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MINISTRO CINGOLANI, LASCI STARE LE GUERRE PUNICHE….

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
26/11/2021
in EDITORIALI, Uncategorized
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Il principe De Curtis avrebbe detto “ma mi faccia il piacere…”, ma replicare così al titolare del dicastero della Transizione sarebbe troppo sbrigativo.

“Non serve studiare quattro volte le guerre puniche, occorre cultura tecnica. Serve formare i giovani per le professioni del futuro, quelle di digital manager per esempio” ha dichiarato Cingolani al “TG2 Post” facendo rabbrividire le poche superstiti persone di buon senso.

Ho fatto, credo benino, il liceo classico. Oltre alle guerre puniche, ho studiato latino e greco. Nell’ottica del Ministro sarei stato tagliato fuori dall’irrefrenabile processo evolutivo, mancandomi – a dir suo – le basi per cimentarmi nei contesti tecnologici che lui definisce il futuro e che per me (e per tanti altri) sono invece il passato remoto o ad esser buoni quello prossimo.

Nonostante Annibale e i suoi elefanti, Cartagine, Asdrubale e Publio Cornelio Scipione, ho potuto giocare con l’informatica con discreta disinvoltura e qualche piccola soddisfazione.

Alla Transizione del Ministro mi permetto di opporre un briciolo di intransigenza, quella che dovremmo avere un po’ tutti dinanzi alle ripetute dimostrazioni di gratuita assertività.

Proviamo a vivisezionare la sconfortante affermazione di Cingolani.

Il “non serve studiare” – a prescindere da cosa – fa scopa con l’ormai cristallizzato “con la cultura non si mangia” che ha corroborato il decadimento di questo Paese, spianando la strada all’apprendimento e all’informazione “via social”, appiattendo (in ossequio al famigerato “uno vale uno”) il desiderio di migliorarsi e la legittima aspirazione a progredire, portando a pesare il valore di una persona sull’entità della sua retribuzione e non sulle sue capacità e competenze, ottenendo i risultati sociali ed economici che non hanno bisogno di caustici commenti per essere evidenziati.

L’ossimoro “cultura tecnica” ricorda il ghiaccio bollente cantato da Toni Dallara. La cultura, quella vera, non è il nozionismo e neppure l’esasperata settorializzazione in uno specifico ambito: è il fare tesoro di quel che si è imparato e l’aver voglia di sapere di più. La cultura è quella che regala l’elasticità mentale che si rivela indispensabile nel momento in cui la propria specializzazione è divenuta obsoleta oppure semplicemente non serve più. La cultura è tautologicamente la cultura.

Per fare cultura occorre investire davvero, non agevolando l’acquisto di monopattini elettrici o dispensando “buoni acquisto” (18App, Bonus docenti e roba simile) che finiscono con l’esser spesi per comprare “Colora Salvini” o “Come scoreggiare meglio”.

Si potrebbe iniziare selezionando e formando i docenti migliori e garantendo loro uno stipendio proporzionale al ruolo fondamentale della missione educativa che sono chiamati ad assolvere. Molti insegnanti sarebbero più motivati e forse potrebbero rispolverare quella passione a trasferire conoscenza che li aveva portati ad iscriversi a “Lettere e Filosofia” anziché imparare a compilare programmi in Cobol nella solitudine della propria tastiera.

Non credo all’imperativo “Serve formare i giovani per le professioni del futuro”. O almeno non credo alle “professioni del futuro” come sbocco assoluto. Ma quanti “digital manager” potrà mai assorbire il mercato del lavoro? Smettiamola di prenderci in giro, facciamola finita con la nobilitazione anglofona di mestieri vacui come l’etichetta che si appiccica loro…

La corsa alla digitalizzazione inciampa nella rigidità delle organizzazioni pubbliche e private e, più dei “digital manager” dall’indefinito background scolastico e dall’ancor più nebuloso mansionario, occorre una mandria di “traghettatori” che sappia guidare seriamente verso la sponda di efficienza dove le tecnologie sono fondamentali ma comunque suddite della sempre più rara intelligenza umana.

Negli anni il miraggio dell’impiego hi-tech ha portato a popolare le aziende di “programmatori” sfruttati e sottopagati, paragonabili ai minatori di Marcinelle. Esplosioni e crolli, stavolta, vedranno vittime non chi scava carbone virtuale ma le organizzazioni che hanno bruciato i sogni di tanti giovani facendo maturare in loro un cocktail in cui si mescolano desiderio di rivincita e voglia di vendetta bella e buona. La bile si trasforma in linee di codice e inquina i software di uso comune, le applicazioni vitali, le procedure che condizionano l’intero ciclo biologico di chi se ne serve.

Ecco cosa stiamo (rectius, state) formando. Gli incidenti informatici che si susseguono, le paralisi di produzione e commercio, l’inaccessibilità di servizi online sono sintomatologia di attacchi hacker, ma qualche volta nascondono “infezioni” interne che meriterebbero qualcosa di più di semplici visite ambulatoriali… 

Ai giovani va garantita la dignità, che non è solo quella di un “posto” da colletto bianco. La cultura, quella vera e non lo smanettare, sarà un ottimo fertilizzante.

Purtroppo la cultura sviluppa il senso critico, mal tollerato dalla politica e dai suoi miracolati. Meglio allevare (proprio nella sua accezione zootecnica) polli in batteria, omogeneizzati nel pensiero, pronti a dire “benchmark” e “feedback” perchè l’hanno sentito dire e non ne conoscono l’equivalente in italiano, disposti a disquisire del nulla cosmico nei convegni autoreferenziali che nemmeno il Covid è riuscito a stroncare…

La cultura insegna anche a dire “no” e quel che è peggio fa capire le ragioni del rifiutare o doversi opporre. In un mondo in cui yeswoman e yesman sono preferiti a chi se lo merita, il non essere d’accordo è un handicap insormontabile.

In previsione di inevitabili penalizzazioni per chi è stato costretto a “studiare quattro volte le guerre puniche”, propongo l’immediata costituzione di un Consorzio di Tutela come quello dei prodotti enogastronomici o almeno – visti i tempi – un gruppo Facebook…

Ho già il nome. “Non Delenda Carthago” potrebbe essere quello giusto…

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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