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IL COMUNICATO DI INTESA SANPAOLO E’ INCREDIBILE MA VERO

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
14/10/2024
in EDITORIALI
IL COMUNICATO DI INTESA SANPAOLO E’ INCREDIBILE MA VERO
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TE LO LEGGO IO

Quando un amico mi ha girato su WhatsApp il comunicato stampa dell’importantissimo Istituto di Credito ho pensato di conoscere davvero tanta gente simpatica. Mi sono pure chiesto perché avesse perso tanto tempo prezioso per confezionare un testo così bizzarro, ma tutto sommato l’ho considerato un contributo al buon umore, ingrediente – questo – che sembra destinato a scomparire.

Quando l’ho girato ad un carissimo amico, bancario di altri tempi e profondo conoscitore da oltre quarant’anni di questioni legate al computer crime, mi sono visto rispondere “Umberto, ma siamo sicuri che non sia un falso? Sembra un comunicato di condominio”.

La riflessione non era da poco, soprattutto perché proveniente da un vero esperto del settore e non da uno che (come Alberto Sordi nel film di Verdone “Troppo forte”), addormentatosi avvocato e poi ballerino classico, si è svegliato ieri guru della cybersecurity per esser domani notaio e dopodomani cardiochirurgo.

Ho pensato alla redazione de Il Male che confezionò la prima pagina di Paese Sera che titolava “Ugo Tognazzi capo delle Brigate Rosse” e ho sperato ardentemente che in un Rinascimento della goliardia.

La coscienza che i tempi sono cambiati (e certo non in meglio) ha risvegliato lo spirito investigativo, costringendomi a verificare sul sito web di Intesa Sanpaolo l’effettiva pubblicazione di un simile documento e naturalmente l’ho trovato online.

La curiosità (seconda solo a quella del dipendente licenziato) mi ha spinto a scaricare il documento e vederne le “proprietà”, scoprendo facilmente che il file è stato confezionato alle 19.04 del 13 ottobre. E così non ho resistito a leggere chi fosse la pregevole “penna” che aveva vergato il diplomatico testo e al contempo chi fosse lo stacanovista che era stato capace di sacrificare la domenica per la stesura di quella pagina.

Ho trovato (come chiunque può fare seguendo i miei stessi elementari passaggi) che alla voce “autore” compare il nome “Blasi Simone”. Molti mettono nomi di fantasia oppure lasciano in bianco quella voce e così sono andato a vedere la pagina dell’ufficio stampa di Intesa Sanpaolo, incappando nel nome dell’estensore e sincerandomi dell’autenticità assoluta del comunicato.

A questo punto non ho resistito ad esaminare con pazienza il contenuto di un “mea culpa” che ha evocato nel mio cuore sensibile le struggenti immagini di un Ministro costretto a cospargersi sul capo (peraltro ferito) tonnellate di cenere in diretta televisiva nel telegiornale dell’ammiraglia RAI.

La disamina attenta si rivela un’operazione interessante perché si notano alcune piccole ma significative imprecisioni che forse – testo alla mano – vale la pena vedere da vicino.

Intesa Sanpaolo spiega che il “dipendente infedele” ha semplicemente “consultato dati e informazioni”, dimenticando che la “consultazione” (già dai tempi della legge 675/96 che introdusse in Italia la disciplina della privacy) è una delle operazioni di “trattamento dei dati” che soggiacciono (al pari della copia o della stampa o di altre attività) a regole precise il cui venirne meno comporta un trattamento illecito opportunamente sanzionato.

La stessa frase ha scardinato una mia convinzione e persino la Treccani che a proposito di “alcuni”, nell’indicare indeterminatamente persona o cosa, dice essere espressione riferita a quantità limitata. La “modica quantità” (anche nel contrasto al traffico di stupefacenti) è concetto vago, ma oggi impariamo che “alcuni” vuol dire approssimativamente 3.500 persone, cliente più, cliente meno.

Il comunicato elenca un numero di azioni fatte scattare da Intesa Sanpaolo omettendo però il rispettivo riferimento temporale che – sembra una bazzecola – può ridurre il volume degli applausi che di solito spettano a chi si impegna con tutte le sue forze.

Cominciamo con il sistema interno di controlli. Un’efficacia rara. E’ stato capace di limitare le scorribande a sole 640 giornate lavorative (tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024) e fortunatamente all’esigua attività di 6.637 accessi «apparentemente non giustificati da esigenze lavorative su posizioni di clienti estranei al suo portafoglio commerciale e al di fuori del perimetro di competenza della Filiale Agribusiness di Barletta». Siccome c’è sempre da imparare, vorrei conoscere chi ha progettato un meccanismo così potente, chi lo ha comprato e chi se ne è vantato e giustamente continua a farlo visto che nel Comunicato Stampa si legge anche che “Confermiamo che non c’è stato alcun problema di sicurezza informatica rispetto alla quale Intesa Sanpaolo si colloca nelle migliori posizioni internazionali”.

Se è bello sapere che non ci sono stati problemi (figuriamoci se ci fossero stati) e che la banca si piazza in vetta alle classifiche mondiali (pensa come stanno messi quelli in zona retrocessione), è opportuno tornare a tempi e modi della reazione alla vicenda.

Il Regolamento Europeo in materia di riservatezza dei dati personali (al Considerando 86) sancisce che “Il titolare del trattamento dovrebbe comunicare all’interessato la violazione dei dati personali senza indebito ritardo, qualora questa violazione dei dati personali sia suscettibile di presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà della persona fisica, al fine di consentirgli di prendere le precauzioni necessarie”.

Forse mi sbaglio, ma la clientela ha scoperto “non proprio subito” la violazione in proprio danno. Non credo che la Premier (e con lei tutti gli altri) sia stata informata immediatamente delle consultazioni indebite che la riguardavano, perché dal 9 maggio scorso (giorno del licenziamento del Coviello) la Meloni non avrebbe aspettato l’autunno per parlare di “dossieraggio quotidiano”…

Lo stesso Garante – cui deve essere notificata la violazione dei dati entro 72 ore dalla relativa scoperta – è stato informato solo il 17 luglio 2024 a due anni dal girovagare curioso e 69 giorni dopo la pietra tombale sul rapporto di lavoro del protagonista della scorreria digitale.

La denuncia in Procura è arrivata addirittura il 21 agosto, quando la magistratura era già al lavoro da tempo grazie all’esposto di un cliente di Intesa Sanpaolo sul cui conto erano state fatte decine di “visite”.

Prendiamo per buono il commovente chiedere scusa e il lacrimevole “Quanto avvenuto non dovrà più accadere”. Ma con la sicurezza informatica “nelle migliori posizioni internazionali” come ha potuto aver luogo un simile dramma?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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