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SCENDE LA PIOGGIA ?

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
21/02/2023
in SCENARI
SCENDE LA PIOGGIA ?
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TE LO LEGGO IO

Allarme siccità. A Pavia il Po è 3,3 metri sotto lo zero idrometrico. Ovvero il livello medio, “normale” , anche se non esiste normalità quando si parla di meteorologia e di clima. La quantità di acqua del lago di Como, rispetto alla media del periodo, è inferiore del 40%.
Le montagne che alimentano il lago con la fusione del manto nevoso registrano il 50 per cento di neve in meno. In Lombardia manca all’appello il 52 % dell’acqua, 1,8 miliardi di metri cubi risptto all’anno scorso.

Allarme siccità, dunque. Grossi danni in arrivo.

Quando accadono situazioni analoghe, del tutto naturali, c’è sempre l’esperto di turno, non si sa di cosa, ma comunque esperto, che propone di fare piovere in modo innaturale, artificiale.

Davvero si può fare piovere a comando? Forse…

Trattasi di buona idea? No. Decisamente no.

Per continuare questa storia occorre qualche elemento di scienza della Terra e qualche numero. Si prega di tenere presente che, a seconda delle fonti, i valori possono cambiare nel dettaglio, ma non negli ordini di grandezza.

L’acqua sulla Terra, tutta generata nel processo di formazione del nostro pianeta, è in quantità limitata anche se ce n’è tanta: circa 1.390 milioni di chilometri cubi (pari a 1,4 moltiplicato 10 elevato alla 21, ovvero mille miliardi di miliardi di litri) e costituiscono l’idrosfera.

Il 97,2 per cento è contenuta negli oceani e solo il 2,8 per cento è acqua dolce. Di questo 2,8, il 2,15 è immagazzinato nei ghiacciai e la restante parte, lo 0,62 per cento, è nel terreno.

L’acqua è in circolazione continua fra gli oceani, l’atmosfera, la terra solida e la biosfera. Questa circolazione senza fine prende il nome di ciclo dell’acqua e coinvolge una serie di processi: evaporazione, condensazione e precipitazione, infiltrazione, deflusso, evapotraspirazione (rilascio di acqua in atmosfera dalla biomassa vegetale).

Tenendo presente che un chilometro cubo di acqua è pari a mille miliardi di litri, ovvero 10 elevato alla 12, 1 seguito da 12 zero, è opportuno descrivere i volumi coinvolti nel ciclo.

L’evaporazione dalla superficie marina movimenta 320 mila chilometri cubi di acqua, quella dalla terra solida altri 60 mila. 284mila tornano come precipitazione negli oceani e 96 mila come precipitazioni sulla terra solida. 36mila chilometri cubi tornano ai mari a seguito dei processi di deflusso. Quello che manca per riequilibrare i conti è l’acqua coinvolta dai processi di infiltrazione.

Evaporazione e precipitazione costituiscono un flusso di 505 mila chilometri cubi all’anno e il volume d’acqua totale è di 15,5 mila chilometri cubi, Ne consegue che il contenuto d’acqua nell’atmosfera viene rinnovato circa 30 volte l’anno e il suo tempo medio di residenza è di circa 12 giorni.

Qual è “l’amor che move” tutta quest’acqua? Semplice: l’energia solare. Opportuno ricordare che senza l’effetto di raffreddamento causato dall’evaporazione, (il calore latente di vaporizzazione dell’acqua, ovvero la quantità di calore necessaria per fare evaporare una unità di massa, è pari a 538 kcal/kg), l’effetto di serra (si dice effetto di serra, non effetto serra) porterebbe la temperatura media superficiale della Terra a 67 °C.

Come dice la pubblicità: “Anto’ fa caldo…”.

Bene, tutto ciò detto, dovrebbe essere chiaro che si ha che fare con una macchina termica di dimensioni molto, molto importanti. Abbiamo conoscenza di alcuni dei processi coinvolti e molte domande di cui non conosciamo le risposte.

La macchina meteorologica è assai complessa, nel suo complesso.

In sintesi, ne sappiamo proprio poco.

Torniamo alla domanda iniziale. Si può fare piovere a comando? Forse sì, forse no.

Per farlo serve una massa d’aria umida e possibilmente nuvolosa. Se la circolazione atmosferica è tale da non trasportarla sulla regione su cui si vuole fare piovere, si rimane a secco.

Se invece la massa suddetta, bella carica di vapore acqueo, è presente o in transito, si seminano le nuvole facendo uso di sostanze chimiche che innescano e favoriscono la condensazione. Ad esempio lo ioduro d’argento, lo ioduro di potassio o il ghiaccio secco. Si portano in quota e si disperdono vicino o dentro il sistema nuvoloso. Obiettivo è la modifica dei processi microfisici all’interno delle nuvole così da fare piovere.

Questo in teoria, perché in pratica sappiamo veramente poco o nulla di cosa accade all’interno di una nuvola.

Anni fa partecipai come ricercatore, membro del team italiano, alla ricerca internazionale di lotta alla grandine Grossversuch IV. Roba seria. Esperimento a doppio cieco. Coinvolti geofisici italiani, francesi, statunitensi, sovietici e svizzeri. Nelle giornate di possibili eventi meteorologici, si individuavano con il radar le regioni di ghiaccio all’interno delle nuvole temporalesche. Quindi si lanciavano razzi Oblakov, in grado di superare i 10mila metri di quota, opportunamente programmati per seminare, con precisione, tali regioni con ioduro d’argento.

Dopo tre anni di lavoro si giunse alla conclusione sperimentale che nella metà dei temporali osservati e misurati, si era evitata la formazione di grandine, ma nell’altra metà la si era generata.

L’efficacia della semina delle nuvole per generare pioggia, o neve, in modo statisticamente significativo, è oggetto di animati e non sempre urbani dibattiti fra gli esperti, quelli veri, appartenenti alla comunità scientifica.

Da ricordare anche che ci sono stati casi dove invece di pioggia sono caduti dei chicchi di grandine che hanno distrutto le colture presenti. Anche in quel caso il villico inferocito avrà sparato sui ricercatori, come mi accadde una volta. Poi fu complicato spiegare all’azienda di noleggio perché la vettura in restituzione era tutta piena di piccole ammaccature. Ovvio che si imputò il danno alla grandine, peccato però che solo pallini da caccia e nemmeno piccoli, potevano lasciare tali tracce.

Comunque, proviamo a svolgere un esercizio di scenario, avvalendoci della metodologia “What if”. In altre parole, raccontiamo una storia plausibile, basata su eventi possibili, partendo dall’assunto: “E se…”.

E se… ipotizzando che lo si sappia fare in modo certo, facessimo. piovere a comando?

L’associazione produttori padani riso carnaroli, molto preoccupata per la previsione di scarso raccolto dovuto alla siccità, chiede intervento correttivo.

Si individua una massa d’aria in transito sulla pianura padana e la si tratta in modo appropriato, quindi piove. Tutti felici, ma per poco.

Infatti, il calore latente rilasciato dal processo di condensazione ha riscaldato l’aria trattata, generando un’area di bassa pressione.

Questa ha dirottato, sempre sulla val padana, masse d’aria fredde e umide che altrimenti sarebbero andate da tutt’altra parte.

La differenza di pressione fra la zona calda, riscaldata, e quella fredda, ha alimentato venti di forte intensità che, nel superare l’orogene alpino (le montagne, tanto per capirsi) hanno determinato la rapida condensazione del vapore acqueo presente causando forti precipitazioni nevose sul versante italiano.

Nei giorni successivi viene registrato un numero, mai riscontrato prima, di valanghe, con importanti perdite umane e materiali.

La Confederazione elvetica presenta una formale protesta al governo italiano per averla privata della neve che naturalmente sarebbe caduta sulle sue montagne, indispensabile per il funzionamento degli impianti e chiede un rimborso danni tale da richiedere la revisione dell’annuale legge finanziaria.

Due settimane dopo questi eventi, un uragano extra-tropicale, di proporzioni drammatiche, colpisce il Regno Unito e i paesi della penisola scandinava. I governi dei paesi coinvolti ritengono responsabile dell’accaduto l’associazione produttori padani riso carnaroli, dunque l’Italia e seguono gli svizzeri nella richiesta di rimborso danni.

Per qualche chicco di riso in più, l’Italia dichiara bancarotta.

Morale della favola. Meglio evitare. Vale il principio di precauzione, approccio epistemologico, filosofico e giuridico alle innovazioni che possono causare danni quando mancano sufficienti e ben documentate conoscenze scientifiche in materia. Prima di lanciarsi in nuove innovazioni, che potrebbero rivelarsi disastrose, occorre cautela, ragionevoli certezze su esiti e risultati e molta, molta attenzione.

P.S.

Promesso che di questo tema ne riparleremo raccontando perché i complottisti ci sguazzano felici, cosa sono le guerre meteorologiche, quando sono state combattute, come e da chi, soffermandoci su qualche “strano” evento del passato recente.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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