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UCRAINA E RIELEZIONI IN RUSSIA – COSA CAMBIA – QUANDO FINIRÀ?

Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA di Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA
06/04/2024
in RIFLESSIONI
UCRAINA E RIELEZIONI IN RUSSIA – COSA CAMBIA – QUANDO FINIRÀ?
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Come alcuni avranno notato, nel tempo fior di giornalisti sono passati dal pensare che la NATO abbia esagerato a circondare la Russia di Putin, a sostenere pienamente l’Ucraina. Anche l’opinione pubblica è sempre più divisa tra il sostegno all’Ucraina invasa ed il sostegno alla Russia, considerata circondata dalla NATO e dagli USA. Dopo le votazioni in Russia, cosa è cambiato? Quando finirà la guerra alle porte dell’Europa?

Per capire queste dinamiche, e perché alcuni abbiano cambiato idea, è fondamentale la chiarezza, ottenibile attraverso la riposta a poche e chiare domande.

NATO e Patto di Varsavia – forze militari

 

La NATO ha esagerato a circondare la Russia all’atto della dissoluzione dell’ex URSS? 

Le decisioni e le promesse sono figlie dei tempi. Si parla molto degli accordi non scritti tra i leader occidentali e Gorbaciov ai tempi della Germania unita, che prevedevano la non espansione della NATO ad est. A quel tempo erano accordi sensati, basati sull’esistenza dell’URSS, che con la firma dei trattati di non proliferazione nucleare aveva posto fine alla Guerra fredda. 

Al tempo della dissoluzione della ex URSS la situazione è completamente mutata. Scomparso il blocco antagonista, ci siamo dovuti porre un problema enorme, ben più grosso di quello attuale dell’Ucraina. Il problema serio era porre sotto controllo l’arsenale bellico e nucleare rimasto nei territori ex URSS, in quel momento senza controllo. Il pericolo era tale da non dormirci di notte, un notevole carico di responsabilità per quelli del mestiere, mentre tutti gli altri, che oggi esprimono le proprie opinioni, spesso critiche, non si ponevano per nulla il problema. La Russia era allo sbando, non si sapeva se si sarebbe ulteriormente frammentata, e neppure se si sarebbe ripresa. 

Quindi i Paesi NATO (notare che la NATO non ha capacità di decisione Politica propria) hanno DOVUTO promettere ai Paesi ex satelliti URSS (ex appartenenti al dissolto Patto di Varsavia) protezione, quella derivante dalla stabilità democratica ed economica che ci contraddistingueva: non c’era alternativa ad un’Europa dell’Est instabile e pericolosa. E l’offerta occidentale è stata un’attrattiva irresistibile per loro, che hanno voluto aderire, per fortuna per noi, per loro scelta. 

Chi di loro avrebbe rinunciato al benessere? Chi avrebbe preferito restare in povertà mentre il vicino cresceva e prosperava? A quel tempo sarebbe stato impossibile non prendere quei contatti, non fare quegli accordi, NESSUNO si sarebbe sognato, a quel tempo, di abbandonare i Paesi ex sovietici al loro destino, armati di tutto punto, solo pensando che un domani forse la Russia avrebbe potuto risorgere. Questa la risposta a chi dice, in modo antistorico, che oggi la Russia di Putin è circondata dalla NATO. Non c’era altra scelta, è stata una scelta di Pace, gli equilibri di forze di oggi sono il frutto della dissoluzione della ex URSS, e questo deve essere ben compreso da tutti.

La NATO ha fatto bene ad invitare Putin a Pratica di Mare? I due partner hanno sbagliato ad interrompere le relazioni all’epoca in corso?

Quando la Russia, sotto la guida di Putin, si è risollevata ed è tornata un rilevante attore sullo scacchiere mondiale, i giochi nell’Europa dell’Est erano belli che fatti. Non si poteva tornare indietro. E’ stato un bene che Putin abbia ridato stabilità alla Russia, ed abbia ripreso il controllo degli armamenti in patria, che per diverso tempo sono stati fonte di notevoli preoccupazioni. L’amicizia con Berlusconi, ed il dialogo con la NATO, sono stati fattori importanti di stabilità, e la rottura del dialogo è stato un fallimento sotto tutti gli aspetti, allontanando dall’Europa un attore che storicamente le appartiene indissolubilmente. Un dialogo che va ricostruito, non appena possibile, appena la situazione diplomatica sarà normalizzata.

La NATO gli USA e l’Europa hanno sbagliato nel non reagire quando Putin ha invaso la Crimea? Hanno sbagliato nel non sostenerlo quando ha denunciato le violazioni degli accordi di Minsk?

Un periodo nero di ingerenze esterne in Ucraina, di violazioni reciproche degli accordi di Minsk, alcune posizioni politiche occidentali poco condivisibili, l’invasione della Crimea, a suo tempo minimizzata sotto il profilo politico e militare, hanno esacerbato la situazione. Tale invasione fu ‘tollerata’ perché la Russia riprendeva il controllo della flotta sul Mar Nero. Sarebbe stato meglio giungere a tale situazione mediante un accordo, e non consentire un’invasione. 

Invece lasciar fare è stato un messaggio di ‘debolezza’, ha lasciato pensare che l’occidente fosse rammollito e non avrebbe reagito anche dinanzi a successivi sovvertimenti dell’ordine costituito. Successivamente la Russia e l’Ucraina avrebbero dovuto essere oggetto di pesanti azioni diplomatiche occidentali per non aver rispettato, reciprocamente, gli accordi di Minsk. La debolezza, e le politiche non interventiste occidentali del tempo hanno portato alla situazione odierna.

La NATO gli USA e l’Europa hanno sbagliato nel condannare l’invasione?

Come si è detto, dopo tanti anni la Russia si è risvegliata, ed oggi lo Zar Putin pensa di poter riprendere le zone che erano sotto il controllo dell’URSS. Ha pensato, avendo preso impunemente la Crimea, di invadere altri territori. Non potendo invadere Stati aderenti alla NATO, la scelta è caduta sull’Ucraina, allo scopo di ricreare una zona cuscinetto. Politicamente è stato organizzato un referendum fittizio, annettendo zone appartenenti ad un’altra nazione. Ma l’Europa e gli USA hanno giustamente deciso di reagire: la Russia deve comprendere che ormai non è più possibile riportare le nazioni ex satelliti a zona cuscinetto. 

Il mancato rispetto di accordi bilaterali (i.e. Minsk), non autorizza ad un’invasione. E’ un fatto anti storico, non siamo più nell’ottocento: non si può invadere dei territori con la forza, e nel cuore dell’Europa. Tutti lo devono capire. E se non fossimo intervenuti col sostegno all’Ucraina per farlo capire, altri Stati sarebbero stati invasi. Semplice non credete? All’epoca non erano ancora nella NATO la Finlandia e la Svezia, che impaurite, si sono affrettate ad infilarsi sotto l’ombrello protettivo occidentale.

A seguito delle rielezioni in Russia, cosa cambia? Quando finirà il conflitto in Ucraina?

Ovviamente nessuno di noi Europei vuole entrare in guerra, ma nemmeno il Popolo russo vuole affrontare l’Europa e gli Stati Uniti.

Ma Putin sa che la sua rielezione lo ha rafforzato, pensa ora a completare l’Operazione Speciale, ed ha subito richiamato altri riservisti. Pensa che l’Ucraina, dopo anni di sforzi, tra poco resterà senza soldati, anche se l’occidente continua ad armarla.

Prospettive? Avviare un confronto termo-nucleare non conviene a nessuno. E l’Europa non può e non deve entrare in Guerra per respingere la Russia, non ne esistono infatti i presupposti, non appartenendo l’Ucraina alla NATO e neppure all’UE. Possiamo tutti legittimamente dire che la Russia ha sbagliato ad invadere, e che l’Ucraina con la sua strenua resistenza (giusta in via di principio visto che è stata invasa), firma la condanna a morte di tanti connazionali. Ma l’unica cosa che giuridicamente possiamo fare, per salvaguardare i nostri stessi ideali di libertà e democrazia, è continuare a sostenere l’Ucraina, in quanto Stato sovrano invaso.

Ma sino a quando? Qual è la Pace giusta, quella che accontenterebbe la Russia e l’Ucraina, gli USA e l’Europa, e salverebbe tante altre vite? La Guerra per motivi naturali finirà quando sarà l’Ucraina a voler accettare un trattato, forse avrebbe già dovuto farlo, e lo farà prima o poi per mancanza di uomini al fronte. E’ evidente che si troverà ad accetterà una pace ingiusta, imposta da un invasore che le ha portato via dei territori con la forza. 

Ragionevolmente, retorica a parte, è l’unica cosa che può fare. Ma è giusto? Non di certo. Ed allora ecco la nostra proposta: la pace a nostro avviso va ricercata facendo pressioni politiche per indurre le parti in causa a realizzare gli accordi di Minsk, firmati e mai rispettati da entrambi. Entrambi i contendenti devono essere trattati come colpevoli, proprio per non aver rispettato la loro stessa parola. Per raggiungere questo obiettivo di pace dobbiamo smettere di essere schierati sotto una bandiera o un’altra, tutti dobbiamo sostenere la bandiera dalla Pace. 

Tutti dovremmo premere ora, come non abbiamo fatto a suo tempo quando gli accordi di Minsk sono stati violati, tutti dovremmo condannare entrambi, tutti dovremmo dire che hanno entrambi sbagliato, e dobbiamo spingere diplomaticamente per giungere finalmente alla pace RISPETTANDO gli accordi da loro stessi sottoscritti.

 

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Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA

Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA

Il Gen (R) Pennarola è vincitore di concorso per l’Accademia Aeronautica, Corso Zodiaco Terzo, e consegue la laurea quinquennale in Ingegneria e l’abilitazione alla professione presso l’Universita’ degli Studi di Napoli. Classificato primo al Corso Comando presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze, è risultato vincitore del premio internazionale Douhet-Mitchell. Classificato in prima fascia a livello interforze al corso presso Istituto Studi Strategici Militari Interforze – Roma, consegue il Master in Studi Strategici con indirizzo Internazionale ed il titolo di Consulente Giuridico delle Forze Armate. Consegue infine con lode la laurea in Scienze Politiche all’Università di Trieste ed un ulteriore master post universitario, in Difesa Cibernetica, presso la LUISS di Roma. Ha maturato nella sua carriera una lunga esperienza in campo nazionale ed internazionale, direttiva, di Comando, gestionale, tecnico-logistica, amministrativa e contrattuale. Presso il 1º Reparto Manutenzione Velivoli di Cameri (NO), oltre a supportare l’operazione Desert Storm per la difesa del Kuwait dall’invasione dell’Iraq, propone ed implementa un criterio innovativo, la centralizzazione ed il controllo delle capacità manutentive della flotta, poi esteso a tutte le flotte della Forza Armata. Presso la Direzione Generale delle Telecomunicazioni dell’Informatica e delle Tecnologie Avanzate (TELEDIFE), Roma, gestisce circa 100 contratti a rilevanza nazionale, interforze internazionali e NATO di Ricerca e Sviluppo nei settori delle comunicazioni (MIDS), identificazione (NGIFF) e Comando e Controllo, modeling e simulation e cyber defence, incluso il Sistema di Controllo Territoriale dei Carabinieri. Sotto la sua Direzione l’Italia collauda, prima in Europa, il Sistema di Comando e Controllo delle Forze Aeree della NATO. Quale Direttore del 6º Reparto Manutenzione Elicotteri di Pratica di Mare, è responsabile della sorveglianza della qualità delle lavorazioni delle industrie aeronautiche del centro Italia (velivoli ed elicotteri), e delle attività logistiche manutentive e contrattuali delle quattro linee elicotteri dell’AM dislocate in tutto il territorio nazionale. Propone ed implementa un programma pluriennale di riforma di compiti, organizzazione, procedure e normative logistiche, col risultato del raggiungimento del più alto tasso di efficienza della storia dell’AM per tutte le sue flotte. Presso l’Agenzia NATO NETMA in Germania si è occupato dello sviluppo del sottosistema di navigazione dell’Eurofighter, presso l’Agenzia NATO NAMEADSMA in USA dello sviluppo del radar di tiro del MEADS, e presso l’Agenzia NATO Communications and Information Agency (NCIA) in Olanda è stato Direttore del Programma NATO Ballistic Missile Defence, col compito di proteggere l’intera Europa da attacchi missilistici. In breve tempo propone ed implementa una riforma al fine di recuperare i notevoli ritardi ereditati. Al suo rientro in Italia, il General Manager Statunitense ha apostrofato il Programma come “un esempio per tutta la NATO”.

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