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PASSKEY PROSSIMA VENTURA

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
12/05/2023
in TECNOLOGIA
PASSKEY PROSSIMA VENTURA
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TE LO LEGGO IO

Mai sentito parlare dell’alleanza FIDO? FIDO Alliance, nella sua versione originale.

No, non si tratta di un’associazione fra pelosi quattrozampe. FIDO sta per Fast IDentity Online. Stabilita nel febbraio 2013, l’alleanza ha come obiettivo promuovere standard di autentificazione che possano “aiutare a ridurre l’eccessiva dipendenza dal mondo delle password”. Attualmente annovera fra i suoi soci centinaia di responsabili tecnologici che lavorano nel settore manifatturiero, dei servizi, finanza e pagamenti, sanità, informatica e telecomunicazioni, ovviamente.

Già, le password, le parole d’ordine con cui accediamo ai dispositivi e servizi dell’universo informatico. Crearle e gestirle è una scocciatura di entità tale che troppo spesso si riutilizzano (il 51 per cento delle password sono riciclate) o si scelgono sequenze alfanumeriche facilmente indovinabili, o si ricorre a scorciatoie molto pericolose. Qualche esempio. Parole troppo ovvie e banali.

A scala mondiale la password più usata è…password! Seguono luogo e data di nascita dell’utente, oppure dei figli, per non parlare del cane. Immancabili l’indirizzo di casa, lo storico Pippo. Sempre in buona compagnia: Paperino, Pluto, UomoRagno e il sempre presente 12345678. I più furbi adottano lo 87654321. L’80 per cento degli accessi illegali ai dati sono causati dalle password. Più del 90 per cento degli utenti della rete accedono in media a 90 servizi informatici che richiedono password. Quando vi dimenticate la password e chiedete a chi vi fornisce il servizio di recuperarla, il costo è di circa 70 dollari.

Gli hacker ringraziano. Per chi si occupa di sicurezza, invece, le password sono un vero e proprio incubo.

Ovvio quindi che riuscire a trovare un modo sicuro di accedere al mondo digitale senza fare uso di password, garantendo comunque la sicurezza, sia obiettivo prioritario. Il che spiega la ragione di esistere e l’importanza della FIDO Alliance.

A dire il vero, sono già molti i dispositivi cui si accede senza fare uso di password. Molto probabilmente il vostro cellulare lo attivate con il riconoscimento biometrico: il vostro viso, oppure l’impronta digitale, forse la voce.

A bordo del telefono ci sono opportuni sensori in grado di effettuare la scansione di riconoscimento. Operano localmente. quindi non richiedono che le aziende, per controllare gli accessi, memorizzino, su un server, da qualche parte nel mondo, password utente o dati biometrici sensibili.

Esistono anche soluzioni che si basano su “gettoni” (token) fisici autonomi per accedere, in modalità wireless e senza password.

L’alleanza FIDO, fra le altre cose, ha messo a punto una soluzione, si chiama passkey, che consente di non fare più uso di password. Si tratta di una chiave digitale privata, generata usando dati biometrici.

Per entrare su un sito, o altro servizio digitale, dimostrando di essere il proprietario dell’account, basta mostrare all’apposito sensore, il proprio volto o polpastrello.

L’informazione biometrica è la cosiddetta «private key» e non viene mai condivisa. Quando ci si registra a un servizio viene associata alla private key una «public key», condivisa con l’app o il sito web. La combinazione delle due chiavi permette l’autenticazione sicura senza bisogno di usare password.

Vero che in un’intervista rilasciata a Wired, Mark Risher, direttore responsabile della gestione dei prodotti di Google per le applicazioni di identità e sicurezza, ha detto: “Tutti gli elementi costitutivi hanno raggiunto un livello di maturità tale da potere passare dagli utenti tecnofili al grande pubblico. Sono ben integrati con le piattaforme, lavorano con tutti i principali provider e stanno diventando familiari agli utenti. Prima, noi come industria, non sapevamo nemmeno come sbarazzarci delle password. Ora ci vorrà del tempo, ma sappiamo come e lo stiamo facendo”. Però non è, ad oggi, una soluzione alla portata di tutti.

Due sono le sfide da vincere.

La prima è che le password, tanto disprezzate, “sono note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari” per usare le parole del grande Manzoni. Non è facile modificare abitudini decennali. “È un comportamento appreso: la prima cosa da fare è impostare la password…“, afferma Andrew Shikiar, direttore esecutivo della FIDO Alliance, “… dobbiamo spezzare questa dipendenza”. 
La seconda è anche più difficile. Molte delle soluzioni, degli schemi proposti per fare a meno delle password funzionano solo sui dispositivi più recenti e richiedono di avere sotto mano uno smartphone insieme ad almeno un altro dispositivo.  

Per utilizzare Passkey bisogna avere, a voi la scelta, uno smartphone o tablet con sistema operativo aggiornato almeno a iOS 16 o Android 9, oppure un computer su cui gira come sistema operativo almeno macOS Ventura o Windows10, con browser Chrome da versione 109, Safari da versione 16 o Edge da versione 109, oppure una chiavetta USB di sicurezza con sopra lo standard FIDO2.

Non importa quale sia la soluzione scelta, fra quelle sopra elencate, serve anche il blocco di sicurezza dello schermo con codice PIN o sistemi biometrici e nel caso di un computer il Bluetooth deve essere attivo.

Sono requisiti che restringono di molto il novero dei potenziali utenti. In termini tecnici si parla di caso d’uso ristretto. Inoltre i dispositivi spesso sono condivisi e non possono essere aggiornarti frequentemente.  

Altre difficoltà. Mentre le soluzioni che fanno a meno delle password sono sempre più standardizzate, le opzioni di ripristino dell’accesso al proprio spazio non lo sono.
Se per fare tornare in linea qualcosa occorre rispondere a domande di sicurezza o digitare un PIN, un codice numerico personale, di fatto continuiamo ad avvalerci di password, solo in un formato diverso.  

Per questo gli schemi senza password stanno definendo sistemi in cui un dispositivo, precedentemente autenticato, può autorizzare uno nuovo.

Esempio, suggerito da Mark Risher di Google: “Lasci il tuo telefono in un taxi e hai il tuo laptop a casa. Ti procuri un nuovo telefono e usi il laptop per validarlo, ricostruendo tutto ciò che hai perso. Se poi qualcuno trova il tuo telefono smarrito, nessun problema: è ancora protetto dal blocco predefinito”.

Di certo è meglio che appuntarsi da qualche parte i codici di ripristino. Però sono in tanti a non possedere una molteplicità di dispositivi.

Da notare che ci sono ancora perplessità forti sulle alternative alle password. Ad esempio, i dati biometrici sono ideali per l’autenticazione, perché hanno a che fare con la totale unicità del proprio essere fisico. Però…  Cosa accade se i dati relativi alle proprie impronte digitali o al proprio viso vengono rubati? La password la si può cambiare come e quando si vuole. Il proprio volto, retina, polpastrello, voce o battito cardiaco no. Mai. Il ladro, felice di impersonificare il derubato, ringrazia.

Ci vorrà più tempo e più sperimentazione per creare un ecosistema senza password in grado di sostituirne tutte le funzionalità, in grado di non perdere per strada i miliardi di persone che non possiedono uno smartphone o una c collezione di dispositivi.
Condividere account con persone fidate in un mondo senza password diventa molto più difficile.
Legare tutti i propri accessi al mondo digitale a un solo dispositivo, il telefono cellulare, è lanciare il guanto di sfida agli hacker del mondo. Faranno di tutto per comprometterlo.  

Comunque, fino a quando le password non saranno sparite del tutto, stare sempre molto attenti alle password che si usano. Fate in modo che siano complesse, univoche, criptate, memorizzate da un gestore di password, basate sull’autenticazione a due fattori, fatelo ogni volta che sia possibile.

 Siate, siete responsabili della vostra sicurezza.

 

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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