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Home CHIACCHIERE ARTIFICIALI

QUINTA PROMESSA NON MANTENUTA DALLA DEMOCRAZIA: IL POTERE INVISIBILE – SECONDA PARTE

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
02/06/2024
in CHIACCHIERE ARTIFICIALI
LA PRIMA PROMESSA MANCATA DELLA DEMOCRAZIA E L’INDIVIDUO SOVRANO
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TE LO LEGGO IO

Ogni promessa è debito. Andiamo a parlare delle minacce conseguenti alla quinta promessa non mantenuta dalla democrazia, secondo Bobbio. Riprendiamo dalle teorie degli “arcana imperi” secondo le quali è lecito allo Stato ciò che non è lecito ai privati cittadini e pertanto lo stato è costretto, per non dare scandalo, ad agire in segreto, ma la democrazia, per esistere, richiede la trasparenza, il controllo pubblico.

Scrive Bobbio: “Inutile dire che il controllo pubblico del potere è tanto e più necessario in un’età come la nostra in cui gli strumenti tecnici di cui può disporre chi detiene il potere per conoscere capillarmente tutto quel che fanno i cittadini è enormemente aumentato, è praticamente illimitato. Se ho manifestato qualche dubbio che la computer-crazia possa giovare alla democrazia governata, non ho alcun dubbio sul servizio che può rendere alla democrazia governante.

L’ideale del potente è sempre stato quello di vedere ogni gesto e di ascoltare ogni parola dei suoi soggetti (possibilmente senza essere visto né ascoltato). Questo ideale oggi è raggiungibile. Nessun despota dell’antichità, nessun monarca assoluto dell’età moderna, pur circondato da mille spie, è mai riuscito ad avere sui suoi sudditi tutte quelle informazioni che il più democratico dei governi può attingere dall’uso di cervelli elettronici.

 

La vecchia domanda che percorre tutta la strada del pensiero politico: “Chi custodisce i custodi?”, oggi si può ripetere con quest’altra formula: “Chi controlla i controllori?” Se non si riuscirà a trovare una risposta adeguata a questa domanda, la democrazia, come avvento del governo visibile, è perduta.

Più che di una promessa non mantenuta, si tratterebbe in questo caso addirittura di una tendenza contraria alle premesse.

La tendenza non già verso il massimo controllo del potere da parte dei cittadini, ma al contrario verso il massimo controllo dei sudditi da parte del potere.”

Nel 2006 Franca Rame, attrice teatrale, drammaturga e politica italiana, si candida al Senato della Repubblica Italiana e viene eletta tra le file di Italia dei Valori. Due anni dopo si dimette dichiarando che: “Le istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta o sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato.”

Opportuno evidenziare la frase: “espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato”. Affermazione che non implica di certo che sia visibile e trasparente, sia il partito, sia il gruppo di interesse.

Quanti sanno come funziona un partito? Rispondere: “chi se ne importa” è una dichiarazione di sudditanza passiva, non di partecipazione democratica.

Non eliminare i poteri occulti, definendo come tali tutti quei poteri di cui non si conosce il funzionamento interno, su cui non si ha alcun controllo, di cui si ha percezione, ma non conoscenza, è la minaccia più grave alla democrazia, è la morte della democrazia.

Il 25 settembre 2022 abbiamo votato (a dire il vero non tutti, solo il 63,9 per cento degli aventi diritto) in occasione delle elezioni politiche. Abbiamo così eletto i nostri rappresentanti che siedono alla Camera e al Senato, i due rami del Parlamento italiano. Già, ma chi sono? Semplice domanda: “Chi è il vostro, il mio rappresentante?”

In altri paesi, USA, Regno Unito, Australia, si sa esattamente chi sia il proprio rappresentante. Si sa dove trovarlo. Ha un ufficio, un indirizzo dove andare. Si può chiedere un appuntamento e si viene ricevuti e ascoltati. Gli si può chiedere cosa stia facendo per voi, per la vostra comunità di appartenenza, per il Paese. Si ha il diritto di fare domande, presentare istanze e si ha il dovere di ascoltare, verificare.

Responsabilità primaria di chi viene eletto nei Paesi di cui sopra è la “accountabiliy”, l’essere “accountable”. Breve ma importante digressione.

Nonostante il termine inglese accountability abbia origine latina (latino tardo ad + computar), non esiste in italiano.

Il verbo to account significa essenzialmente ‘spiegare’, ‘rispondere di qualcosa’, cioè ‘rendere conto’. Il derivato astratto accountability significa la capacità di rendere conto, di spiegare, di rispondere di ciò che si fa. Significa dunque assumersi la responsabilità (questo nome astratto, di origine francese, è etimologicamente collegato proprio al verbo latino respondēre, ‘rispondere’) del proprio operato.

Tuttavia il senso di accountability non è identico a quello di responsabilità. Infatti la accountability è la qualità di chi è responsabile non solo in blocco e in modo indifferenziato (“se sbaglio, pago”), ma anche passo per passo, pronto a fornire spiegazioni per ogni aspetto che compone il proprio agire complessivo. Questo senso composito si applica bene a situazioni complesse, dove la responsabilità non riguardi un evento semplice, ma un processo articolato e organizzato, perché è soprattutto in questo caso che ha senso immaginare un impegno e un assetto organizzativo volti a rendere trasparente, tracciabile, controllabile e giudicabile ciascuno stadio del proprio operato.

Come tradurre dunque questo termine che significa la previa assunzione (spontanea, oppure anche imposta dall’esterno) dell’impegno a rispondere di tutti i passaggi del proprio operato, rendendoli conoscibili, spiegandoli, giustificandoli e sopportando le eventuali conseguenze di una loro messa in discussione o sanzionabilità? (Si ringrazia Edoardo Lombardi Vallauri dell’Accademia della Crusca).

Si lascia alla cura degli interessati trovare la parafrasi ottima per tradurre “accountability” in italiano, anche se non serve. Nessuno lo è, in Italia.

Torniamo alla domanda di cui sopra: “Chi è il vostro, il mio rappresentante?” Io non lo so. Non so a chi posso presentare le mie richieste. Non so chi è responsabile nei confronti dei propri elettori, chi si fa carico di soddisfare il mandato assegnato, assumendosi in prima persona le rivendicazioni, richieste, necessità di chi li ha scelti.

Da noi chi viene eletto interpreta il suo ruolo in modo irresponsabile. Non solo non rispetta gli elettori, ma spesso si dimentica di rispettare le istituzioni. Obiettivo primario è raccogliere consensi. Non politici, ma da stadio. Vedi il recente scambio di battute, epiteti e giudizi fra il Primo Ministro e il Governatore della Campania in occasione di un evento ufficiale, o il turpiloquio diventato prassi comune in occasione delle sedute di Camera e Senato.

Tutto ciò fa male alla democrazia.

Allontana il cittadino dallo Stato, dalle sue istituzioni. Non consente l’attuazione di tre principi fondamentali della Costituzione, contenuti nei suoi primi tre articoli:

  1. Principio democratico (art. 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”);
  2. Riconoscimento dei diritti dell’uomo, tra i quali i diritti politici (art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità), che impone corrispondenti doveri (sempre art. 2: “La Repubblica… richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica”);
  3. Fondamentale compito delle istituzioni è favorire l’esercizio effettivo dei diritti e l’adempimento dei doveri, compresi i diritti e i doveri politici, rimuovendo gli ostacoli al loro esercizio (art. 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che…impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica… del Paese”).

Tutto ciò fa male alla democrazia.

Riduce di molto la credibilità di chi chiede di essere eletto. Non per nulla la partecipazione al voto è in calo continuo.

Leggiamo, dalla Premessa alla Sintesi dei contenuti del Libro bianco “Per la partecipazione dei cittadini”; sottotitolo: “Come ridurre l’astensionismo e agevolare il voto”, a cura del Dipartimento per le riforme istituzionali della Presidenza del Consiglio:

“Il buon funzionamento di una democrazia, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, l’effettiva rappresentatività delle istituzioni stesse dipendono, in primo luogo, dalla partecipazione dei cittadini alle elezioni (e ai referendum).

Un sistema è democratico, infatti, se le decisioni pubbliche (leggi, decreti, altri provvedimenti) sono deliberate direttamente dai cittadini (nei referendum) o da persone che essi hanno scelto, con il loro libero voto, per rappresentarli (nelle elezioni, politiche e amministrative).

 

“… persone che essi hanno scelto, con il loro libero voto, per rappresentarli”. Davvero? Scelti senza nemmeno sapere chi sono?

Nulla viene detto sulla possibilità, o meglio sul diritto/dovere dei cittadini di potere controllare, di chiedere che rispondano del loro operato.

 

Dunque, secondo quanto fino a qui esposto, il nostro sistema non è propriamente democratico. Quando il 36,1 per cento degli aventi diritto, ovvero più di uno su tre elettori, si astiene, non importa se sia astensionismo involontario, per disinteresse verso la politica, o di protesta, c’è molto di nascosto, ma percepito.

C’è altrettanto, se non di più, che non va.

Qualcosa di molto serio e preoccupante.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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