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NON AVETE PAURA DI QUEL CHE “MANGIA” L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
25/01/2024
in EDITORIALI
NON AVETE PAURA DI QUEL CHE “MANGIA” L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?
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TE LO LEGGO IO

L’entusiasmo dilaga. Sono tutti affascinati dalle sbalorditive performance di velocità creativa delle soluzioni di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT, Bard e le altre diavolerie che negli ultimi mesi hanno rivoluzionato il modo di interloquire con computer e smartphone.

Al pari degli appassionati di automobilismo che guardano con ammirazione un bolide da competizione che sfreccia a 300 kmh sull’asfalto, chi adopera dispositivi elettronici e chiede loro di fornire quel che lui/lei non sa o non ha studiato o semplicemente non ha voglia di scrivere, rimane incantato dalle risposte che riesce ad ottenere in un batter di ciglia.

Se i fan delle corse in pista sanno che quei veicoli sono dotati di freni e altri sistemi di sicurezza a tutela dei piloti e di chiunque si trovi sulla loro traiettoria, non altrettanto possono sostenere gli innamorati della IA “pret-a-porter”.

Mentre i primi hanno la certezza che chi è al volante non è ubriaco o in preda agli effetti di droghe, questi ultimi non hanno idea di cosa abbia mangiato o bevuto il sistema cui si rivolgono per la soluzione dei loro problemi.

Le piattaforme – oggi largamente di moda – che si prospettano salvifiche per chi in qualunque campo non sa nemmeno da che parte cominciare, basano la loro conoscenza sulle dinamiche di autoapprendimento, consistenti nella lettura, analisi e classificazione di contenuti in larga parte disponibili sulla Rete. La materia prima con cui questi sistemi elaborano il loro prodotto o definiscono il loro comportamento è una sorta di “mangime”, la cui purezza e genuinità è comprensibilmente fondamentale.

L’alimentazione di queste “macchine” condiziona i risultati che vanno a generare e il rischio di “avvelenamento” o di “junk food” (come gli anglofoni chiamano le “porcherie” fagocitate prevalentemente dai giovanissimi) è particolarmente elevato.

L’intelligenza artificiale può nutrirsi di informazioni false, infondate o imprecise, e le va a masticare senza garanzia di aver selezionato con adeguato rigore il fornitore del “cibo” che ingurgita. Non c’è alcuna certezza che sia stata letta l’etichetta del “barattolo” per vederne gli ingredienti o per conoscerne meglio il produttore, il suo ciclo di lavorazione, la sua affidabilità.

La preoccupazione che le vengano date in pasto notizie “fake” è, o dovrebbe essere, abbastanza diffusa. Il timore che le si riempia il bicchiere con litri e litri di “propaganda” è altrettanto ragionevole.

La paura evidente è che determinati sistemi siano “pilotabili” da chi li gestisce, vuoi per interessi diretti, vuoi per soddisfare una economicamente convincente committenza politica, industriale, commerciale.

Oltre all’angoscia che la dieta dell’intelligenza artificiale non escluda il consumo di alimenti adulterati, scaduti o più genericamente dannosi, si va ad aggiungere la circostanza che il materiale sugli scaffali di Internet non è mai di qualità garantita.

Un recente studio condotto dall’Università della California in Santa Barbara e da Amazon (“A Shocking Amount of the Web is Machine Translated: Insights from Multi-Way Parallelism” pubblicato l’11 gennaio 2024) ha portato ad avere evidenza che i contenuti presenti sul web (quelli divorati dall’intelligenza artificiale) sono frutto di traduzioni in inglese di testi e documenti redatti in altre lingue (e poi ritradotti in quella di fruizione degli utenti interessati). La bassa qualità delle traduzioni multidirezionali fa capire che queste sono state realizzate utilizzando la “Machine Translation” (MT) o traduzione automatica che dir si voglia.

Le opportunità dei vari “translator” hanno sconquassato l’orticello presidiato da interpreti e traduttori di mestiere. L’illusione di non aver più bisogno di certificati conoscitori di questa o quella lingua ha eutrofizzato il super ego di chi crede di aver trovato su Internet la possibilità di far da solo senza ausili professionali esterni.

Se ognuno è libero di accontentarsi di traduzioni online, prive di garanzia di affidabilità, inquieta il pensiero che questa diventi la regola e che – anzi – sia la base di partenza di ulteriori contenuti deformati geneticamente da errori originari.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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