Posso accettare, in via del tutto teorica perché non ne ho evidenza sperimentale diretta, che il Generale Vannacci abbia appreso i dettagli del pensiero e della cultura militare, sia un eccellente paracadutista e conosca i molti modi per eliminare un nemico.
Per contro posso affermare che le sue competenze scientifiche sono rimaste a uno stadio infantile, di conoscenza apodittica (il Generale dimostra nella sua prosa che gli piacciono i paroloni…).
Dimostra anche, nel suo pregiato e assai diluito scritto, di essere alquanto deboluccio in matematica. Non ha la minima idea di cosa sia una funzione non lineare, le implicazioni delle dinamiche esponenziali, le conseguenze delle curve logistiche, delle dinamiche del caos e tantomeno di cosa siano e quali effetti possono avere i valori di soglia associati ai punti di non ritorno.
Quando poi si occupa di scienze della terra, sproloquia. “Le precipitazioni d’acqua” sono un fenomeno di cui può attribuirsi la paternità. Hanno la stessa validità scientifica delle “bombe d’acqua”. Devo dire che sono rimasto assai sorpreso che, data la sua formazione di base, non abbia usato tale “fenomeno” per le sue considerazioni.
Comunque sia, ritengo, signor Generale, che Voi e le Vostre scoperte scientifiche siano tali da poterla candidare al conseguimento dell’IG-Nobel…
Il suo stile di esposizione manca molto di originalità. A dire il vero ricalca fedelmente, siamo quasi al plagio, i trucchi della comunicazione complottistica.
Criticare tutto e tutti senza proporre nulla di alternativo, senza alcuna evidenza sperimentale, lasciando all’attaccato il compito di difendersi da affermazioni da cui non si può difendere perché illogiche e irreali.
Naturalmente, si deve offendere l’interlocutore, prendendolo in giro possibilmente con attacchi personali mirati non alle idee, ma alla conformazione fisica, colore di pelle e capelli, eventuali difetti estetici, se poi c’è un handicap, ancora meglio.
Ovviamente, per fare capire che si è ammantati di sintomatico carisma, ogni tanto è necessario usare una parolina in inglese, sempre in corsivo, mi raccomando, evitando accuratamente di darne la traduzione corretta.
Chiunque, salvo lo scrivente, ha torto, quindi è cosa buona e giusta, dovere e fonte di salvezza, fare di tutto per annientarlo. Eleganza e stile non contano. L’importante è proporsi come paladino della verità, possessore di pensiero multiplo.
Essenziale fare di tutto perché non sia subito chiaro che si sta facendo esattamente l’opposto, ovvero proporre un pensiero unico. Anzi IL pensiero unico.
Signor Generale, a Voi piacciano tanto i proverbi, che cita a piene mani, eppure si è dimenticato di uno molto importante, a Voi sicuramente noto dato il vostro di Voi mestiere: “Scherza coi fanti e lascia stare i Santi”.
Peccato, perché Voi raggiungete elevati livelli d’incompetenza quando vi avventurare nel terreno dalla teologia.
Strano. Da militare dovrebbe avere appreso che la conoscenza approfondita del territorio è indispensabile prima di muovere. Come ricorda Sun Tzu, a Voi certamente ben conosciuto e approfonditamente studiato: “È responsabilità massima del generale conoscere a fondo il terreno, che deve studiare con la maggior cura possibile. (cap. 10.8)”. Voi non lo avete fatto.
Si evince dal Vostro manufatto letterario (Bello vero? Manufatto letterario…. suona così bene…) che Voi sapete poco o nulla e vi agitate in modo pericoloso e molto ingenuo sui temi che hanno a che fare con le religioni.
D’accordo che molte delle Vostre “idee” risultano, come da Voi ricordato nei Ringraziamenti (pag. 355 de “Il mondo al Contrario), dall’”apporto di amici, colleghi e conoscenti che molto spesso sono stati fonte d’illuminazione con i loro discorsi, con gli accesi dibattiti davanti a una birra gelata, con i loro post inseriti sui social e con i loro scritti” a cui Voi vi siete indegnamente ispirato.
D’accordo, ma se aveste traspirato di più per elaborare l’ispirazione, trasformandola in conoscenza, non Vi avrebbe fatto gran male.
Si può comprendere e apprezzare lo sforzo da Voi fatto, con ampio dispendio di energie, per semplificare tematiche importanti. Però non basta. Occorre essere specialisti per farlo, altrimenti si generano, con ammirevole costanza, errori, interpretazioni bislacche, conclusioni prive di supporto logico. Proprio il Vostro caso.
Caro Generale, vero che ci vuole, come Voi stesso ammettete, la pazienza di Giobbe per leggere le Vostre 355 pagine di pensiero unico.
Un consiglio per migliorare la Vostra produzione letteraria. Nell’introduzione del Vostro prossimo elaborato, a sostegno della Vostra tesi, soprattutto se desiderate che sia innesco e catalizzatore dei processi di cambiamento e di apprendimento che Voi reputate necessari e indispensabili, faccia in modo da presentare e rispondere a sei semplici domande.
Nessuna può essere saltata e deve essere rispettato l’ordine gerarchico.
- Per cosa, per chi?
- Chi?
- Perché?
- Come?
- Cosa?
- Dove? Quando?
Le stesse domande possono essere formulate nel modo che segue e sono certo che Voi già ne siete a conoscenza, visto che sono oggetto di insegnamento nei corsi della Scuola di Guerra e del CASD (Centro Alti Studi per la Difesa), da Voi certamente frequentati:
- Visione e Motivazione
- Ruolo e Missione
- Motivazione e Permessi
- Piani e Strategie
- Azioni e Tattiche
- Contesto e Vincoli
Se poi vuole dare loro un sapore più sociologico e scientifico, vedo di accontentarVi subito, citando l’opera seminale di Robert Dilts:
- Spirito
Implica il riconoscimento del sistema più vasto cui fanno parte i singoli. Relativo al chi e cos’altro – stabilisce una visione. Già, qual è la Vostra visione? Non ne parla e non ne scrive…
- Identità
Implica il ruolo e le missioni dei singoli. Relativo al chi –modifica la percezione, il senso di sé stessi.
- Valori e Credenze
Fornisce il rafforzamento (motivazioni e permessi) che danno supporto o inibiscono le capacità. Relativo al perché -modifica il cuore delle persone.
- Capacità
Guida e fornisce direzioni alle azioni comportamentali mediante una mappa mentale, piano o strategia. Relativo al come – modifica la testa delle persone.
- Comportamenti
Sono le risposte o reazioni specifiche delle persone in un determinato ambiente. Relativo al cosa – modifica le azioni delle persone.
- Ambiente
Determina le opportunità o i vincoli esterni cui occorre tenere conto e/o reagire. Relativo al dove, al quando e modifica il contesto.
Egregio Generale, mi permetta, umilmente, di presentare un secondo consiglio: continui a fare quello che sa fare e anche molto bene, a quanto si dice.
Stia sereno. Voi non avete insultato nessuno, solo l’intelligenza di tutti.
Stia sereno. Il mondo non è sottosopra. Non servono tiranti, picchetti e manganelli per renderlo più tenace e consistente. Non sono in atto continui tentativi di minoranze, non meglio specificate, che lo preferiscono a testa in giù.
Ultima nota: questa immagine, che chiude il Vostro manufatto intellettuale, è anch’essa veramente infelice.