizi digitali agli europei deve, meglio prima che poi, conformarsi alla DSA. Le aziende più piccole, tuttavia, dovranno soddisfare meno obblighi rispetto alle piattaforme più grandi e avranno sei mesi aggiuntivi prima di adeguarsi.
 
Tutti devono mettere a punto nuovi modi per consentire agli utenti europei di segnalare contenuti online illegali e prodotti sospetti, sapendo che le aziende hanno l’obbligo di rimuoverli in modo rapido e trasparente.
 
A titolo di esempio, opportuno citare Amazon che ha aperto un nuovo canale proprio per segnalazioni di prodotti sospetti e/o illegali e sta fornendo maggiori informazioni sui soggetti terze parti.
 
TikTok, secondo l’app della società madre cinese ByteDance, offre agli utenti una “ulteriore possibilità di segnalazione” per contenuti, inclusa la pubblicità, che ritengono illegali: incitamento all’odio e molestie, al suicidio, all’autolesionismo, disinformazione, frodi e truffe. 
Un “nuovo team dedicato di moderatori e specialisti legali” determinerà se i contenuti segnalati violano le politiche della piattaforma e/o se sono illegali, quindi da rimuovere. 
Nella fattispecie, il motivo della rimozione verrà spiegato sia a chi ha pubblicato il materiale, sia a chi lo ha segnalato e le decisioni potranno essere impugnate.
 
Gli utenti di TikTok possono ora disattivare i sistemi che consigliano video in base a ciò che si è visualizzato in precedenza, sistemi accusati di spingere gli utenti a post sempre più estremi. 
Nel caso vengano disattivati i consigli personalizzati, i feed di TikTok suggeriranno, agli utenti europei, video in base a ciò che è “popolare” nel loro Paese e nel mondo.
 
Infine TikTok non permette più agli utenti di età compresa tra 13 e 17 anni di ricevere annunci personalizzati “in base alle loro attività dentro o fuori TikTok”.
 
In questo obbedisce alle regole del DSA che vietano di prendere di mira, con annunci pubblicitari su misura, le categorie di persone vulnerabili, compresi i bambini.
 
Stessa cosa fa Snapchat, che non consentirà ai suoi inserzionisti di utilizzare strumenti di personalizzazione e ottimizzazione nel caso fossero coinvolti adolescenti nell’UE e in Gran Bretagna. 
 
I mugugni di pochi non coprono le voci positive dei tanti che considerano il DSA un cambiamento positivo per i consumatori. 
 
C’è anche un altro motivo per cui l’introduzione del DSA genera preoccupazione e un non leggero senso di angoscia alle aziende tecnologiche. 
Il fatto è che il DSA verifica la presenza, nelle aziende tecnologiche, dei processi finalizzati alla riduzione del danno che i loro sistemi di raccomandazione, basati su algoritmi, possono provocare agli utenti. 
 
In sostanza, la Commissione Europea, braccio esecutivo dell’UE e principale garante del digitale, può aprire i cassetti per vedere come funzionano i diversi algoritmi, come funzionano i sistemi di pubblicità digitale, che potrebbero essere utilizzati per profilare gli utenti per disinformarli in modo opportuno, o come funzionano i sistemi di live streaming, che potrebbero essere utilizzati per diffondere istantaneamente contenuti terroristici.
 
Le piattaforme più grandi dovranno identificare e valutare i potenziali rischi sistemici, per poi assumere le appropriate decisioni per ridurli. Queste valutazioni del rischio, previste entro la fine del mese, saranno poi sottoposte ad audit indipendenti, strumento principale per verificare la conformità al DSA.
Il processo però non è del tutto chiaro, visto l’insufficiente dettaglio del suo funzionamento, fornito dal piano dell’Unione europea. 
 
Il DSA, secondo gli osservatori, avrà un impatto globale. 
Wikipedia sta già modificando alcune sue politiche e i termini di servizio per fornire maggiori informazioni su “utenti e contenuti problematici”. 
Modifiche non limitate all’Europa, come ha affermato in una nota la Wikimedia Foundation: “Le regole e i processi che governano i progetti Wikimedia in tutto il mondo, compresi eventuali cambiamenti in risposta al DSA, sono quanto di più universale possibile. Ciò significa che le modifiche ai nostri Termini di utilizzo e alle Politiche saranno implementate a livello globale”
 
Mettiamoci comodi e vediamo che succede…
 
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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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