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L’ITALIA SOTTO ATTACCO HACKER? MA MI FACCIA IL PIACERE…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
08/05/2024
in EDITORIALI
L’ITALIA SOTTO ATTACCO HACKER? MA MI FACCIA IL PIACERE…
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TE LO LEGGO IO

Il miglior commento sarebbe stato quello del Principe Antonio De Curtis.

La storia degli hacker che assaltano il nostro Paese è una fandonia. Diciamola meglio: “questa” storia è una fandonia. I pirati informatici – a differenza di tanta altra gente – sono persone serie e non si perdono in certe clamorose cazzate come il mandare in tilt il sito della Premier, quello dei concorsi della GdF o quell’altro di qualche ministero che difficilmente totalizza più di trenta visitatori al giorno…

Se non ci si apre la pagina web della signora, pardon signorina Meloni, credo che si possa sopravvivere con estrema nonchalance, ma – al limite – ci si può chiedere come nel 2024 ancora ci sia qualcuno che riesce a finire KO per attacchi primordiali come il Denial-of-Service…

Una Nazione che si lascia intimorire da quattro ragazzini imbecilli come quelli della combriccola di NoName57(16), è semplicemente un Paese inadeguato. I “webmaster” ridicolmente sodomizzati da piccole canaglie, dovrebbero cambiare mestiere. I “security manager” scoprire una vocazione adulta e ritirarsi a vita monastica in qualche santuario orientale nel Tibet, dove la loro fama li precederà vanificando l’auspicato isolamento.

I problemi sono altri e siccome sono davvero problemi si cerca di parlarne il meno possibile. Ne citiamo uno soltanto, giusto per non infierire nei confronti di chi, sventolata con orgoglio una t-shirt di partito, ha già palesato le sue doti migliori.

Il 23 aprile scorso – e la vicenda risaliva a cinque giorni prima – un mio amico si reca al laboratorio di analisi Proda nel quartiere romano di Montesacro, scatta una fotografia e me la manda.

E’ un avviso ai pazienti (ecco perché si chiamano “pazienti”) con cui si informa che un gruppo di hacker ha fatto una sorta di colonscopia al sistema informatico di una delle principali realtà che fornisce servizi di diagnosi medica cui fanno capo tanti laboratori sul territorio.

Synlab Italia – che come consulenti probabilmente ha i fratelli Grimm – ha inizialmente raccontato la fiaba di aver disattivato i propri sistemi a titolo precauzionale.

L’accumularsi dei ritardi nel consegnare l’esito di analisi cliniche e accertamenti vari non ha solo spazientito chi aspettava una risposta e si era stufato per l’eccessiva attesa, ma ha messo in serio pericolo la vita di quelle persone la cui mancanza di certi risultati rischiava di compromettere gravemente la salute e pregiudicare il futuro.

Il Collodi vedendo – comunicato dopo comunicato – il naso degli informatici allungarsi a dismisura nel parlare di problemi tecnici avrebbe cominciato a pretendere il pagamento delle royalties per la messinscena che ricalcava l’epopea del suo burattino. Ma se c’è un ricatto in corso, non è certo quello del papà di Pinocchio ad impensierire.

Per capire la gravità della situazione bastava leggere il testo diffuso dal management di questa azienda.

“SYNLAB informa tutti i Pazienti e i Clienti di aver subito un attacco hacker ai propri sistemi informatici su tutto il territorio nazionale. In via precauzionale, appena identificato l’attacco e secondo le procedure aziendali di sicurezza informatica, tutti i sistemi informatici aziendali in Italia sono stati immediatamente disattivati”.

La frase di maggior effetto è stata quella con cui Synlab ha dovuto ammettere che “non è in grado attualmente di stabilire quando l’operatività potrà essere ripristinata”.

La banda criminale, questa sì, di BlackBasta è penetrata nel cuore dell’architettura tecnologica di SynLab Italia, ha rubato oltre 1,5 terabyte di dati e poi ha devastato gli archivi elettronici in un atto di barbarie disumano. Le vittime non sono manager e tecnici dell’azienda, ma i pazienti che si sono rivolti a laboratori di analisi che sfruttavano i servizi di chi è stato arrembato dagli hacker.

L’11 maggio scade l’ultimatum. Se Synlab non paga quel che pretendono gli estorsori, informazioni riservatissime saranno riversate online, vendute al miglior offerente o semplicemente divulgate nel “deep web”.

Le conseguenze sono inimmaginabili e non rappresentano altro che la punta dell’iceberg.

Le situazioni di questo genere sono davvero tante e non se ne parla. Meglio far credere che gli hacker hanno impedito per mezz’ora di recarsi in pellegrinaggio sul sito della Premier e che adesso tutto è tornato a funzionare regolarmente…

 

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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