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IL LICEO DIGITALE E L’IGNORANZA PROGRAMMATA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
03/10/2022
in EDITORIALI
IL LICEO DIGITALE E L’IGNORANZA PROGRAMMATA
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TE LO LEGGO IO

Non sanno più cosa inventare. E il “da Vinci” – speriamo non resusciti – avrebbe certamente da ridire nel vedere il suo nome abbinato ad iniziative che palesano la sostanziale inettitudine di questo Paese a guardare al futuro.

E’ la mortificante storia di uno scorcio di riforma della scuola plaudita da Ministro per l’Istruzione e finanziata da un colosso industriale.

La faraonica presentazione del nuovo Liceo Digitale anticiperebbe la svolta epocale per il domani dell’Italia. In un Paese dove la pandemia dell’analfabetismo sostanziale dilaga, si pensa che l’insegnamento della robotica o dei sistemi di intelligenza artificiale a chi ha appena completato le “medie” sia la nuova rivoluzione copernicana.

Vado orgoglioso del mio ginnasio, del mio liceo classico, dei miei studi universitari di tipo umanistico e vorrei dire che quel percorso non ha certo inibito le mie prospettive di impiego che – tutt’altro che obtorto collo – sono ruotate attorno ai più moderni scenari tecnologici in cui ho avuto modo di muovermi con una certa disinvoltura.

La strombazzata novità – fortunatamente ripresa in modo marginale dai mezzi di informazione – avrebbe avuto bisogno di un input dal mondo produttivo, di una genialata che non poteva certo sortire da un manipolo di dirigenti e funzionari del dicastero competente. Mescolare materie hi-tech alle tradizionali letterarie e scientifiche non aveva certo bisogno di un teatrino promozionale a beneficio dello sponsor perché poteva trovare immediata e facile attuazione lontano dalle telecamere e magari dopo un breve periodo di sperimentazione e perfezionamento.

Chi governa l’Istruzione – e speriamo nel prossimo ospite di viale Trastevere – dovrebbe sapere che i nostri istituti tecnici hanno tradizionalmente formato fior di specialisti nelle diverse discipline, non escluse l’elettronica e l’informatica. Quel tipo di scuola già c’è e, se si crede di nobilitarla modificandone l’appellativo nel più austero “liceo” con l’innesto della filosofia e di altra qualche materia, si abbia il pudore di non spacciare una minuscola variante per evento epocale degno di menzione…

A leggere bene quel che riporta il Corriere della Sera si tratta di “un esperimento” voluto da Leonardo e dal Ministero e riguarderà ben 30 ragazzi che dal prossimo anno scolastico 2023-24 seguiranno il nuovo corso di studi. I primi diplomati arriveranno, quindi, a luglio 2029 e finalmente l’Italia potrà – secondo le intenzioni proclamate dinanzi alle telecamere – avere finalmente gente in grado di gestire l’innovazione tricolore….

Il professor Patrizio Bianchi, ancora per qualche giorno “dominus” (utilizziamolo un po’ di latino prima che il liceo digitale lo metta da parte…) del dicastero ha definito l’iniziativa in questione “una grande, vera innovazione”, palesando un suo sapersi accontentare davvero di poco a dispetto degli straordinari trascorsi scientifici e didattici che lo identificano.

Probabilmente è necessario un processo di rieducazione globale, che parte ben più lontano e che non può prescindere dal coinvolgimento collettivo. Si può cominciare con la remise en forme dei docenti, ma forse – ancor prima – con un piano di alfabetizzazione che abbraccia l’intera popolazione andando a coinvolgere i naturali esclusi di sempre. In tanti anni nessuno si è prodigato per tirare a bordo i più anziani, colmando il gap generazionale che poteva essere superato con piccoli sforzi. In tutto questo tempo non si è pensato a formare gli educatori, dagli insegnanti ai genitori, così da lasciare campo libero a chi doveva sedurre e mettere in catene virtuali i giovanissimi.

Il futuro non comincia con il liceo digitale, ma con una maggiore consapevolezza che va ben oltre la scuola e che riguarda l’intera società.

Occorre creare gli anticorpi che evitano ai meno preparati culturalmente di indossare inconsapevolmente le manette mentali che certe tecnologie sono pronte a far scattare. E’ necessario far conoscere la modernità e spiegare quella che ne è la relativa schiavitù. Invece si subisce l’ipnotico incedere di soluzioni progettate per incasellare i più giovani e per crescere discendenze di rincoglioniti, progenie di disadattati non appena il telefonino non ha campo o Internet non va.

Si è fatto credere che basta una “app” a risolvere i problemi. Certo, come no. “Immuni” docet, ma nessuno andrà a cercare quella gente e – anzi – altre torme di illusionisti sono pronti ad ingannare i cittadini di domani, abilmente inebetiti dai massicci sovradosaggi di smartphone e relativi accessori.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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