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DOOMSDAY CLOCK: L’OROLOGIO DEL GIORNO DEL GIUDIZIO

Luca Anedda di Luca Anedda
14/01/2023
in CITTADINI E MINORI
DOOMSDAY CLOCK: L’OROLOGIO DEL GIORNO DEL GIUDIZIO
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Segnatevi la data: 24 gennaio. Verrà annunciato a quanti minuti dalla mezzanotte verranno spostate le lancette del “Doomsday clock”. Nel 2022 l’orologio segnava 100 secondi alla mezzanotte.

Nel 1945 un gruppo di scienziati crearono la rivista “Bulletin of the atomic scientist”; essi erano per lo più gli stessi che avevano partecipato al progetto Manhattan, per la creazione della prima bomba atomica e che anche a seguito dell’utilizzo della nuova arma su Hiroshima e Nagasaki, compresero appieno a quali rischi l’umanità era esposta con questa nuova invenzione. Da allora ogni anno le lancette dell’orologio vengono spostate in base al rischio che il mondo sta correndo di essere distrutto dalle armi nucleari e, dal 2007, dal sovvertimento climatico. 

Tra gli scienziati che hanno fatto parte della rivista spiccano i nomi di Albert Einstein, Robert Oppenheimer, Bertrand Russell, Leo Szilard, Edward Teller. 

Inizialmente l’orologio fu posizionato a sette minuti dalla mezzanotte; dopo il primo test nucleare dell’Unione Sovietica nel 1949 le lancette furono spostate a tre minuti. Nel 1953 arrivarono a due minuti, dopo il primo test, di un ordigno termonucleare, condotto dagli Stati Uniti e seguito sei mesi dopo dall’URSS. Nel 1991 con la caduta del muro di Berlino e i successivi trattati di non proliferazione nucleare le lancette dell’orologio si allontanarono dalla mezzanotte di ben 17 minuti. Nel 2020 le lancette segnavano 100 secondi alla mezzanotte e tali sono rimaste fino al 2022. 

Verranno spostate nel 2023?

L’anno 2022 è stato un anno in cui il rischio nucleare è sembrato tornare in tutta la sua tragica dimensione di morte. Forse il peggiore da quando fu creato, 77 anni fa, il Doomsday clock.

Il fragile equilibrio nella guerra in ucraina ha creato le concrete premesse per un uso del nucleare. In un campo di battaglia che si presenta quanto mai incerto e pericoloso, in cui la Russia ha dimostrato fino ad ora la sua incapacità militare ed i suoi limiti organizzativi, il rischio di un avventato uso del nucleare tattico non è escludibile a priori. La Russia, prima potenza nucleare al mondo per numero di testate, potrebbe farne ricorso laddove tutto fosse perduto, mettendo fine al taboo del “non uso della bomba” che dura sin dalle due esplosioni sul suolo giapponese ad opera degli Americani. Ma non solo. Gli sconsiderati bombardamenti dell’uno e dell’altro sulla centrale Nucleare di Zaporozhya rappresentano un rischio catastrofico per tutto il continente europeo. 

La Corea del Nord dopo una serie di lanci di missili balistici che hanno sorvolato anche il Giappone, sembra prepararsi ad un test nucleare. L’Iran continua imperterrita la sua marcia verso la costruzione del suo primo ordigno nucleare. È notizia di qualche giorno fa l’arrivo a Teheran di 15 tra Ingegneri e tecnici di Rosatom (l’agenzia statale Russa che si occupa del Nucleare) il cui scopo della visita sembra essere piuttosto chiaro; forse un ringraziamento per i preziosi droni che l’Iran ha inviato a Putin e cha stanno contribuendo fattivamente a “spegnere” l’Ucraina bombardandone i centri di produzione elettrica.

Ma anche l’Arabia Saudita ha cominciato ad arricchire Uranio, che è il primo passo per costruire la “bomba”, rifiutando di recente la visita degli ispettori della IAEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

Sul fronte dei tratti è stato un anno di fallimenti; Il “trattato per il non uso delle armi nucleari” ratificato nel gennaio del 2021 da oltre 50 stati non vede tra questi coloro che già detengono la bomba nucleare, come Usa e Russia. La trattativa di Usa ed Europa con l’Iran è naufragata completamente nell’estate del 2022. In novembre anche le ispezioni previste dal trattato START (Strategic Arms Reduction Treaty) che mirano alla riduzione delle testate nucleari di Usa e Russia, sono state definitivamente sospese. 

Che dire dunque? Sembra che il 2022 sia stato l’anno della tempesta perfetta le qui forti correnti ascendenti hanno fatto tornare alla ribalta la paura di un accidente nucleare che per tanti anni era stato allontanato dai nostri pensieri o ricordi. Forse i più vecchi si ricorderanno che, durante gli anni più bui della guerra fredda, si costruivano rifugi atomici di tutti i tipi.

Per i Governi (in Italia era previsto l’utilizzo del bunker sotto al monte Soratte, vicino Roma), oppure per i comuni cittadini che spesso se li scavavano da soli, vicino casa (negli Stati Uniti proliferarono come funghi in quegli anni).

L’orologio del giudizio non è la “palla di cristallo” che predice il futuro; gli scienziati che fanno parte del comitato analizzano i dati come un dottore analizza i sintomi del paziente guardando le radiografie o le analisi di laboratorio per poi parlare con il paziente stesso e i suoi familiari per mettere in atto tutte le azioni necessarie a mitigare i sintomi della malattia e curarne le origini. Ecco, il senso di questo orologio è proprio quello di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul reale rischio a cui tutta l’Umanità è esposta a seguito di un uso sconsiderato del Nucleare e del fragile ecosistema in cui viviamo.

In passato abbiamo raggiunto momenti di alta tensione e siamo spesso andati vicinissimi ad una catastrofe, che però è stata evitata grazie alla capacità di chi allora aveva la responsabilità politica, e dei cittadini che si mobilitarono in favore della pace e contro la guerra. Prevenire il rischio nucleare prevede il continuo ricorso alla diplomazia, scambio di informazioni e comunicazioni sempre aperte. L’umanità ha inventato il nucleare ed ha usato l’energia fossile, ed è essa che deve porre rimedio ad i rischi e gli stravolgimenti che queste due forme di energia stanno comportando. Un passaggio fondamentale di questo processo è che i cittadini facciano sentire la loro voce. Ma perché ciò possa avvenire compiutamente è necessario prendere coscienza del rischio reale a cui stiamo andando incontro e poi condividerlo il più possibile con chi ci circonda perché alla fine possa essere rappresentato con forza a chi ha responsabilità politiche e di governo. È questa un’agenda politica? No, ma è la sola via per salvare il pianeta e la nostra esistenza.

Non resta dunque che aspettare il 24 gennaio per vedere cosa annuncerà il comitato scientifico del Doomsday clock. 

E voi, dove posizionereste le lancette dell’orologio del giorno del giudizio?

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Luca Anedda

Luca Anedda

Luca Anedda è nato a Cagliari il 24 Dicembre 1958. Ha conseguito la Maturità Scientifica presso la Scuola Militare Nunziatella negli anni 1973-1977. Entrato in Accademia Aeronautica con il Corso Turbine 3, ha conseguito il brevetto di pilota militare negli Stati Uniti (Columbus A.F.B. Mississippi), al termine del quale è inviato a frequentare il corso di “Fighter Lead in Training” presso la Base Aerea di Holloman in New Mexico (U.S.A.). Successivamente viene assegnato al 5to Stormo di Rimini dove consegue la “Combat Readiness” su velivolo F104 come pilota Caccia intercettore. Dopo aver frequentato la Scuola di Guerra Aerea di Firenze con il grado di Capitano, viene promosso Maggiore ed inviato come Istruttore presso la scuola di volo NATO di Sheppard A.F.B. negli Stati Uniti, dove ricopre vari incarichi di rilievo. Rientrato in Italia con il grado di Tenente Colonnello, nel 1994 ricopre prima il ruolo di Capo Ufficio Operazioni del 5to Stormo di Rimini, e successivamente quello di Comandante del 23mo Gruppo Caccia Intercettori. Nel 1996 entra in Alitalia e diventa Comandante su Velivolo MD80. In Alitalia ricopre anche il ruolo di Quality safety Auditor e svolge numerose audit presso Compagnie come Air China, Kenia Airways. Laureato in Scienze Aeronautiche, è diventato consulente presso G.E.D.A. società di aviazione e consulenza nel settore sia di ala fissa che rotante. Attualmente risiede in Inghilterra ed è Comandante esaminatore di volo presso Stobart air. Ha al suo attivo oltre 16.000 ore di volo di cui 3.000 su velivoli militari. Sposato con Tiziana, ha tre figli: Gabriella, Alessio e Isabella.

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