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IL CODICE DIMENTICATO

Giuseppe Bodi di Giuseppe Bodi
17/06/2025
in LEGALITÀ
IL CODICE DIMENTICATO
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TE LO LEGGO IO

Sulle nostre spiagge, con l’avvicinarsi delle ferie estive, molti si dilettano nel leggere qualche libro. Suggerirei ad una folta schiera di persone, forse dovrebbe essere quasi obbligatorio, di dedicarsi alla lettura del Codice della Strada. In effetti le nostre strade, i marciapiedi, le isole pedonali sono diventati luoghi dove a prevalere non sono le norme stradali, meglio se condite con un minimo di buona educazione, ma la legge del più forte, del più furbo, ovvero il regno della maleducazione, del rozzo, del cafone, del prepotente. Ci sarebbero tanti altri vocaboli meno gentili.

Proviamo ad elencarne qualcuno, senza pretesa di essere esaustivi.

Cosa sono i limiti di velocità? Qualcosa da infrangere per fissare un nuovo primato, farsi un selfie e dimostrare che le regole sono fatte per essere violate da chicchessia. Non sono episodi isolati e se qualcuno prova a viaggiare entro i limiti stabiliti si suona, si lampeggia, si insulta, si fanno gesti di varia natura. Forse troppi sono emuli dei campioni di formula uno o dei tanti videogiochi sul tema; dimenticano che una volta uccisa una persona reale non risorge e non si può ricominciare il gioco.

Le strisce pedonali non sono verniciate per prendere la mira nel modo migliore contro chi ha l’ardire di traversare la strada ma per permettere di farlo in piena sicurezza. Purtroppo non solo le auto ma anche i pedoni sono poco rispettosi poiché attraversano leggendo il cellulare a testa bassa ovunque faccia comodo. Priorità è telefonare, forse stanno risolvendo problemi planetari.

Un tempo si usava la faretra per posizionare le frecce; quelle dei veicoli e delle due ruote sono altra cosa. Vedere qualcuno che usa gli indicatori di direzione è un fenomeno eccezionale, come un’eclisse. Secondo costoro chi segue dovrebbe sapere quale sia l’intenzione del conducente che precede. Le due ruote sono meno indisciplinate per il semplice fatto che rischiano di più. 

I cambi di corsia si compiono alla massima velocità senza indicarli, tagliando la strada e facendo il così detto pelo a chi procede che deve letteralmente schivare il pericolo inaspettato. Scene da folli si vedono nel Grande Raccordo Anulare di Roma e, in misura minore, sulle autostrade. In caso di fila le corsie di emergenza si tramutano in corsie di rapido scorrimento. Alcune statali e provinciali sono un vero pericolo per chi le percorre. Non poche sono state, tristemente, ribattezzate “strada della morte”. 

I monopattini elettrici passano ovunque a velocità sostenuta: marciapiedi, aree pedonali. Potrebbero solo se condotti a mano ma il pedone ha il torto di camminare sul marciapiede o sull’isola pedonale, rimanendo vittima di urti ed insulti. Spesso in due o tre certamente senza casco, l’illustre sconosciuto. Non di rado alcuni riportano fratture varie.

Abbiamo un popolo di ciclisti, sicuramente animati da ottimi propositi ma anche per loro vale il rispetto del Codice della Strada e delle persone. Nelle piste ciclabili le strisce non sono delle linee di mira contro qualcuno. I marciapiedi non sono il loro regno e quando pedalano sulle strade non è necessario essere in linea in tre o quattro per dialogare beatamente; si deve stare in fila. I conducenti di servoassistite sfrecciano con vero e serio pericolo ovunque. Tutti devono rispettare tutti. Quando si traversa una strada o si percorre un’area pedonale la bicicletta va condotta a mano. Ovviamente non vale per i bambini seguiti da vicino dai genitori; non possono certo lasciarli sulle strade od in pasto ai velocisti delle piste ciclabili.

Al semaforo il rosso pare un colore dell’arcobaleno e non qualcosa da rispettare per non attentare volutamente alla vita del nostro simile.

Non possiamo non citare il re della strada, sua maestà il cellulare che è sempre in mano a chi guida qualsiasi mezzo a quattro ruote ed a due ruote, compresi monopattini e bicilette. Le violazioni sono infinite, spesso sotto il vigile occhio di chi dovrebbe controllare, ad onta delle grida di manzoniana memoria che promettevano, con l’inasprimento delle multe, la fine delle irregolarità. Le sanzioni hanno effetto se applicate non se solo promesse; è una perdita di tempo e denaro. 

Si potrebbe continuare con sorpassi pericolosi, inversioni ad U ed altro ma auguriamoci soltanto che qualcuno legga ed applichi il Codice della Strada; anche lui potrebbe essere vittima di un comportamento criminale di altri. Non sempre si uccide, si può anche essere uccisi o rimanere invalidi per sempre.

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Giuseppe Bodi

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