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LA CINA È VICINA, MOLTO E NON DIMENTICA…

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
19/10/2022
in SCENARI
LA CINA È VICINA, MOLTO E NON DIMENTICA…
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TE LO LEGGO IO

Non chiamatelo imperatore. Non considerate “cineserie” le coreografie associate al XX congresso del partito comunista cinese, come semplice teatro per compiacere le masse. Xi Jinping potrà anche sembrare sopra le righe nel fare la voce grossa accusando gli americani di non farsi i fatti loro, affermando che Taiwan è parte integrante della Cina e che in un modo o nell’altro verrà reintegrata, ma sono affermazioni che fanno parte di una strategia di diversione.  

Le azioni, quelle serie, che devono essere messe sotto attenta osservazione dall’Occidente, sono quelle che hanno a che fare con la tecnologia. D’altronde lo ha detto chiaramente il presidente Xi Jinping quando ha ricordato che il settore tecnologico è la “prima forza guida” del paese. L’innovazione tecnologica è fondamentale per la crescita della Cina, come per ogni nazione d’altronde. Cina che investe nell’istruzione, sviluppa le sue industrie, mette a punto moderne capacità digitali e tecniche, costruisce un esercito capace. Cina che si autodefinisce in via di sviluppo, quando in effetti è tornata a essere una nazione forte, configurandosi rapidamente in una superpotenza che vuole dettare le sue condizioni. 

La tecnologia non solo è fondamentale per il modo in cui comunichiamo, commerciamo, lavoriamo e viviamo, ma è anche parte integrante dell’intelligence, del potere militare, delle operazioni informatiche, della sicurezza sanitaria, della resilienza e, naturalmente, della crescita economica. Quindi è un fattore di vantaggio strategico per chi è in grado di sfruttarne il potenziale. 

La Cina lo capisce. Deliberatamente e pazientemente ha lavorato per ottenere questo vantaggio strategico, plasmando gli ecosistemi tecnologici del mondo.Le azioni, politicamente motivate, dello stato cinese relative alla tecnologia, sono un problema urgente che si deve affrontare sia perché la tecnologia sta cambiando la definizione di sicurezza nazionale, espandendone l’ambito, sia perché è diventata non solo un’area di opportunità, concorrenza e collaborazione, ma è anche un terreno, se non il terreno, di scontro per il controllo, il confronto dei valori e la capacità d’influenza a scala globale. 

Guai ad affermare che in fondo è “solo” una questione di scienza e ingegneria. Mai dimenticare i possibili impatti sui nostri modi di vivere.Il mondo occidentale vede la tecnologia, sempre che la concorrenza fra gli attori sia leale, come fattore che consente maggiore libertà, prosperità e collaborazione globale. Peccato che, dal canto suo, la leadership cinese considera la tecnologia essenziale strumento di controllo: dei propri mercati, di quelli nella propria sfera di influenza e, naturalmente, dei propri cittadini. Il che, in un mondo sempre più complesso e interconnesso, mette in pericolo la sicurezza e prosperità future dell’Occidente. 

Serve dunque un’azione concertata degli alleati occidentali per evitare che vengano esportati, attraverso la tecnologia, i valori divergenti proposti da Pechino.

Quanto sopra è, in essenza, la sintesi di quanto raccontato da Jeremy Fleming, direttore del quartier generale per le comunicazioni del governo britannico (GCHQ, Government Communications Headquarters, l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza, nonché dello spionaggio e controspionaggio nell’ambito delle comunicazioni, attività tecnicamente nota come SIGINT (SIGnal INTelligence)), martedì 11 ottobre scorso, in un discorso agli specialisti internazionali della difesa nell’ambito della conferenza RUSI 2022 sulla sicurezza. 

Il RUSI, ufficialmente noto come Royal United Service Institute for Defence and Security Studies, già conosciuto come Royal United Services Institute for Defence Studies, è un Think-tank, un istituto di studi e ricerche britannico, fondato nel 1831 dal Duca di Wellington, Sir Arthur Wellesley.

Sir Fleming è andato giù duro: “… La leadership cinese crede di trarre la sua forza, la sua autorità, dal sistema chiuso del partito unico. Cercano di assicurarsi il loro vantaggio attraverso la dimensione di scala e il controllo. Ciò significa che vedono opportunità nel controllare il popolo cinese piuttosto che cercare modi per sostenere e liberare il potenziale dei propri cittadini. Vedono le nazioni come potenziali avversari o potenziali stati clienti, da minacciare, corrompere o costringere. Il Partito ha scommesso il proprio futuro su questo approccio, escludendo i molti futuri alternativi per il popolo cinese nel processo. Sperano che il successo futuro, basato su questo sistema, sia inevitabile”.

“Penso”, continua Sir Fleming, “che alla base di questa convinzione alberghi la paura. Paura dei propri cittadini, della libertà di parola, del libero scambio, degli standard tecnologici aperti e delle alleanze. Paura dell’intero ordine democratico aperto e del sistema internazionale basato su regole. Non sorprende che mentre la nazione cinese ha lavorato per costruire la sua economia avanzata, il Partito ha usato le sue risorse per imporre leggi draconiane sulla sicurezza nazionale, una cultura della sorveglianza e l’uso sempre più aggressivo della potenza militare. Stiamo assistendo alle manifestazioni di questa paura attraverso la manipolazione degli ecosistemi tecnologici che sono alla base della nostra vita quotidiana, il monitoraggio dei propri cittadini, la limitazione della libertà di parola e l’influenza sui sistemi finanziari e nuovi settori di interesse”.

Per dare corpo alle sue affermazioni, Sir Fleming ha presentato degli esempi di tecnologie che lo stato cinese vuole usare a suo vantaggio: lo yuan digitale, il sistema satellitare Běidǒu, gli standard tecnologici internazionali.

Lo “yuan digitale” è la valuta digitale di stato in fase di lancio da parte della banca centrale cinese. Il che preoccupa non poco gli specialisti che ritengono che i regimi autoritari potrebbero utilizzare questa tecnologia per scopi di sorveglianza e controllo. Lo yuan digitale potrebbe consentire allo stato cinese di monitorare le transazioni dei suoi cittadini e delle sue aziende. Non solo.

La guerra in Ucraina sta insegnando non poche lezioni. Una valuta digitale centrale potrebbe, dice Sir Fleming, “consentire alla Cina di eludere parzialmente il tipo di sanzioni internazionali attualmente applicate al regime di Putin in Russia”.

Molte persone pensano che lo yuan digitale sia semplicemente un’altra criptovaluta. In realtà è altro. Nel caso delle cripto si deve prima selezionare la piattaforma e, successivamente, depositare denaro per effettuare un ordine. Lo yuan digitale si basa su un sistema a due livelli. Il primo è la Banca popolare cinese. Il secondo sono le banche commerciali. La People’s Bank of China distribuisce lo yuan digitale alle banche commerciali accreditate. I clienti di queste banche possono poi facilmente convertire presso di loro le proprie banconote in yuan digitale per utilizzarli senza altri problemi. Da notare che avere a che fare con uno sportello bancario in Cina è una perdita di tempo e una prova di pazienza clamorosa. Un semplice trasferimento di fondi dalla Cina all’Italia richiede almeno 4 ore….  

Il sistema satellitare Běidǒu, oggi alla sua terza generazione, è la versione cinese del Galileo europeo (di cui erano partner), del GPS statunitense o del GLONASS russo. 41 satelliti che orbitano intorno alla terra e permettono di navigare senza perdersi, di sapere la posizione esatta di qualcosa o… di qualcuno. Il Partito Comunista Cinese “consiglia” caldamente, ai cittadini e alle imprese cinesi, di usare, di adottare e di esportare Běidǒu, in tutto il mondo.

Domanda: voi che avete a bordo della vostra vettura un sistema di navigazione, sapete quale costellazione di satelliti, di quale paese, sta utilizzando? Che fine fanno i vostri dati?

Attenti a quando comprerete la vostra prossima auto elettrica Made in China…

A proposito di Běidǒu, Sir Jeremy ha dichiarato: “Molti credono che la Cina stia costruendo una potente capacità anti-satellite, con la dottrina di negare ad altre nazioni l’accesso allo spazio in caso di conflitto. Si teme anche che la tecnologia possa essere utilizzata per rintracciare le persone…”.

In merito agli standard tecnologici internazionali, Sir Jeremy ha citato un’industria cinese che propone nuovi protocolli che minaccerebbero la libertà di Internet, riducendone l’interoperabilità e causando la frammentazione dei sistemi. La mano dello Stato cinese può essere rilevata nelle mosse volte alla definizione di un modello di rete con maggiore controllo governativo. Un modello che “minaccia i diritti umani con l’introduzione di nuovi metodi di tracciamento”. Non c’è da stare tranquilli.

Molto hanno fatto in Cina per la messa a punto delle Smart City, città intelligenti che, con l’uso sbagliato della tecnologia, diventano centrali di sorveglianza e accumulo dati. Soluzione urbane che la Cina esporta. Come esporta le sue tecnologie cercando di creare “economie e governi clienti”.

Sir Jeremy afferma che i paesi dove ciò avviene rischiano di “ipotecare il futuro”.

Rischiano?

Insomma, Sir Jeremy Fleming è tanto preoccupato. Forse perché ha ben presente quanti e quali nefandità vennero compiute dall’impero britannico (non solo da loro) nelle terre del celeste impero. La memoria del periodo 1839-1949, quello che è passato alla storia come il secolo dell’umiliazione (https://en.wikipedia.org/wiki/Century_of_humiliation) è ben viva nel popolo cinese. Tanto quanto il loro senso di rivalsa.

Dunque, attenti a non farsi sorprendere dalle strategie di diversione.

Il presidente Xi Jinping non è persona da prendere sotto gamba. Non si rimane dieci anni, facendosi riconfermare per almeno altri cinque, al governo di un paese immenso, complesso, difficile come la Cina se non si hanno caratteristiche eccezionali.

Almeno altrettanto eccezionali quanto la Cina stessa e la Cina non dimentica.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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