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ECCO IL REPORT CHE PARLA DI PASSWORD DI PARLAMENTARI ISCRITTI A SITI DI INCONTRI

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
26/10/2024
in EDITORIALI
ECCO IL REPORT CHE PARLA DI PASSWORD DI PARLAMENTARI ISCRITTI A SITI DI INCONTRI
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TE LO LEGGO IO

Non c’è niente di male se un parlamentare annoiato dalla routine quotidiana e dalle attività consultive e legislative cerca di svagarsi. Nel suo tempo libero e nei limiti della liceità (quelli della decenza non sono inclusi) chi è stato eletto è giusto che trovi maniera di rilassarsi.

Forti di questa indiscutibile premessa qualche mese fa non si diede peso alla spaventosa circostanza che riguardava gli indirizzi di posta elettronica e tanti altri dati riservati di 918 parlamentari britannici, membri del Parlamento Europeo e deputati e senatori francesi. Quelle informazioni erano finite sulle bancarelle virtuali del suk invisibile dell’Internet più profondo, pronte per essere vendute illegalmente agli immancabili curiosi o ai non meno inevitabili loro avversari politici.

I ricercatori impegnati in questo tutto sommato doloroso rendez-vous hanno in prima battuta passato al setaccio 2280 email ufficiali degli organi di rappresentanza di Europa, Gran Bretagna e Francia e il risultato globale è stato di circa il 40 per cento di indirizzi “compromessi”.

A voler fare un po’ di statistica i peggiori sono i parlamentari del Regno Unito a cui appartiene il 68 per cento della rispettiva lista di mailbox, seguiti da quasi la metà degli eurodeputati (44 per cento sul totale di chi siede a Bruxelles) e dai “più accorti” francesi con solo il 18 per cento dei loro indirizzi finiti nelle mani degli hacker.

Questa storia e quella che ci riguarda più da vicino sono affiorate nel corso di una indagine conoscitiva svolta da Proton Foundation (la “mamma” delle caselle di posta elettronica inviolabile) e da Constella Intelligence, attività che ha scandagliato il deep web alla ricerca di “merce” preziosa posta in vendita da ladri digitali e ricettatori telematici.

In base al principio che se Atene piange, Sparta non ride, gli stessi specialisti che hanno dato vita a questo survey dicono che sarebbero molto pochi i politici italiani e spagnoli che si sono fatti fregare account e password dai criminali che hanno organizzato questa micidiale azione criminale.

La ricognizione nei sotterranei della Rete ha portato a rilevare la presenza di 91 email ufficiali su 609 politici italiani (cifra equivalente a quasi il 15% dei parlamentari) e solo di 39 su 615 politici spagnoli (circa il 6%).

L’insieme di informazioni che di fatto scheda le persone coinvolte e ne mette a repentaglio sicurezza e riservatezza è stato rastrellato dai banditi che hanno proceduto con una sorta di pesca a strascico sui server di fornitori di servizi online come Adobe, Dropbox, LinkedIn e in alcuni casi su siti Internet per procacciare incontri…

Questo significa che con estrema leggerezza una fetta dei parlamentari delle nostre parti hanno adoperato la loro email ufficiale per creare account di vario genere (ivi incluso quello di possibile scorribande erotiche), dimenticando che quel tipo di indirizzo rende immediatamente rilevabile la caratura del soggetto corrispondente ed alimenta una vasta gamma di ricatti o altre azioni lesive.

L’attività investigativa “laica” ha permesso di rilevare la presenza di numerose informazioni sensibili correlate agli identificativi di posta elettronica dei politici, come ad esempio date di nascita, indirizzi di residenza e account social. E’ facile immaginare che anche il più mansueto dei delinquenti possa servirsi di questi dati per innescare attacchi phishing che possono risultare molto convincenti e andare a colpire il soggetto i cui dati sono trapelati, i suoi colleghi o persone comunque vicine.

Non sono stati saccheggiati i sistemi informatici di questo o quel Parlamento, ma sono stati i personaggi che “abitano” quei palazzi a esporsi a rischio e a compromettere la propria reputazione. Le parole chiave non servivano per accedere alla posta istituzionale ma erano la combinazione alfanumerica per entrare in social o siti in abbinamento all’indirizzo di posta elettronica fornito al momento dell’iscrizione.

Il report di Proton merita di esser letto con attenzione. I 91 “italiani” (73 deputati e 18 senatori) hanno lasciato nelle mani sbagliate 195 password di cui 188 “in chiaro” che sono indizio di eventuali interessi “non professionali” curati però usando la mail ufficiale….

Forse presentarsi su un sito di incontri con un indirizzo “camera.it” poteva dare garanzia che la serata non sarebbe finita sui ribaltabili dell’automobile ma in un contesto abitativo più confortevole….

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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