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PROFESSIONISTI VOLONTARI: I NUOVI NOCCHIERI DELL’ECONOMIA IBRIDA

Marco Mastrilli di Marco Mastrilli
24/02/2024
in CITTADINI E MINORI
PROFESSIONISTI VOLONTARI: I NUOVI NOCCHIERI DELL’ECONOMIA IBRIDA
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TE LO LEGGO IO

Il confine tra il settore profit e non profit diventa sempre più sfumato e sempre più emerge una nuova figura di inestimabile valore: il professionista volontario (da non confondere con il volontario professionista). Questo cavaliere moderno dell’economia mista non solo sfida le convenzioni tradizionali, ma crea un ponte solidale tra due mondi apparentemente opposti, facilitando un fecondo scambio di competenze e visioni. In questo scenario, il ruolo del leader moderno assume una nuova dimensione, richiedendo una serie di skills tanto variegate quanto essenziali, che vanno ben oltre il semplice know-how tecnico o la capacità di ordinare.

Il volontariato professionale non è solo un atto di generosità, ma un vero e proprio catalizzatore di cambiamento. Questi professionisti, armati di competenze e di una profonda etica del lavoro, introducono nelle organizzazioni non profit una ventata di freschezza e innovazione, mentre nel settore profit insufflano principi di responsabilità sociale e sostenibilità. È un’osmosi di valori e pratiche che arricchisce entrambi i settori, promuovendo una visione più olistica del successo organizzativo.

Immaginiamo un Leader 4.0 che si distingue per la sua capacità di navigare tra queste due realtà, fungendo da mediatore e ispiratore. Dotato di una spiccata intelligenza emotiva, è un portatore di ascolto, di comunicazione efficace e gestione dei conflitti. La sua leadership non si impone, ma si propone. Promuove un ambiente in cui idee, competenze e passioni possono liberamente convergere.

Le skills richieste a questi pionieri della nuova era lavorativa sono tanto diverse quanto imprescindibili. Vanno dalla capacità di gestire team eterogenei, sino alla visione strategica e dall’agilità nel problem solving fino alla profonda comprensione delle dinamiche sociali e organizzative.

Il confronto tra i “guardiani tradizionali del potere” e gli “innovatori del comando” rivela un contrasto marcato: mentre i primi si attaccano al dominio con fermezza, quasi in modo ossessivo, dall’altra parte emergono leader rivoluzionari, autentici catalizzatori di progresso, che avanzano con modestia e tenacia verso mete di inclusività ed espansione. Questi pionieri trasformano ostacoli in possibilità, puntando con dedizione alla generazione di valore. La distinzione tra le due filosofie di guida è evidente: resistenza al cambiamento da una parte e dall’altra un impegno per un futuro dove la leadership si misura in termini di visione e impatto.

Ma non dobbiamo dimenticare i complici silenziosi delle gerarchie datate che non sono certo delle mere comparse, ma autentici protagonisti. Maestri nell’arte di nutrire la banalità, questi “paladini della ruggine” operano con una dedizione che rasenta l’eroismo inverso. Bloccano qualsiasi tentativo di rinnovamento, blindando le porte al nuovo e mantengono le organizzazioni in una sorta di sonno criogenico. 

Non si tratta di figuranti in un’opera buffa di Goldoni, ma di pilastri che sostengono il tetto sotto cui prospera la mediocrità. Con un sorriso di circostanza e un cenno d’assenso, garantiscono che la carovana dell’immobilismo prosegua il suo viaggio, indisturbata. Questa dinamica, più che un’esilarante commedia dell’arte, si traduce in un freno reale all’innovazione e al benessere organizzativo, un teatro dell’assurdo ove troppo spesso il riso si congela nel ghigno amaro della demotivazione.

Mentre ci prepariamo a calare il sipario su questa commedia dell’assurdo, con un sorriso malizioso e un’occhiata complice, leviamo i nostri bicchieri in un brindisi velato di sarcasmo. Auguriamo ai nostri eroici retroguardisti e ai loro acclamatori una serena navigazione nelle acque tranquille della loro baia protetta, lontani dalle tempestose maree del cambiamento. Che possano galleggiare felicemente su quelle zattere di inerzia, mentre altri, con un guizzo irriverente e la curiosità di chi guarda già oltre, si lanciamo a capofitto verso diversi orizzonti.

Un cin cin, dunque, alla loro incrollabile dedizione al passato, con l’intima speranza che il loro prossimo trionfo sia nel campionato mondiale del tiro alla fune… contro la marcia inarrestabile del progresso.

Se vi riconoscete in queste righe, potrebbe essere il momento di aggiornare il vostro software interiore.

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Marco Mastrilli

Marco Mastrilli

Ho radici profonde a Roma, città in cui sono nato nel 1964 e dove attualmente vivo e lavoro. La mia formazione accademica è incentrata sulle Scienze Sociali, con una Laurea che ha costituito il fondamento del mio percorso professionale, arricchita con due Master Universitari, uno in Gestione delle Risorse Umane e un altro in Tecniche di Analisi della Persona. La mia carriera ha conosciuto diverse sfaccettature, iniziando con il servizio nell’Arma dei Carabinieri in giovane età che ha rappresentato un’esperienza fondamentale nel mondo delle istituzioni e ha plasmato il mio approccio alla ricerca della verità, alla giustizia e all’informazione accurata. Successivamente ho abbracciato il mondo del business, occupando ruoli di management in ambito multinazionale e sviluppando competenze nel campo del marketing, della comunicazione e delle vendite. Questo background mi ha permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche comunicative in modo approfondito, contribuendo all’acquisizione di competenze che ritengo fondamentali nel giornalismo moderno. Ho avuto il privilegio di scrivere e pubblicare quattro sillogi poetiche che rappresentano un importante riflesso della mia espressione artistica e della mia sensibilità verso l’uso delle parole. Parallelamente alla mia carriera civile, ho conservato un forte legame con le istituzioni, mantenendo attiva la mia partecipazione come ufficiale del Corpo Militare CRI, dove attualmente ricopro il ruolo di Capo Ufficio Operazioni e Addestramento per l’Italia Centrale. Questo impegno mi ha insegnato l’importanza della leadership, della gestione delle emergenze e della solidarietà in situazioni critiche, mantenendo sempre attiva l’attenzione verso la persona e l’umanità che essa sottende. Sono Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma, un riconoscimento che testimonia il mio impegno nel rispettare gli standard etici della professione. La mia passione per la scrittura e la ricerca della verità mi hanno spinto a perseguire questa strada che mi stimola a informare e coinvolgere il pubblico, attraverso articoli che spero contribuiscano a diffondere cultura e consapevolezza nella nostra società. Sono entusiasta di continuare a contribuire alla narrazione informativa e alla diffusione della conoscenza attraverso le pagine di questa rivista.

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