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IL FUTURO DELLA COMPETIZIONE EUROPEA: QUANTO CI MANCA DRAGHI…

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
10/09/2024
in ECONOMIA
IL FUTURO DELLA COMPETIZIONE EUROPEA: QUANTO CI MANCA DRAGHI…
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TE LO LEGGO IO

Lettura altamente raccomandata, le 69 pagine della parte A, “Una strategia competitiva per l’Europa” e le 328 della parte B, “Analisi di dettaglio e raccomandazioni” che costituiscono il rapporto, curato da Mario Draghi e da lui presentato il 9 settembre scorso: “Il futuro della competizione europea”. Lettura che richiede tempo e non sempre si trova.

Se questo è il caso, vi andiamo a raccontare, riassumendo i punti salienti della premessa, perché il rapporto dice che la situazione per l’Unione Europea è, a dir poco, drammatica.

Partiamo dal prodotto nazionale lordo dell’Europa. Il suo valore, in rapporto a Stati Uniti e Cina, dal 2000 a oggi, è sempre diminuito. Il fossato non ha fatto altro che crescere, ma nell’ultimo quarto di secolo ci si è arrabattati, sono stati trovati dei palliativi e la mancanza di crescita europea è stata vista come un inconveniente.

Oggi è una calamità per un insieme di ragioni.

Il paradigma globale su cui si sono basati i correttivi del recente passato è cambiato. La crescita rapida del commercio globale è cessata. L’Europa ha perso il suo fornitore primario di energia: la Russia. La stabilità geopolitica internazionale sta evaporando. La dipendenza dall’estero è diventata una grave vulnerabilità. Il cambiamento tecnologico sta accelerando.

L’Europa ha perso il treno della rivoluzione digitale spinto da internet e dai miglioramenti di produttività da esso alimentati ed è debole nelle tecnologie emergenti che spingeranno la crescita futura. Non per nulla solo quattro delle 50 aziende globali leader nella tecnologia sono europee.

La popolazione europea diminuisce e non sarà in grado di sostenere la crescita economica. Perché accada si può solo fare affidamento sull’aumento di produttività.

Inoltre si deve digitalizzare e decarbonare l’economia e aumentare la capacità di difesa europea.

L’Europa non ha altra scelta: deve essere più produttiva.

Servono soldi. Gli investimenti devono crescere in modo importante per arrivare, su base annua, al 5 per cento del prodotto nazionale lordo. Situazione mai vista prima. A titolo di confronto, gli investimenti del piano Marshall ammontavano all’1-2 per cento del prodotto nazionale lordo annuo.

Se non si investe, se non aumenta la produttività, non saremo leader nella tecnologia. Non saremo esempio nelle politiche ambientali. Non saremo attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo capaci di finanziare il nostro modello sociale e dovremo ridimensionare le nostre ambizioni. Noi è l’Unione Europea.

L’Europa è di fronte a una sfida esistenziale che coinvolge i suoi valori fondanti: prosperità, uguaglianza, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile.

L’Unione Europea esiste per garantire ai cittadini dei Paesi membri questi diritti. Se non può più farlo, o deve rinunciare ad alcuni di essi, non ha più motivo di esistere.

Opportuno ripeterlo: perché ciò non accada occorre crescere, essere più produttivi, conservando i valori di base di uguaglianza e inclusione sociale.

Esiste un solo modo per farlo: cambiare in modo radicale.

Tre sono le principali aree di intervento. Non si parte da zero in nessuna di esse. Abbiamo ancora dei punti di forza, ma collettivamente stiamo fallendo nel convertirli in industrie produttive e competitive a livello globale.

Occorre ridurre, azzerare la distanza fra l’innovazione europea e quella di Stati Uniti e Cina, specialmente nelle tecnologie di punta.

Si deve ridare dinamismo alla struttura industriale europea, troppo statica, dove nascono e crescono poche nuove aziende, capaci di rompere, modificare i comparti industriali esistenti e sviluppare nuovi motori di crescita.

Negli ultimi cinquant’anni non è nata nemmeno una azienda europea che abbia oggi una capitalizzazione di mercato sopra i 100 miliardi di euro. Invece, tutte le aziende USA con una valutazione attuale sopra i 1000 miliardi, sono state create negli ultimi cinquant’anni. Le aziende europee sono specializzate in tecnologie mature dove il potenziale di innovazione è limitato. Spendono meno in ricerca e sviluppo: 270 miliardi in meno dei loro competitori statunitensi, dato del 2021.

Il problema non è che in Europa manchino idee o ambizione. I talenti ci sono. Gli imprenditori pure. Non siamo capaci di tradurre l’innovazione in prodotti, in mercato. Le aziende innovative che vogliono crescere in Europa sono bloccate da regolamentazioni inconsistenti e restrittive. Tra il 2008 e il 2021, circa il 30 per cento degli “unicorni” nati in Europa, ovvero nuove aziende che sono arrivate ad essere valutate più di un miliardo di dollari, hanno spostato il quartiere generale all’estero, nella maggior parte dei casi negli Stati Uniti.

Occorre ridurre la burocrazia, rendere più efficienti le decisioni per agire con rapidità.  “L’Unione non si coordina laddove è importante e le regole decisionali europee non si sono sostanzialmente evolute con l’allargamento dell’Unione Europea e con l’aumento dell’ostilità e della complessità dell’ambiente globale che dobbiamo affrontare”, ha affermato Draghi.

L’Europa deve smettere di sprecare risorse. La capacità di spesa esiste, ma viene diluita in mille rivoli che non alimentano nulla.

L’Europa non è capace di coordinarsi dove serve.

Vedi la strategia industriale. L’Europa deve dotarsi di una strategia industriale degna di questo nome, ma non è stata capace di coordinarsi in modo costruttivo per farlo. Si legge nel rapporto: “Le strategie industriali oggi, come si vede negli Stati Uniti e in Cina, combinano più politiche, tra cui la politica fiscale, commerciale ed estera. A causa del suo lento e disaggregato processo di elaborazione delle politiche, l’UE è meno in grado di produrre una risposta di questo tipo”.

La domanda chiave che si pone il rapporto è come l’UE possa finanziare i massicci investimenti necessari per la trasformazione della sua economia.

Due sono le risposte fornite.

In primo luogo, mentre l’Europa deve procedere con la sua Unione dei mercati dei capitali, il settore privato non sarà in grado di sostenere la parte del leone nel finanziamento degli investimenti senza il sostegno del settore pubblico.

In secondo luogo, quanto più l’UE sarà disposta a riformarsi per generare un aumento della produttività, tanto più aumenterà lo spazio fiscale e più facile sarà per il settore pubblico fornire questo sostegno.

Per massimizzare la produttività, saranno necessari finanziamenti congiunti per gli investimenti in beni pubblici europei chiave, come l’innovazione distruttiva.

Allo stesso tempo, ci sono altri beni pubblici –difesa o le reti transfrontaliere – che senza un’azione comune non saranno disponibili nelle quantità richieste.

Si deve abbandonare l’illusione che la procrastinazione possa preservare il consenso. In effetti, ha solo prodotto una crescita più lenta e certamente non ha generato consensi. Siamo arrivati ​​al punto in cui, se non si agisce, il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà saranno compromessi.

Affinché una strategia abbia successo (è anche il caso di quanto presentato nel rapporto “Il futuro della competizione europea”) si deve partire dalla valutazione condivisa, non importa quanto dolorosa, del posizionamento, di dove si è, della realtà. Poi occorre definire gli obiettivi prioritari, i rischi da evitare e i compromessi che si è disposti a fare.

Nel caso dell’Unione Europea, le istituzioni, democraticamente elette, devono essere al centro di queste attività perché le riforme possono essere veramente ambiziose e sostenibili solo se godono del sostegno democratico.

Conclude Draghi: “Dobbiamo assumere una nuova posizione nei confronti della cooperazione: rimuovendo gli ostacoli, armonizzando regole e leggi e coordinando le politiche. Ci sono diverse modalità con cui possiamo andare avanti. Ma ciò che non possiamo fare è non andare avanti affatto.

La nostra fiducia nel riuscire ad andare avanti deve essere forte. Mai in passato la dimensione dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla portata delle sfide. L’autoconservazione non è mai stata una preoccupazione così tanto condivisa. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti – e nella nostra unità troveremo la forza per riformare”.

Una grande visione per l’Unione Europea, certamente da condividere.

Già… intanto noi si ha a che fare con l’ipo-visione meloniana che si preoccupa delle deleghe dell’ottimo Fitto.

Melony, ci sei? Ce la fai? Sei connessa?

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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