Dal 25 aprile del 1945 a quello di quest’anno sono passati anni in cui abbiamo goduto la libertà e la pace. Per questo consideriamola una data di festa per tutti!
Il 25/04/1945 fu la data della liberazione dal nazifascismo di Milano e di tutta l’Italia, ecco come la ricorda un politologo, attivista politico, giornalista e saggista italiano:
Marco Revelli così scrive del 25 aprile: “Ricordo una frase con cui mio padre sintetizzava il passaggio tra le sue due vite: quella culminata con la guerra d’aggressione alla Russia e la tragedia della ritirata, e quella iniziata con la scelta partigiana. Diceva: “Per un po’ non ebbi più fiducia nell’uomo. Poi, con la Resistenza tornai a crederci. Riemergeva la fiducia in un mondo da ricostruire”. Da ricostruire con l’azione, la pratica democratica, ma anche e soprattutto con le parole. Quello a cui lui e gli altri come lui – Primo Levi, Mario Rigoni Stern, coloro che avevano visto il volto della Gorgone e non ne erano stati pietrificati -, dedicarono la propria opera di scrittori. Parole di Giustizia, di Libertà, e soprattutto di PACE, la condizione perché le prime due possano farsi realtà. Quella frase mi è tornata in mente sentendo Papa Francesco dirci che le parole “possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene” E che “dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra”. Perché “Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. A questo messaggio vorrei che fosse dedicato il nostro 25 aprile.”
La lotta partigiana con le sue battaglie per liberare il Paese dal nazifascismo ha impedito che l’Italia fosse trattata come le Germania sconfitta dai vincitori della seconda guerra mondiale.
Io avevo 8 anni il 1° luglio 1944 quando vidi dalla finestra all’alba entrare i partigiani a Camerino e qualche ora dopo in Piazza del Duomo arrivare le camionette degli alleati (un reparto inglese). Mi ricordo che la notte prima non dormimmo per il rumore che facevano i mezzi dei tedeschi che lasciavano la città. Certo, quello fu un giorno che cambiò totalmente la nostra vita familiare, perché finalmente sparì da quel momento in tutti noi la paura che addirittura aveva contagiato anche me bambino.
Avevamo nascoste in casa due persone che se fossero state scoperte finivano d’avanti a un plotone d’esecuzione perché fuggite dalle loro posizioni di militari della Repubblica di Salò e quindi considerate disertori: mio zio carabiniere e mio fratello colpito nel 1943 dal famigerato “bando Graziani” e portato a forza a fare il militare a soli vent’anni che, rientrato a Camerino con una licenza per esami, era scappato nascondendosi in casa. Con la liberazione tutta la famiglia acquistò la possibilità di uscire e fare la normale vita sociale, ma in più anche la normale alimentazione che ci garantivano gli ospiti alleati che avevamo in casa.
Infatti, avendo una casa grande, ci furono requisite un paio di camere per farci dormire alcuni sottufficiali quando non erano al fronte. Essi avendo in abbondanza le razioni militari ci permisero di usarne in parte volentieri (conoscemmo per la prima volta alimenti liofilizzati, latte in polvere e il pane bianco in cassetta). Solo quasi un anno dopo la liberazione di Camerino tutta l’Italia è stata liberata dal nazifascismo il 25 aprile 1945 (questa è la data in cui fu liberata Milano) e fu scelta per celebrare la liberazione dell’intero territorio nazionale).
Domenica 27 aprile scorso al teatro argentina di Roma Corrado Augias ha tenuto una conferenza su “1945 – 2025 ottanta anni di libertà”, è stata un’occasione unica per riflettere sulle grandi pagine della nostra storia, guidati dall’acuta analisi e dalla narrazione coinvolgente di Corrado Augias, figura di riferimento del panorama intellettuale italiano.
L’incontro era previsto per le 10 e io avevo prenotato per partecipare, poi per ragioni sconosciute, è stato spostato alle 20 di sera e non ho potuto partecipare. Comunque i miei amici mi hanno riferito che il convegno è stato interessante e coinvolgente, ma era scontato.
Augias, giornalista, scrittore e autore televisivo di riconosciuta autorevolezza, noto anche per la sua capacità di illuminare il passato con uno sguardo critico e appassionato, rendendo accessibili al grande pubblico le dinamiche storiche e politiche, in questo appuntamento speciale con la storia, ha accompagnato i presenti nella riflessione sugli ottant’anni trascorsi dalla Liberazione.
Purtroppo sta spuntando chi, analizzando il momento poco tranquillo che stiamo vivendo e paragonandolo storicamente al passato, sostiene che quando si raggiungono questi limiti l’uomo ha quasi sempre risposto con la guerra il più possibile allargata alle massime potenze mondiali, per far tornare la pace dopo una ulteriore carneficina. Stavolta però c’è una novità rispetto al passato, tutte le grandi potenze possiedono le bombe atomiche e se qualche matto le usasse ci sarebbe il pericolo che l’intera umanità scompaia. Mala tempora currunt!
Il 25 aprile ho letto questa dichiarazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che mi è piaciuta perché credo sia la prima volta che non parli da Capo del suo partito ma si rivolge agli italiani tutti:
“Oggi l’Italia celebra l’ottantesimo Anniversario della Liberazione. In questa giornata, la Nazione onora la sua ritrovata libertà e riafferma la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da settantasette anni sono incisi nella Costituzione repubblicana. La democrazia trova forza e vigore se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto e sulla libertà e non sulla sopraffazione, l’odio e la delegittimazione dell’avversario politico. Oggi rinnoviamo il nostro impegno affinché questa ricorrenza possa diventare sempre di più un momento di concordia nazionale, nel nome della libertà e della democrazia, contro ogni forma di totalitarismo, autoritarismo e violenza politica”.
Il 25 aprile di quest’anno il Presidente Mattarella è stato a Genova alla celebrazione dell’Anniversario della Liberazione, la città che si liberò da sola dal nazifascismo consegnando agli Alleati l’intera guarnigione tedesca.