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IL TRAGHETTO IN FIAMME A NAPOLI ERA STATO DISSEQUESTRATO TRE MESI FA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
12/08/2025
in EDITORIALI
IL TRAGHETTO IN FIAMME A NAPOLI ERA STATO DISSEQUESTRATO TRE MESI FA
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TE LO LEGGO IO

Potremmo parlare di una domenica di fuoco senza nemmeno lambire il ritrito tema del caldo africano che soffoca l’Italia.

Tra le emozioni dell’altroieri, infatti, c’è stato il “mayday” lanciato dal comandante di un traghetto salpato da Palermo alla volta di Napoli. Un incendio in sala macchine ha subito fatto spostare sul ponte di prua gli oltre centocinquanta passeggeri (evitando feriti o ancor peggio morti), fatto arrivare di gran corsa due motovedette della Guardia Costiera, dirottato la motonave GNV Auriga per esser pronti a fornire eventuale supporto, utilizzato due rimorchiatori per trainare la “Rubattino” in avaria, fatto vivere ai passeggeri un incubo durato ore fino allo sbarco a notte fonda…

Mentre la terribile disavventura ha messo in movimento i mezzi di informazione, solo il Giornale di Sicilia ha riportato la vera cosa curiosa della vicenda.

La “Raffaele Rubattino” del Gruppo Onorato Armatori (imprenditori che hanno saputo tramutare la NAVARMA Navigazione Arcipelago Maddalenino in Moby Lines e di lì si son comprati anche la Tirrenia) era stata bloccata il 24 aprile scorso con altri tre traghetti della medesima flotta nell’ambito di una inchiesta giudiziaria per presunte frodi in pubbliche forniture.

Il Tribunale del Riesame di Genova aveva disposto il dissequestro delle quattro navi che – secondo la Procura del capoluogo ligure – sarebbero state “adattate” con interventi “casalinghi” compromettendo così il rispetto dei requisiti ambientali internazionali. Parliamo di traghetti che offrivano il collegamento tra Genova e Porto Torres fruendo di sovvenzioni regionali che sarebbero state erogate nonostante le navi non fossero conformi alle norme vigenti.

Le modifiche – come si legge sul Giornale di Sicilia – “secondo l’accusa, sarebbero state coperte con documentazione tecnica falsificata, inclusa la contraffazione di timbri di autenticazione pubblica, al fine di eludere i controlli delle autorità e mantenere attive le certificazioni di idoneità alla navigazione”.

La curiosità a questo punto si fa irresistibile e porta a scoprire – in un Paese dove non ci facciamo davvero mancare nulla – l’esistenza di una “Traghettopoli” in cui sono 70 le persone indagate, tra ufficiali e vertici della Capitaneria di porto e di altre forze dell’ordine, con l’accusa di avere messo a disposizione la loro funzione in cambio di biglietti gratis sui traghetti. 

Grazie alla spiccata capacità di solerti servitori dello Stato di chiudere un occhio e probabilmente anche tutti e due, (è scritto sul sito della TGR Liguria della RAI) “alcuni componenti dei motori principali e dei diesel dei generatori di corrente sarebbero stati manomessi o sostituiti con pezzi di ricambio non originali e, quindi, non conformi alle norme, che sarebbero state aggirate con false attestazioni riportate sui registri o attraverso la contraffazione dei segni di autenticazione di competenza delle autorità pubbliche”.

Secondo chi ha svolto le indagini i dirigenti della compagnia di navigazione avrebbero ritenuto doveroso atto di gentilezza regalare la quisquilia di 34mila biglietti a ufficiali e ammiragli della Capitaneria di porto realizzando – secondo la Procura – un “meccanismo corruttivo impressionante”.

I dipendenti delle Capitanerie e della Guardia Costiera di ogni ordine e grado sono 11 mila e, se tutti (ma ovviamente non sono certo tutti) fossero stati destinatari della generosa regalia, sarebbero toccati almeno tre biglietti a testa.

Siccome gli indagati sono solo 70 e gli altri 10.930 sarebbero incorruttibili ed estranei alla penosa vicenda, l’aritmetica ci fa dividere 34mila per 70. Si ottiene così – se non ci sono state disparità di trattamento – un “montepremi” medio arrotondato a 486 biglietti pro capite.

Pur immaginando che ciascuno dei beneficati abbia famiglia numerosa e pur dividendo per due la cifra dei transiti omaggio distinguendo l’andata dal ritorno, si è portati a pensare al titanico sforzo necessario per consumare tutte queste opportunità di viaggio magari in una sola stagione…

Forse, però, i premiati hanno ritenuto di condividere il “malloppo” con amici, parenti e conoscenti e sarebbe interessante sapere chi appartiene a questa schiera di fortunati “acquisiti” o “di secondo grado”…

Con qualche comprensibile difficoltà tecnica il PM Walter Cotugno sta esaminando computer e caselle di posta elettronica e duellando con file cancellati e mail sparite. Il magistrato sicuramente sa che non è facile, ma forse la ricostruzione è meno difficile del previsto…

Chi ha giocato per anni a fare quel mestiere qualche idea ce l’avrebbe…

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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