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GLI “STALKER” SFRUTTANO GLI “AIRTAG” DI APPLE PER PERSEGUITARE LE LORO VITTIME

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
13/12/2022
in EDITORIALI
GLI “STALKER” SFRUTTANO GLI “AIRTAG” DI APPLE PER PERSEGUITARE LE LORO VITTIME
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TE LO LEGGO IO

Gli esperti lo avevano detto. Inutilmente, come spesso accade.

Apple se ne è fregata. Come spesso accade.

Adesso negli Stati Uniti, come si legge sul New York Times, due donne hanno deciso di “addentare” la “Mela” intentando una potenziale class action nei confronti del tanto apprezzato colosso dell’informatica di consumo cui dobbiamo tanti prodotti tecnologici dal look accattivante e talvolta con qualche pesante controindicazione.

“AirTag” sono una simpatica invenzione apparsa sul mercato nella primavera del 2021 e lo slogan che li promuove dice che grazie a questi dispositivi sarà facilissimo non perdere mai di vista le proprie cose.

Anche sul sito italiano di Apple si legge “Agganciane uno alle chiavi, infilane un altro nello zaino e via: eccoli apparire nell’app Dov’è, la stessa che già usi per localizzare i tuoi dispositivi Apple e rintracciare i tuoi amici e familiari”.

Questi simpatici attrezzi di ridotte dimensioni – come avevano previsto gli esperti di sicurezza – vengono ripetutamente utilizzati per perseguitare e molestare le persone.

Le due signore americane sono state entrambe oggetto di precedenti abusi da parte di ex partner e nella loro denuncia insistono nel dire che le soluzioni di protezione di Apple rimangono del tutto inadeguate per i consumatori.

In pratica con meno di 40 euro i malintenzionati possono dotarsi di un’arma straordinaria per perseguire i loro perfidi obiettivi.

Almeno 150 rapporti della polizia raccolti in soli otto mesi e provenienti appena da otto distretti – esaminati dai giornalisti investigativi di Motherboard – riportano in maniera esplicita che gli autori degli abusi adoperavano questi dispositivi di localizzazione per rintracciare e poi perseguitare e molestare le designate vittime.

Nelle carte della querela appena presentata (pubblicate sul sito di ArsTechnica) si scopre che l’aggressore di una delle due donne ha nascosto i dispositivi di localizzazione all’interno del parafango della sua auto. Lo stalker dell’altra (l’ex marito che non aveva digerito il divorzio), invece, ha piazzato un AirTag nello zaino del figlio.

Secondo “chi ne mastica” di queste cose, ci sono centinaia e centinaia di situazioni analoghe che le interessate non denunciano o addirittura non rilevano nemmeno perché legittimamente non in condizioni di provvedere ad una “bonifica” di ambienti frequentati o veicoli utilizzati.

Gli AirTag sono di dimensioni abbastanza contenute e non è affatto difficile occultarne l’avvenuta collocazione. Il fatto che siano grossi poco più di un bottone da cappotto e che abbiano un prezzo abbordabile rende comprensibile come siano diventati di moda tra i persecutori.

Siccome Apple produce roba di grande qualità, anche questi localizzatori si distinguono per la loro straordinaria precisione e per l’estrema facilità di utilizzo.

In termini pratici gli AirTag basano il proprio funzionamento sulla tecnologia Bluetooth e sfruttano una specifica app preinstallata sull’iPhone che mostra ai proprietari la posizione approssimativa del dispositivo che stanno cercando.

I tecnici della Apple conoscono questo rischio ma l’impegno riversato per contrastare questi possibili abusi non ha finora dato i risultati sperati.

Se la vittima ha un iPhone può utilizzare un recente aggiornamento che fa apparire sul display un avviso di testo quando rileva la presenza di un AirTag nelle vicinanze. L’allerta è anche accompagnata da un segnale acustico di eseguita localizzazione che pur ad alto volume (si parla di 60 decibel) può essere reso poco rilevabile quando il motore della propria vettura è acceso e il telefono è nella borsa eventualmente sul sedile posteriore…

Ma le soluzioni in questione – poco reclamizzate forse per il timore di ripercussioni commerciali negative per gli AirTag – non mettono comunque al sicuro le donne che hanno un telefonino con sistema operativo Android o Hauwei.

Chi non ha l’iPhone deve scaricare e installare una “app” che sia capace di rilevare la presenza a breve distanza di un “tracker” ossia di un congegno di tracciamento.

Ma non basta avere l’applicazione perché questa va “lanciata” e le si deve dare il tempo di scansionare le diverse frequenze… Chi non pensa di essere “inseguita” difficilmente si mette a giocare con questa o quella app da aspirante 007.

I documenti della class action appena promossa pongono in rilievo l’inquietante circostanza secondo la quale gli AirTag sarebbero alla base di due terribili episodi di omicidio…

Niente affatto simpatico (alla luce di quanto appena detto, forse, incredibilmente sgradevole) il messaggio promozionale che campeggia sul sito della Apple e dice testualmente “Acqua. Fuochino. Fuocherello. Fuoco. Se l’AirTag è nelle vicinanze, la funzione «Posizione precisa» sul tuo iPhone può guidarti al punto esatto in cui si trova”. Cosa volere di più?!?

Perché non si prende spunto da queste poche righe per approfondire la questione anche alla luce del crescente numero di femminicidi?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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