Il Cantico di Francesco d’Assisi è conosciuto anche come Cantico di Frate Sole e scrive Durante degli Alighieri noto come Dante, nel suo più famoso poema in lingua italiana volgare , altra opera fondante la nostra letteratura, che con Francesco , alter Christus, nasce al mondo un sole , una stella brillante che non smette di splendere fissata in versi universali che continuano a parlarci con la loro schietta semplicità.
Non trovo sia affatto un caso che proprio in questo secolo un Papa, già Arcivescovo di Buenos Aires, di nome Jorge Mario Bergoglio, argentino di cittadinanza e di ascendenza italiana, abbia scelto e si sia imposto il nome di Francesco una volta salito al soglio di Pietro e che abbia scritto un’ Enciclica destinata al mondo con l’ incipit del Cantico delle creature. Sono passati più di dieci anni dall’ uscita della “Laudato si” ma i temi trattati sono più attuali che mai. La lettera Enciclica di Papa Francesco è un documento assolutamente notevole che avverte e sensibilizza sull’ urgenza di trovare soluzioni concrete per le minacce alla vita sulla Terra. Il testo traccia un percorso etico e spirituale per la sopravvivenza della “ casa comune “ e denuncia i problemi creati dagli esseri umani. Nessuno di questi problemi è sconosciuto all’ uomo. La diagnosi è già stata fatta da tempo e le cause sono sotto gli occhi di tutti , come le conseguenze sono altrettanto evidenti: siamo tutti consapevoli del riscaldamento climatico, dell’ aumento delle temperature degli oceani, dell’ innalzamento del livello del mare, dell’ estinzione delle specie animali e vegetali, del depauperamento delle risorse naturali. Nessuno può nascondersi o trincerarsi dietro l’ ingenuità oppure dichiararsi incosciente o peggio ancora accampare la scusa dell’ ignoranza. Ma se conosciamo tutto questo e i problemi che abbiamo elencato perchè non applichiamo subito delle giuste soluzioni per una vita sana ed armoniosa sul pianeta nel rispetto di tutti per tutti ? La ragione la ritroviamo ancora in Dante quando, sottolineava nella Divina Commedia, che la cupidigia umana è inarrestabile, e proprio questa cupidigia umana, già rilevata tanti secoli fa, è oggi più viva che mai e domina completamente l’ umanità e ciò genera gli scompensi della nostra moderna civiltà tecnologica sempre più distante dal rispetto per il creato celebrato nel Cantico e lodato nei suoi versi. Cresce una fiducia cieca nella soluzione tecnica dei problemi in parallelo nel contempo si espande una grande solitudine interiore, e si sviluppa una grande indifferenza e negligenza nei comportamenti quotidiani. Si moltiplica l’ inquinamento prodotto nelle nostre case, i detersivi, il cattivo trattamento dei rifiuti, lo spreco dell’ acqua e il vorace consumismo, quello che nell’ Enciclica il pontefice definisce la cultura dello scarto. Per uscire da questa spirale autodistruttiva in cui stiamo affondando l’ unica via è creare “ un nuovo sviluppo culturale dell’ umanità “. Il problema non è solo culturale, forse si trova nella rottura che è avvenuta tra natura e cultura, avendo l’ uomo dimenticato che è parte della natura. Se la Terra è una creazione divina noi abbiamo bisogno di una fede terrena inseparabile dalla fede nel divino, un credo pieno e fiducioso che metta in armonia e non in contrasto natura e cultura. La parte finale dell’ Enciclica è chiara vi è la necessita di una nuova evoluzione e di un passaggio dall’ homo sapiens sapiens all’ homo sapiens moralis che sappia finalmente rompere quell’ istinto primordiale dell’ uomo racchiuso in quel terribile motetto tanto caro a Thomas Hobbes “ Homo homini lupus”. Un indirizzo viene anche da un’ attenta rilettura del Cantico delle Creature, ed ora vorrei dar seguito ad un’ intenzione presumo corale di tutta la redazione di questo giornale indipendente.
Proprio in questi giorni il Santo Padre Francesco è da tempo ricoverato all’ Ospedale Gemelli per superare una pericolosa polmonite bilaterale e vorrei dedicare proprio a lui come una preghiera di lode e di buon auspicio di pronta guarigione, la lettura di questo moderno Salmo, di soli ottocento anni, denominato “ Cantico delle Creature “ di San Francesco d’Assisi , la cui più antica stesura che si conosca è quella riportata nel Codice 338, f.f. 33r – 34r, sec. XIII, custodito nella Biblioteca del Sacro Convento di San Francesco d’ Assisi:
«Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle: in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et umile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che ‘l sotterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli che morrano ne le peccata mortali.
Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate.»