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“CCHIU PILU PER TUTTI”… I SOLDATI ISRAELIANI

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
18/02/2020
in EDITORIALI
“CCHIU PILU PER TUTTI”… I SOLDATI ISRAELIANI
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Volevo “titolare” emulando Il Male e il suo “Ugo Tognazzi capo delle BR”, provando a sparare “Antonio Albanese leader di Hamas”, ma il rispetto per il leggendario settimanale satirico ha bloccato la mia tastiera prima che profanassi la memoria di una “fake news” memorabile e inimitabile.
La realtà, però, a volte supera la fantasia: di questi tempi non si può evitare il naturale sbigottimento oppure non c’è da stupirsi affatto?
La tormentata atmosfera di belligeranza mediorientale improvvisamente cambia tonalità e alterna tenui sfumature rosa a lampeggi di luci rosse.
L’ultima trovata di certi birbaccioni palestinesi è stata quella di creare sei account sui social apparentemente riconducibili a “ragazze scollacciate”, quelle che il colonnello Buttiglione (scusatemi, lo show radiofonico “Alto Gradimento” ha intaccato la mia adolescenza) riferiva affollare le “pubblicazioncelle leziose” tanto amate da piantoni e centralinisti della caserma Zanzibar.
I profili (e a onor del vero anche le altre prospettive…) delle fanciulle hanno irretito le truppe israeliane, inducendo i militari ad installare una serie di “app” sui rispettivi smartphone. Le applicazioni, che avrebbero consentito di stabilire un contatto diretto (e non solo virtuale) con le prosperose giovanissime, erano in realtà una sorta di cavallo di Troia che rapidamente infettava il dispositivo su cui venivano installate.
La notizia arriva dalla Israeli Defence Force (IDF) che ha rilevato il propagarsi dell’infezione tra gli smartphone dei soldati e avviato una serie di contromisure per evitare il peggio.
Gli investigatori della “ Tsva ha-Hagana le-Yisra’el ” (o comunemente identificata con l’acronimo “Tzahal” oppure con la sigla IDF) hanno provveduto al “tracking” delle attività innescate dal malware e sono riuscite risalire alle unità cibernetiche del quartier generale di Hamas.
Il portavoce di “Tzahal” o IDF che dir si voglia, brigadier generale Hild Silberman, ha spiegato che gli account erano riconducibili a Sarah Orlova, Maria Jacobova, Eden Ben Ezra, Noa Danon, Yael Azoulay e Rebecca Aboxis.
I militari, invece di mantenere ferrea resistenza di omerica ispirazione, hanno abboccato al richiamo delle sirene digitali e inebetiti dalle flautate conversazioni e dai sempre più intriganti scambi di messaggi su Facebook, Instagram e Telegram hanno colto il suggerimento di installare una applicazione grazie alle quali avrebbero potuto ricevere foto molto più esplicite dalle loro avvenenti interlocutrici.
Le applicazioni in questione sono “Catch & See”, “Grixy” e “Zatu”, e al termine dell’installazione avrebbero dato l’impressione di non funzionare, mostrando sullo schermo dell’utente appena abbindolato un messaggio di “crash” del sistema e inducendo al riavvio del dispositivo.
L’icona della “app” spariva misteriosamente dallo schermo dei telefonini, ma le istruzioni maligne continuavano ad essere attive in sottofondo o “backgroud” come dicono i più esperti.
Il malware, inoculato a chi sperava di ricevere effusioni e magari intraprendere indimenticabili avventure erotiche, era in grado di addentare il contenuto dello smartphone andando a succhiare – quasi fosse un vampiro – fotografie, messaggi di testo, contatti, localizzazioni e altre informazioni che venivano poi inoltrate ad Hamas per la memorizzazione, la classificazione e l’eventuale utilizzo ai fini di intelligence. Tra le tante cose il virus in argomento era anche capace di scattare foto e di acquisire lo “screenshot” ovvero procedere alla riproduzione di quanto visualizzato sullo schermo.
Se l’irresistibile forza attrattiva del “pilu” ha permesso questo tiro mancino, va detto – e qui la gravità della situazione – che non è la prima volta che Hamas riesce ad affabulare i malcapitati di turno. Era già successo nell’estate del 2018 quando in occasione dei Mondiali di calcio, una “app” che sembrava imperdibile (e che invece era una trappola) era stata piazzata sul Play Store di Google accalappiando un mucchio di israeliani inconsapevoli che la loro passione sportiva li aveva portati fuori strada…

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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