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SPIONAGGIO: CRYPTO AG E HUAWEI, CE N’È PER TUTTI…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
12/02/2020
in EDITORIALI, Uncategorized
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Siamo tutti impiccioni. Ma gli altri lo sono sempre più di noi.
In queste ore si sono intrecciate due storie, in cui – è evidente – non brilliamo per intuizione o capacità di riconoscere prevedibili rischi del mestiere.

Da una parte lo scandalo delle favolose apparecchiature di cifratura delle comunicazioni, che una società svizzera per sessant’anni ha venduto a tutto il mondo senza che nessuno immaginasse (guarda un po’…) che dietro quella piccola azienda si nascondessero la CIA e i Servizi segreti tedeschi.
Dall’altra la notizia che l’intelligenze americana che ha messo nero su bianco (e il Wall Street Journal ha scoperchiato la pentola) che per almeno un decennio ha avuto libero accesso alle viscere delle reti TLC occidentali e non solo statunitensi.

Mentre non resta che complimentarsi con chi era pagato per scongiurare fregature del calibro di quelle su cui si incardinano le due vicende, interrotta la doverosa standing ovation viene istintivo domandarsi adesso cosa succede.
In realtà sarebbe opportuno guardare indietro e rivisitare gli eventi che hanno segnato la nostra involuzione, alla luce della rivelata trasparenza degli ambiti più riservati.
La storia di Crypto AG, nelle mani delle spie già dagli anni Settanta e non da ieri (come direbbe Cetto Laqualunque: “applauso!”), non è il racconto di un occasionale fuga di notizie.

Le articolazioni più delicate del nostro Paese (e non facciamo certo riferimento a ginocchia e gomiti doloranti per qualche acciacco reumatico o per postumi di eventi traumatici) hanno veicolato la rispettiva corrispondenza segreta utilizzando apparecchiature la cui blindatura non è risultata di inutile ma opaco cartone, ma di vetro cristallino. Messaggi top secret erano osservati, quasi 007 e ambasciatori fossero i protagonisti di un terrificante Truman Show. Decisioni e scelte strategiche, accordi e protocolli di intesa, iniziative delicatissime e quanto altro è possibile immaginare, sono stati scolpiti indelebilmente negli archivi di chi diligentemente non si è perso nemmeno una virgola di quanto veniva detto e scritto dai personaggi di maggior rilievo e nelle situazioni più fragili.

Lo scoop del WSJ non consente di piangere sul latte versato, ma offre l’opportunità di evitare problemi futuri.
Sappiamo bene che i produttori di apparecchiature per le telecomunicazioni costruiscono e vendono hardware come dispositivi di commutazione (i cosiddetti “switch”), stazioni base (ossia i “ponti radio”) e antenne ai vettori (cioè gli operatori telefonici che assemblano le reti che consentono la comunicazione mobile di voci, dati e immagini) e sono obbligati a costruire nei loro modi hardware per consentire alle autorità di accedere alle reti per scopi previsti dalla legge. Specularmente le aziende produttrici sono inoltre tenute a realizzare apparecchiature escludendo la possibilità di un successivo accesso dei propri tecnici senza il consenso della società telefonica che ha installato le macchine e gestisce il network.

All’utilizzo delle cosiddette “interfacce di intercettazione” sono abilitati soltanto i soggetti rigidamente stabiliti dal codice di procedura penale in particolari fattispecie rigorosamente prefissate, con modalità autorizzative e procedure tecniche ben definite. In termini pratici, però, secondo gli agenti segreti americani, Huawei avrebbe costruito apparecchiature in grado di eseguire – all’insaputa anche degli stessi operatori telefonici che se ne avvalgono – una serie di operazioni in violazione della privacy, di qualunque altro diritto costituzionalmente garantito, dei segreti di Stato e – ad esempio – di quelli istruttori, industriali e commerciali, della libera concorrenza e così a seguire.

Chiacchiere? Non proprio, visto che a parlare è Robert Charles O’Brien ovvero il Consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense.
Da quanto dura la scorribanda telematica cinese? Solo dal 2009….

Qualcuno pensa di applicarsi sulla questione o, in attesa delle future nomine governative, si spera di passare il cerino nelle mani di qualcun altro?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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