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IMBECILLI! I TRUFFATORI MASCHERATI DA CROSETTO ERANO IMBECILLI

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
14/02/2025
in EDITORIALI
IMBECILLI! I TRUFFATORI MASCHERATI DA CROSETTO ERANO IMBECILLI
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TE LO LEGGO IO

Sono felice che Massimo Moratti nel giro di qualche giorno sia riuscito a recuperare la somma che aveva versato all’estero su sollecitazione di un truffatore con la voce del Ministro Crosetto.
Sono felice perché tutti quelli che sono stati vittima di analoghe disavventure potranno avere identica fortunata sorte e non si sentiranno più dire, come finora è accaduto in tanti e troppi casi, che “non c’è niente da fare”.
Alla felicità mi vedo costretto ad abbinare la sorpresa.
La narrazione della vicenda è oggettivamente curiosa e può trovare spiegazione solo in una profonda condizione di imbecillità della cricca che ha organizzato e messo in atto la truffa. L’idiozia, però, stride con la arguta dinamica di realizzazione dell’operazione fraudolenta in questione. Si può immaginare credibile il passaggio dalla voce realizzata con l’intelligenza artificiale a leggerezze della più becera stupidità naturale?
I banditi – che ognuno di noi si augura vengano messi in galera (dove secondo la cronaca potranno continuare ad utilizzare telefonini criptati e fare videoconferenze con complici e gang associate) – avrebbero commesso errori che è difficile ritenere possibili e piacerebbe conoscerne il perché.
Normalmente i denari sottratti al malcapitato di turno vengono trasferiti su una carta di credito straniera che – integrata con apposito IBAN – sembra essere un conto corrente ma non lo è. Nell’arco di pochi minuti la somma – opportunamente frazionata – viene spostata su altri conti in altri Paesi, e poi su altri ancora e così per mezza dozzina di volte.
Questa “semina” è naturale e viene pianificata con attenzione e rigore, valutandone ogni dettaglio e cronometrandone le fasi. Non sono in gioco pochi spiccioli e i criminali non lesinano nel predisporre ogni accorgimento per non essere acciuffati.
Il sistema, purtroppo, è congegnato per complicare le attività investigative che si trovano ad avere a che fare con rimbalzi e ramificazioni dei trasferimenti del denaro. La prima richiesta va inoltrata all’Istituto di credito del truffato che – di norma – non può fare nulla in caso di “bonifico istantaneo” che è quello solitamente preteso dai malfattori.
L’efficacia del versamento è immediata e irreversibile come si legge anche sullo schermo del computer o dello smartphone utilizzato dalla vittima.
L’Istituto di credito non può annullare l’improvvida azione e invece fa sapere (ma lo sa anche chi è cascato in trappola) le coordinate di destinazione del bonifico: si scopre che il malloppo è finito all’estero e una volta individuata la banca corrispondente si interviene per bloccare il denaro con apposito provvedimento che coinvolge la Procura della Repubblica e la polizia giudiziaria delegata. La risposta è sempre (non in questa incredibile fattispecie) che il denaro in un batter d’occhio è passato in altre mani, magari “frammentato” con operazioni distinte tra loro verso altri Paesi stranieri. E come nel gioco dell’oca o nel Monopoli, gli investigatori tornano alla casella del “via!”.
Ad ogni passaggio si ricominciano a chiedere informazioni sul bonifico partito da e arrivato a, esibendo il provvedimento giudiziario di sequestro e chiedendo l’esecuzione di quanto ordinato dalla Procura. Ad ogni passaggio, stesso epilogo. I soldi non ci sono più…
Tutto questo con la lentezza che disarma anche i detective più volenterosi, estenuati dalla indispensabile richiesta da far autorizzare ogni volta dalla Procura e dai tempi non proprio immediati delle banche…
Ma stavolta (e auguriamoci sia sempre così) in pochi giorni si è arrivati al recupero del maltolto. A quanto pare i delinquenti che hanno turlupinato Moratti non hanno agito secondo la prassi consolidata, aprendo più conti con altrettanti documenti falsi presentati magari online, e si sono accontentati di ricevere il denaro senza “rimbalzarlo” e aspettando che qualcuno li arrivasse a catturare.
L’auspicio è che la stessa medesima combinazione favorevole capiti anche agli altri truffati che in tutta l’Italia (isole comprese) non mancano davvero!

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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