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DAGLI KHMER ROSSI AL WEB: IL RISCHIO DELL’IGNORANZA DIGITALE

Marco Mastrilli di Marco Mastrilli
22/09/2023
in SCENARI
DAGLI KHMER ROSSI AL WEB: IL RISCHIO DELL’IGNORANZA DIGITALE
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TE LO LEGGO IO

Se dovessi rappresentare questo momento storico attraverso un film, opterei per una versione moderna di Urla del Silenzio (The Killing Fields) che ben rifletterebbe le sfide del nostro tempo. Questa pellicola drammatica, diretta da Roland Joffé, ispirata dagli orrori della Cambogia degli anni ’70, ci offre una chiave per comprendere come la cecità ideologica possa ancora oggi minare la nostra società, pur se con mezzi diversi. 

In questo “film” contemporaneo, le prime vittime di questa devastazione sono ancora una volta le menti pensanti, le intelligenze che sfidano il conformismo.

Nel mondo attuale, la tecnologia e il web stanno emergendo come potenti forze che minacciano la diversità di pensiero e l’approccio critico. Sebbene non si giunga più alle estreme atrocità degli Khmer Rossi, possiamo paragonare il loro oscuro passato ai pericoli che oggi ci circondano.

Maestri nell’arte della repressione intellettuale, gli Khmer Rossi ricorrevano a metodi raccapriccianti per annientare chi osava sfidare il loro nuovo ordine. Tra le loro pratiche più inumane vi era quella di far giustiziare le persone con gli occhiali. I bambini venivano addestrati a soffocare queste “minacce” con dei sacchetti di plastica. Un simbolo macabro del loro intento di creare un “anno zero” in cui ogni traccia del passato venisse per sempre cancellata. Gli occhiali simboleggiavano la conoscenza, la diversità di pensiero, l’individualità, ovvero tutto ciò che gli Khmer Rossi volevano annientare.

Oggi camminiamo attraverso un paesaggio digitale dominato da sacchetti di plastica virtuali, metafora delle restrizioni alla libertà di pensiero. Questi sacchetti non soffocano fisicamente, ma piuttosto intrappolano le menti in un’eterna carneficina di disinformazione e superficialità. La competenza viene asfissiata dall’incessante flusso di contenuti banali che invadono le piattaforme online, mentre l’onestà intellettuale viene spesso sacrificata sull’altare della popolarità e dell’approvazione sociale.

Le vittime di questa strage digitale sono rappresentate da una schiera di barbe incolte che crescono più velocemente a causa delle delusioni e del vuoto spirituale. Queste barbe simboliche crescono sui volti di individui che sono costretti a sopprimere le loro opinioni per adattarsi a un mondo che premia l’omogeneità e la conformità. Gli occhi di questi individui sono velati dalla frustrazione e dalla disillusione, mentre le loro braccia si piegano sotto il peso dell’oppressione intellettuale, come se fossero la corda di un arco che sta per cedere.

A dominare la scena sembra ormai essere una élite di inesperti, pronti a sacrificare la vera competenza sull’altare del clientelismo mediatico e della politica spicciola. Gruppi e organizzazioni costruiti su nobili ideali rischiano di degradarsi a causa della mancanza di idee e dell’incapacità di trattenere individui che potrebbero effettivamente fare la differenza. I killer dell’innovazione cercano di soffocare chi indossa gli occhiali della critica e dell’analisi, ovvero chi riesce a vedere oltre le apparenze e ad esporre ciò che altri preferirebbero nascondere.

Questa è una realtà oscura che non possiamo più ignorare. Le ferite causate da questa “strage di intelletti” sono profonde, come le cicatrici lasciate dagli Khmer Rossi.

Ma dobbiamo avere fiducia nella forza della conoscenza, della coscienza critica e della cultura. Solo così potremo sperare in un futuro migliore, in cui la competenza e l’onestà intellettuale possano finalmente prevalere sulla mediocrità e si possa conservare un mondo in cui le menti pensanti prosperino invece di essere soffocate dalle tenebre dell’ignoranza. Dobbiamo agire ora per proteggere il patrimonio delle nostre intelligenze e garantire che la luce della libera saggezza e della conoscenza possano tornare a brillare in questo universo di sistemi sociali interconnessi.

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Marco Mastrilli

Marco Mastrilli

Ho radici profonde a Roma, città in cui sono nato nel 1964 e dove attualmente vivo e lavoro. La mia formazione accademica è incentrata sulle Scienze Sociali, con una Laurea che ha costituito il fondamento del mio percorso professionale, arricchita con due Master Universitari, uno in Gestione delle Risorse Umane e un altro in Tecniche di Analisi della Persona. La mia carriera ha conosciuto diverse sfaccettature, iniziando con il servizio nell’Arma dei Carabinieri in giovane età che ha rappresentato un’esperienza fondamentale nel mondo delle istituzioni e ha plasmato il mio approccio alla ricerca della verità, alla giustizia e all’informazione accurata. Successivamente ho abbracciato il mondo del business, occupando ruoli di management in ambito multinazionale e sviluppando competenze nel campo del marketing, della comunicazione e delle vendite. Questo background mi ha permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche comunicative in modo approfondito, contribuendo all’acquisizione di competenze che ritengo fondamentali nel giornalismo moderno. Ho avuto il privilegio di scrivere e pubblicare quattro sillogi poetiche che rappresentano un importante riflesso della mia espressione artistica e della mia sensibilità verso l’uso delle parole. Parallelamente alla mia carriera civile, ho conservato un forte legame con le istituzioni, mantenendo attiva la mia partecipazione come ufficiale del Corpo Militare CRI, dove attualmente ricopro il ruolo di Capo Ufficio Operazioni e Addestramento per l’Italia Centrale. Questo impegno mi ha insegnato l’importanza della leadership, della gestione delle emergenze e della solidarietà in situazioni critiche, mantenendo sempre attiva l’attenzione verso la persona e l’umanità che essa sottende. Sono Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma, un riconoscimento che testimonia il mio impegno nel rispettare gli standard etici della professione. La mia passione per la scrittura e la ricerca della verità mi hanno spinto a perseguire questa strada che mi stimola a informare e coinvolgere il pubblico, attraverso articoli che spero contribuiscano a diffondere cultura e consapevolezza nella nostra società. Sono entusiasta di continuare a contribuire alla narrazione informativa e alla diffusione della conoscenza attraverso le pagine di questa rivista.

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