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IL LIKE: LA NUOVA VALUTA SOCIALE NEL MONDO DEI SOCIAL NETWORK

Marco Mastrilli di Marco Mastrilli
15/11/2023
in CITTADINI E MINORI
IL LIKE: LA NUOVA VALUTA SOCIALE NEL MONDO DEI SOCIAL NETWORK
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TE LO LEGGO IO

Viviamo in un’epoca in cui i social network hanno trasformato la nostra vita quotidiana, diventando moderne Skinner Box, le cui dinamiche ci rendono ratti alla ricerca frenetica di gratificazione. Questo fenomeno, che potrebbe   essere battezzato come “tossicità dei like”, si configura come uno dei lati oscuri della nostra connessione al web.

La Skinner Box che prende il nome dall’omonimo psicologo che la ideò negli anni ’30, quale dispositivo per studiare il comportamento degli animali, trova oggi una sua reinterpretazione nei social network. Queste piattaforme modellano infatti il nostro modo di fare attraverso feedback positivi, creando una dipendenza dalla gratificazione online e dando vita a un circolo vizioso. L’accumulo di like diventa una sorta di guadagno, come fosse una valuta sociale  che misura il nostro valore e la nostra accettazione nella comunità virtuale. Questa costante ricerca di validazione crea un ambiente altamente competitivo, alimentando l’atomizzazione sociale e influendo negativamente sul nostro benessere generale, poiché troppo spesso induce sentimenti di solitudine, spingendo le persone a concentrarsi sulla cura dell’immagine online a discapito dell’autenticità e delle relazioni reali.

I social network sfruttano proprio queste nostre vulnerabilità psicologiche e creano un’esperienza coinvolgente, progettata per massimizzare l’attenzione. L’algoritmo dietro queste piattaforme alimenta il desiderio di interazioni e consensi, creando questa ambigua dipendenza digitale, con impatti significativi sulla nostra salute sociale e mentale.

E questo è un punto che dovrebbe stimolare la nostra massima attenzione.  Ogni interazione sul web viene infatti tracciata e utilizzata per modellare il nostro comportamento d’acquisto, alimentando un sistema di marketing basato sui big data (insiemi massivi di informazioni apparentemente non correlate tra loro). Il web è di fatto un ambiente di controllo, dove ci si muove spesso ignari delle catene invisibili che ci legano a una realtà distorcente e guidata da interessi commerciali. I social network fungono quindi come qualcosa di molto simile a una sorta di Skinner Box digitale, in cui gli utenti sono costantemente bombardati da notifiche, feedback positivi e gratificazioni istantanee, creando una dipendenza da interazioni online. Così la danza dei “MI PIACE” produce l’effetto di rinforzo positivo che il Dottor Skinner forniva alle cavie nella gabbia, per validare l’ipotesi che ciò potesse indurle a uno comportamento predeterminato.

Le piattaforme sociali utilizzano algoritmi sofisticatissimi per analizzare l’atteggiamento dei consumatori, raccogliendo dati preziosi sulle loro preferenze e abitudini. Il marketing digitale sfrutta poi queste informazioni per creare strategie mirate, distillate proprio tra gli habitué dei social network. Gli annunci pubblicitari vengono personalizzati in base ai dati raccolti, mirando a suscitare emozioni e stimolare il desiderio di acquisto. In questo modo, gli utenti “digital addicted” passano dal ruolo di generatori di dati a quello di target ideali per le campagne pubblicitarie. Saranno infatti spinti inconsapevolmente ad acquistare prodotti o servizi, in una sorta di vita parallela che tende proiettarli in un sempre maggiore isolamento e che li rende veri e propri consumatori perfetti.

Come acrobati su un filo sottile, danziamo purtroppo tra la relazione virtuale e quella umana, rischiando di cadere nell’abisso del web. La nostra vita online è una danza sospesa sull’orlo, un equilibrio precario tra il desiderio di connessione e la vulnerabilità del mondo digitale senza confini. Quando la caduta arriva, scopriamo che la rete virtuale, su cui contavamo si dissolve, incapace di sostenere il peso della realtà. È un’esperienza travolgente, un salto nel vuoto senza apparente salvezza, che ci ricorda l’importanza di valutare ogni passo in questo circo ad alta quota che, tra illusioni e delusioni, fa perdere di vista la meraviglia. 

E torna in mente quando da ragazzi, in comitiva, suonando la chitarra e cantando le canzoni di Battisti, si imparava a diventare membri della comunità umana e le foto non si ingrandivano coi polpastrelli, ma con le emozioni.

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Marco Mastrilli

Marco Mastrilli

Ho radici profonde a Roma, città in cui sono nato nel 1964 e dove attualmente vivo e lavoro. La mia formazione accademica è incentrata sulle Scienze Sociali, con una Laurea che ha costituito il fondamento del mio percorso professionale, arricchita con due Master Universitari, uno in Gestione delle Risorse Umane e un altro in Tecniche di Analisi della Persona. La mia carriera ha conosciuto diverse sfaccettature, iniziando con il servizio nell’Arma dei Carabinieri in giovane età che ha rappresentato un’esperienza fondamentale nel mondo delle istituzioni e ha plasmato il mio approccio alla ricerca della verità, alla giustizia e all’informazione accurata. Successivamente ho abbracciato il mondo del business, occupando ruoli di management in ambito multinazionale e sviluppando competenze nel campo del marketing, della comunicazione e delle vendite. Questo background mi ha permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche comunicative in modo approfondito, contribuendo all’acquisizione di competenze che ritengo fondamentali nel giornalismo moderno. Ho avuto il privilegio di scrivere e pubblicare quattro sillogi poetiche che rappresentano un importante riflesso della mia espressione artistica e della mia sensibilità verso l’uso delle parole. Parallelamente alla mia carriera civile, ho conservato un forte legame con le istituzioni, mantenendo attiva la mia partecipazione come ufficiale del Corpo Militare CRI, dove attualmente ricopro il ruolo di Capo Ufficio Operazioni e Addestramento per l’Italia Centrale. Questo impegno mi ha insegnato l’importanza della leadership, della gestione delle emergenze e della solidarietà in situazioni critiche, mantenendo sempre attiva l’attenzione verso la persona e l’umanità che essa sottende. Sono Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma, un riconoscimento che testimonia il mio impegno nel rispettare gli standard etici della professione. La mia passione per la scrittura e la ricerca della verità mi hanno spinto a perseguire questa strada che mi stimola a informare e coinvolgere il pubblico, attraverso articoli che spero contribuiscano a diffondere cultura e consapevolezza nella nostra società. Sono entusiasta di continuare a contribuire alla narrazione informativa e alla diffusione della conoscenza attraverso le pagine di questa rivista.

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