Nel 2003 il Generale Wesley Clark, ex Comandante supremo della Nato in Europa, affermò con un certo sorprendente candore, che due anni prima (2001, dopo l’attacco alle torri gemelle)fu informato circa i piani dell’amministrazione Bush; sotto l’ombrello della guerra al terrorismo , sarebbero stati attaccati I seguenti Paesi: Iraq per primo e poi Siria, Libano, Libia, Iran, Somalia e Sudan. Dopo 25 anni il piano è arrivato a completamento.
In realtà tutto questo potrebbe non dire molto se non si considera un dato essenziale, che anche l’amministrazione del “rivoluzionario” Trump continua a implementare: la politica estera americana in Medio Oriente è gestita da Israele. Senza se e senza ma. L’appoggio ad Israele è incondizionato. Non ha importanza cosa l’IDF faccia a Gaza o in Libano o in Siria ed ora in Iran, l’appoggio è incondizionato e forte. Basta vedere I tweet bipartisan dei Senatori dopo l’attacco di ieri all’Iran.
Attacco che non ha nulla a che vedere con la questione del nucleare Iraniano. Come abbiamo già scritto in passato, sono almeno 20 anni che Israele preannuncia la costruzione della bomba nuleare da parte iraniana, ma in realtà l’arricchimento dell’Uranio che l’Iran ha sviluppato non è sufficiente per la costruzione di un ordigno militare. Il vero motivo è che Israele vuole decapitare la Leadership Iraniana e spingere il popolo Iraniano a ribellarsi alla guida suprema dell’Āyatollāh Seyyed ʿAlī Ḥoseynī Khāmeneī, che dopo la morte di Khomeyni nell’1986, è al vertice della piramide di comando Iraniana. Insomma nulla di nuovo sotto il cielo della politica occidentale: effettuare un cambio di governo con le buone o con le cattive. In questo caso non bastano I complotti o le infiltrazioni alla “Nuland” come per il rovesciamento nel 2014, del presidente in carica ucraino, Viktor Janukovyc: questa volte si usano metodi più forti, le bombe.
L’Iran del resto non è nuovo ai sovvertimenti per volontà esterne. Nel 1953 il legittimo Presidente dell’Iran, Mossadeq fu rimosso da un colpo di stato organizzato dai servizi Americani e Inglesi. La colpa di Mossadeq? Aver nazionalizzato la compagnia petrolifera che in precedenza era sotto il controllo inglese e che beneficiava dei lauti guadagni che derivavano dalla vendita del petrolio, lasciando solo le briciole al popolo Iraniano. Fu sostituito dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi. Del resto si contano, nel dopoguerra più di 60 operazioni attuate da americani e paesi europei per rimuovere governi non “amici”; un sistema collaudato ma che non ha sempre portato i risultati sperati.
Gli Usa non solo sapevano dell’attacco all’Iran di ieri ma hanno fornito supporto attivo alla missione: in termini di armamenti, intelligence e soprattutto in questo caso “deception”; hanno dato un senso di falsa sicurezza agli iraniani. Fino a che i colloqui tra le due delegazioni (Usa e Iran) in Oman fossero continuati era presumibile che nulla sarebbe successo. Ecco spiegato come l’Iran sia stato colto di sorpresa e alcuni capi militari siano stati bombardati nel loro letto di casa. Come al solito Israele non va troppo per il sottile: se c’è da distruggere un complesso residenziale per uccidere anche solo una persona lo fà. Anche I suoi piloti lo fanno, senza battere ciglio. Gaza docet. Pochi al mondo possono permettersi di fare ciò che gli israeliani fanno normalmente e passarla liscia, ed anzi ottenere il supporto delle maggiori cancellerie occidentali.
Il primo Ministro Israeliano Benjamin Netanyahu lo ha detto più volte: Israele vuole liberare il popolo israeliano dal tirannico regime di Teheran. Come? Intanto uccidendo la sua leadership, con tutti I metodi possibili, e poi destabilizzare l’opinione pubblica con le bombe. Il programma nucleare è una foglia di fico per giustificare l’indiscriminato attacco all’Iran. L’altra questione a cui mirano, come del resto fa Zelenzky in Ucraina, è quello di coinvolgere direttamente gli Stati Uniti nel conflitto.
Ora come ora, nonostante la macchina da guerra israeliana sia poderosa e senza eguali per capacità, ha scarse possibilità di fare ciò che ha fatto a Gaza ed in Libano. Anche la distruzione simbolica dei laboratoei nucleari iraniani non è alla sua portata. Alcuni dei centri più protetti iraniani sono in bunker sotterranei anche 500 metri sotto terra: non raggiungibili dalle bombe israeliane. Senza poter mettere in campo I soldati ed I carri armati, solo con una campagna aere, il progetto di mettere in ginocchio l’Iran sembra troppo ambizioso. Se fallisce la speranza di una sollevazione popolare, fallisce il progetto israeliano. Altra questione se dovessero entrare in campo gli Stati Uniti: il war game si sposterebbe su altri livelli e i danni per l’Iran potrebbero essere catastrofici.
Per questo credo che gli attacchi di Teheran in risposta a quelli della stella di Davide saranno, come è successo ieri, limitati al territorio Israeliano. Sarebbe facile bombardare le varie basi americane della regione che vedono schierati circa 50.000 soldati, che offrono un facile bersaglio, e sono senza difesa dai micidiali missili ipersonici Fattah.
Trump, che dopo solo 5 mesi dal suo insediamento ha disatteso tutte le sue promesse elettorali di pace, per ora sembra essere riluttante ad un coinvolgimento diretto. La formula dell’amministrazione trumpiana, di fronte agli eventi bellici che si scatenano via via nei conflitti in ucraina, gaza, e ora in Iran, sembra essere la seguente: non sappiamo nulla e non siamo coinvolti. Bugie che non reggono nemmeno lo spazio di qualche ora: basta vedere I comunicati di Vance e dello stesso Trump dopo l’attacco israeliano, che si sono contraddetti e che hanno lasciato palesemente capire come tutto fosse noto e concordato.
Del resto anche in Ucraina dopo l’attacco hai vecchi bombardieri russi che comunque fanno parte della componente nucleare della confederazione, gli Usa si sono affrettati a dichiarare che non erano al corrente della cosa e che era tutta farina del sacco di Zelensky. Così non era, e I Russi coma ora gli Iraniani hanno diligentemente annotato: degli americani non ci si può fidare. Punto. Ed ecco che I colloqui di Istambul non sono mai andati avanti e si sono limitati a documenti riguardanti gli scambi di prigionieri e di cadaveri. Per ogni salma russa, gli ucraini ne ricevono 45 dei loro. Per altro una sciagura per il governo di Zelensky che ha promesso un risarcimento alle famiglie dei caduti, risarcimento che un’ apposita legge ha spostato a due anni dopo la fine della guerra.
Cosa rimane di tutto questo? Che purtroppo la politica che riguarda I due conflitti che stanno influenzando negativamente il mondo sono di fatto affidati a personaggi che hanno tutto l’interesse ad allargare il conflitto piuttosto che a spegnerlo, pena la loro immediata sostituzione.
Le cancellerie europee e la stessa Bruxelles sono incapaci di darsi una linea univoca e ondeggiano tra dichiarazioni velletarie e poco realistiche che poi vengono smentite o ritrattate, facendo perdere di credibilità a chi di credibilità avrebbe massimaente bisogno di questi tempi. Due brevi esempi accaduti in queste ultime settimane. Il primo fu quando I quattro volenterosi( Starmer, Macron, Merz,e Tusk) si sono riuniti a Kiev ed il venerdì, con tono perentorio, hanno lanciato un ultimatum a Putin : Mosca doveva accettare un incondizionato cessate il fuoco di trenta giorni, a partire dal lunedì successivo.
Hanno omesso di dire cosa sarebbe accaduto se Putin non avessa accettato; il motivo è che nulla poteva succedere perchè, come dice Trump, questi signori non hanno le carte per giocare a questo gioco. Ed infatti nulla è successo. La seconda cosa, che se non fosse tragica perchè connessa ad una guerra sarebbe comica, riguarda una delle ultime uscite del Cancelliere neo eletto Merz:” invieremo I missili Taurus all’Ucraina così che potrà colpire I russi in profondità” ha tuonato di recente. Non sa quello che dice e forse lo hanno mal consigliato oppure non si aplica abbastanza, preso com’è tra una telefonata e l’altra con Black Rock, il suo vecchio datore di lavoro.
I missili Taurus non sono lanciabili da terra ma solo da una piattaforma aerea, come il Tornado, l’F15, l’EFA. Tutti velivoli che l’Ucraina non possiede e dunque non utilizzabili a meno di un diretto coinvolgimento di forze aeree tedesche o svedesi. Ed anche per questo che in maniera discreta, ma ferma, il ministro della difesa Boris Pistrorius lo ha smentito: non ci sarà nessun invio di missili Taurus in Ucraina. Tutte queste cose I russi le sanno e diligentemente annotano separando , come diceva Sciascia, “ gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà”.
E di Uomini, allo stato attuale delle cose, se ne vedono pochi.