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CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO: FALCON, DOWNSTRIKE E CIO DISTRATTI

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
22/07/2024
in TECNOLOGIA
CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO: FALCON, DOWNSTRIKE E CIO DISTRATTI
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TE LO LEGGO IO

Come troppo spesso accade, le grandi catastrofi sono il risultato dalla successione di eventi del tutto casuali e altamente improbabili. Venerdì 19 luglio si è verificata una di queste quasi impossibili sequenze, iniziata giovedì notte quando la piattaforma cloud “Azure” di Microsoft è andata fuori servizio. Poi, venerdì mattina, un banale aggiornamento del suo prodotto di sicurezza informatica Falcon, lanciato dall’azienda statunitense di cybersicurezza CrowdStrike, che aveva nel suo codice un errore di programmazione, ha costretto una quantità esagerata di computer di infilarsi in una mortale spirale senza fine di riavvii continui. Diagnosi finale: crash di macchina conosciuto come “Blue Screen of Death”, il mortale schermo blu.

La combinazione dei due eventi ha generato la tempesta perfetta.

Come accennato, la causa di uno di questi due disastri è chiara: errore umano, codice difettoso distribuito come aggiornamento di Falcon, una piattaforma antivirus che rileva su portatili, server e router malware, o attività sospette che potrebbero indicare una compromissione.

Se state leggendo e non siete interessati agli aspetti tecnici, saltate questo paragrafo. Per chi è interessato oppure sta ascoltando, la causa principale dell’arresto anomalo delle macchine è da imputarsi a un singolo file di configurazione.

L’aggiornamento mirava specificamente a modificare il modo in cui Falcon ispeziona le “named pipe” in Windows, una funzionalità che consente al software di scambiare dati tra processi sulla stessa macchina o con altri computer su rete locale. Nessun problema per le macchine che usano OSx o Unix come sistema operativo.

CrowdStrike afferma che l’aggiornamento del file di configurazione aveva lo scopo di consentire a Falcon di individuare un nuovo metodo utilizzato dagli hacker per la comunicazione tra il malware sulle macchine delle vittime e i server di comando e controllo. In un post ha dichiarato: “L’aggiornamento della configurazione ha innescato un errore logico che ha provocato un arresto anomalo del sistema operativo”.

L’incidente ha portato in primo piano i programmi che operano in “background”, nel retrobottega, in particolare quelli che eseguono attività critiche di sicurezza informatica.

Per difendere i computer dagli attacchi questi programmi, come Falcon, vengono aggiornati di continuo con nuove difese man mano che vengono sviluppati nuovi metodi di attacco e sono autorizzati a farlo in automatico.

Un aspetto molto delicato dei software di sicurezza è che devono avere privilegi assoluti sull’intero computer per poter svolgere al meglio i loro compiti. Per individuare ed eliminare virus e altri possibili infestanti hanno accesso al livello più “intimo” dei computer. Se qualcosa non va per il verso giusto, le conseguenze sono di gran lunga maggiori rispetto a quelle che si avrebbero se non funzionasse una qualsiasi altra applicazione, come un foglio di calcolo o la scrittura di testo.

Venerdì 19 luglio 2024 qualcosa non è andato per il verso giusto. Al punto di generare il caso di interruzione di servizio più importante mai registrato. In tutto il mondo, il numero dei mortali schermi blu è aumentato vertiginosamente. L’impatto è stato drammatico.

I sistemi sanitari sono stati paralizzati, costringendo gli ospedali a cancellare gli interventi chirurgici non critici. Negli USA, le linee dei servizi di emergenza sanitaria sono state interrotte in diversi Stati. Problemi sono stati segnalati nel Regno Unito e in Israele.

Stazioni televisive hanno interrotto le trasmissioni di notizie in diretta.

Il sistema del trasporto aereo è stato particolarmente colpito. Enormi code si sono formate negli aeroporti di tutto il mondo: Sydney in Australia, Hong Kong, Dubai, Berlino, Amsterdam. Secondo la Federal Aviation Administration, almeno cinque compagnie aeree statunitensi – Allegiant Air, American, Delta, Spirit e United – hanno temporaneamente sospeso tutti i voli.

United Parcel Service e FedEx hanno dichiarato di essere state colpite. I clienti di TD Bank, una delle più grandi degli Stati Uniti, hanno segnalato problemi di accesso ai propri conti online. Diversi tribunali statali e municipali, sempre in USA, hanno fermato le loro attività.

Una situazione catastrofica che riflette la fragilità e la profonda interconnessione di Internet, il che non è certo una sorpresa. Chi si occupa di sicurezza digitale l’aveva prevista, cercando anche di mettere a punto con i clienti soluzioni che li proteggessero da crisi generate proprio dai software di difesa a seguito di sfruttamento criminale o di errore umano, come nel caso di CrowdStrike.

La capacità di un semplice aggiornamento di innescare un’interruzione così massiccia, peggiore di un ben eseguito attacco informatico, lascia comunque perplessi. CrowdStrike rappresenta il 14 per cento del mercato dei software di sicurezza in termini di entrate e quindi il suo software è presente su una vasta gamma di sistemi, ma non abbastanza. Deve essere successo dell’altro. L’aggiornamento Falcon deve aver innescato crash anche in altre parti dell’infrastruttura web, con un micidiale effetto moltiplicatore.

Abbiamo assistito a un effetto a cascata, una reazione a catena? Causata da cosa e perché? Per ora sono solo, sospetti da approfondire, per capire cosa sia effettivamente successo.

Nel giro di poche ore CrowdStrike ha messo a punto una soluzione per impedire ai computer di riavviarsi all’infinito. Peccato che sia utilizzabile solo dalle macchine connesse al cloud. Le altre necessitano di una correzione fisica dell’errore. In altre parole occorre spegnere il computer, riavviarlo in modalità provvisoria, cancellare il file incriminato e fare ripartire il tutto. Nulla di particolarmente complicato, ma su larga scala ci possono volere settimane.

Questo evento genera anche domande che richiedono urgenti risposte su quali siano le responsabilità dei produttori di software in caso di gravi interruzioni e incidenti di sicurezza informatica.

Attualmente le conseguenze di interruzioni significative sono minime e le aziende non sono motivate ad apportare cambiamenti radicali. Se produco automobili con freni difettosi le sanzioni sono così severe che rischio la chiusura. Se il mio software è difettoso, rilascio aggiornamento e vado avanti.

Lezioni che si possono e devono imparare da questa storia.

In primo luogo, ricordarsi, come diceva Andy Grove, fondatore e proprietario di Intel, che solo i paranoici sopravvivono. Un buon CIO, Chief Information Officer, responsabile di sistemi informatici, deve essere paranoico. La catastrofe è sempre dietro l’angolo. Murphy e le sue leggi sempre in agguato. La spada digitale di Damocle è sempre precariamene incombente sul cranio.

Poi occorre avere un approccio strategico, il che vuol dire avere un piano che, in funzione degli obiettivi da realizzare, definisce l’uso ottimale delle risorse disponibili per conseguire predeterminati risultati in un lasso di tempo rigidamente fissato.

Nella fattispecie, per prevenire future interruzioni dei servizi digitali occorre:

  1. Gestire gli aggiornamenti

Svolgere, in vari ambienti e configurazioni, rigorosi test pre-implementazione per rilevare potenziali problemi. Vivamente consigliato l’utilizzo di ambienti di prova (staging) che replicano le configurazioni di produzione. Da includere test automatizzati, test manuali e test di regressione per garantire che i nuovi aggiornamenti non interferiscano con le funzionalità esistenti.

  1. Implementazione graduale per mitigare i rischi

Aggiornare, in fasi, piccoli gruppi per monitorare e risolvere i problemi prima della distribuzione su vasta scala. Fondamentale garantire che siano in atto solide procedure di rollback (marcia indietro) per ripristinare rapidamente una versione stabile in caso di problemi. Un eventuale rollback automatizzato migliora ulteriormente questa tattica, consentendo un ripristino rapido, senza un intervento manuale significativo.

  1. Monitoraggio e risposta agli incidenti

Utilizzare strumenti di monitoraggio avanzati e allerta in tempo reale per individuare i problemi non appena si verificano. Indispensabile avere piani dettagliati di risposta agli incidenti con protocolli chiari per la rapida identificazione, isolamento e risoluzione dei problemi. Questi piani devono includere l’analisi delle cause profonde e le revisioni post-incidente per migliorare continuamente le strategie di risposta.

  1. Diversificare

La diversificazione delle soluzioni migliora la resilienza complessiva. L’implementazione di meccanismi di ridondanza garantisce che i sistemi critici rimangano operativi anche in caso di guasto di un componente. L’adozione di un’infrastruttura ibrida o multi-cloud può ridurre significativamente il rischio di un singolo punto di errore distribuendo i carichi di lavoro su più ambienti, migliorando la ridondanza, la flessibilità e le capacità di ripristino di emergenza. Il bilanciamento del carico e la distribuzione geografica delle risorse possono mitigare ulteriormente i rischi associati ai guasti localizzati.

  1. Valutare continuamente la resilienza delle infrastrutture e i piani di ripristino di emergenza

Approccio proattivo che garantisce che i sistemi siano preparati a gestire efficacemente le interruzioni future. Occorre testare regolarmente i piani di ripristino di emergenza attraverso esercitazioni simulate per identificare punti deboli e aree di miglioramento.

La collaborazione con fornitori affidabili, sfruttando le loro competenze e risorse, migliora ulteriormente la preparazione e le capacità di risposta.

Nulla di nuovo sotto il sole. Queste cinque tattiche non sono certo una novità. Peccato però che servano interruzioni come quella di venerdì 19.7.24 a ricordare la loro importanza.

Un ultimo consiglio: verificate di averle in posto in azienda e state attenti: le distrazioni costano care.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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