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CORONAVIRUS. NON FATE I FURBI. NON USCITE DI CASA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
13/03/2020
in EDITORIALI
CORONAVIRUS: CON IL CALCOLATORE DI CARTA IGIENICA PUOI CONOSCERE L’AUTONOMIA DEL TUO BAGNO
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Se non siete capaci di rispettare le leggi (e voi stessi) e pensate di poter fare come meglio credete, non gioite se nessuna pattuglia vi ha fermato, identificato e chiesto ragione di quello che state facendo in città.

Ci sono troppe telecamere in giro e nonostante la mascherina (che nemmeno tutti indossano) la vostra persona viene costantemente immortalata con tanto di posizione, data e orario.

Se la situazione non migliora, non è escluso che dallo spiegamento di poliziotti ora e di militari un domani si passi ad un controllo orwelliano del territorio.

Non sarà un passaggio automatico, ma potrebbe accadere se qualcuno dei “decision makers” (quelli che – come “l’uomo Del Monte” – possono dire “sì”) ha visto quel che è capitato a Nuova Delhi in questi giorni.

Le forze dell’ordine indiane, infatti, hanno utilizzato sistemi di identificazione facciale per identificare oltre mille e cento persone che avrebbero partecipato ai disordini che hanno messo a ferro e fuoco la parte nordorientale della capitale. 

La soluzione tecnologica è stata principalmente (non dimentichiamo questo avverbio) alimentata dalle fotografie che le autorità governative hanno acquisito per il rilascio dei documenti di identità e delle patenti di guida.

E “non principalmente” il sistema che ha fatto mai?

“Elementare” avrebbe detto Sherlock Holmes. “Fin troppo ovvio” si lascerebbe scappare chiunque abbia la consapevolezza dell’uso dissennato che ciascuno di noi fa della propria immagine nell’era dei “selfie” e dei “post”.

Nelle relazioni tecniche che hanno illustrato l’operato della polizia indiana si legge l’espressione “among other databases”, che indica l’aver agito frugando “in mezzo ad altri archivi elettronici”.

Se vogliamo tradurre più praticamente quell’ “other databases” non dobbiamo pensare a veri e propri schedari, ma piuttosto a quell’insieme – non poi così disaggregato – di fotografie e dati personali che spontaneamente gli iscritti ai social network riversano sulle pagine dei rispettivi profili.

La comparazione dei volti dei normali “scatti” nella vita quotidiana con le riprese dei sistemi di videosorveglianza disseminati in ambito urbano – grazie a potentissimi software in grado di rilevare elementi identificativi e a strumenti di elaborazione con velocità da brivido – ha permesso di individuare chi aveva tenuto condotte ritenute reprensibili dall’ordinamento locale.

Le dichiarazioni trionfanti di Amit Shah non rassicurano chi ritiene inviolabili i diritti civili e tra questi quello alla riservatezza dei dati personali. Il Ministro dell’Interno indiano, siccome il fermento è legato ad una legge che emargina i musulmani, ha spiegato che il software non fa distinzioni di fede religiosa o di classe sociale desumibile dagli abiti indossati. Verrebbe da dire che i programmi informatici adoperati “non guardano in faccia nessuno”, ma mai affermazione sarebbe fuori luogo. La soluzione tecnologica impiegata esamina il volto in ogni suo punto, ne concatena i rispettivi valori, ne estrae una sorta di DNA grafico, ne produce un primo “codice” idoneo ai successivi raffronti…

Non è agevole liquidare in poche righe (e per di più commestibili) il funzionamento di certe sofisticatissime tecnologie, ma è facile comprendere la profondità di azione di determinati strumenti.

Quel che spaventa è l’approssimazione che comunque caratterizza ancora certi sistemi di riconoscimento facciale, che potrebbe portare all’incriminazione di soggetti estranei ai comportamenti ritenuti delittuosi o comunque in violazione di un qualsiasi provvedimento normativo. La Polizia di Delhi ha utilizzato per prima lo strumento identificativo in questione per rintracciare bambini scomparsi e i risultati nel 2019 sembra non siano stati entusiasmanti: il sistema avrebbe avuto un grado di precisione pari all’1% e in alcuni casi avrebbe fallito persino la distinzione tra maschietti e femminucce.

Dalle nostre parti non ci sono ancora applicazioni tecnologiche in questa direzione, ma il rappresentare l’esperienza indiana mi auguro che serva come spunto di riflessione a chi magari sta già elucubrando l’implementazione di certi controlli.

Non mancano certo le videoregistrazioni fatte ad ogni angolo di strada da banche, esercizi commerciali e autorità comunali per i più diversi scopi. Mi auguro piuttosto che la gente resti a casa a prescindere dalla spettrale ipotesi di “rastrellamenti” digitali. Il buon senso può garantire migliori risultati di qualsivoglia giro di vite.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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