L’impegno della Regione è testimoniato dal sito istituzionale https://difendiambiente.regione.calabria.it/ in cui – sotto il titolo “Monitoraggio sperimentale delle acque marine” è resa pubblica “un’azione di sorveglianza sulla qualità delle acque da parte della Regione Calabria finalizzata al controllo dell’ecosistema di tutte le coste del territorio”.
Chi si connette a quella pagina web ha modo di scoprire tutto quel che è stato fatto e in particolare acquisire informazioni sulla “Operazione «Mare Calabria»” ovvero “monitoraggio, controllo e studio delle coste calabresi con l’utilizzo di droni”.
Una mappa interattiva visualizza i video delle ricognizioni effettuate e chi guarda con occhio critico la cartina riconosce immediatamente che l’attenzione è concentrata esclusivamente sul litorale tirrenico.
In assenza di didascalie si ha l’impressione che lo sforzo ambientalista escluda la costa jonica, dove a tutt’oggi non sembra essere stata svolta alcuna attività.
Nessuno ha interesse a fare il bagno a Soverato o a Roccella oppure chi si tuffa a Capo Rizzuto non deve avere cognizione della salubrità di quelle acque?
In assenza di opportune didascalie sbocciano le più diverse ipotesi. La Regione Calabria ha a disposizione un solo drone che piano piano sta procedendo nel suo periplo in senso antiorario? Sono finiti i soldi stanziati per la meritoria iniziativa e si potranno riprendere i lavori solo all’arrivo di finanziamenti ad hoc? Lo Jonio sarà preso in considerazione in una prossima stagione anche perché a Siderno, a Corigliano o a Le Castella nessuno finora si è lamentato?
Ci si augura si tratti soltanto di una maldestra esibizione dell’ente locale che – nella fretta di render nota la propria sollecitudine – non ha pensato che certe immagini non adeguatamente “spiegate” potevano innescare reazioni tutt’altro che allineate ai buoni propositi istituzionali.