LA RETROMARCIA SU ROMA

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TE LO LEGGO IO

Mentre le cavallette saltellano virtualmente nel nostro piatto e mucche cibernetiche vengono impastate e affettate nei laboratori, i problemi dell’agricoltura restano deliberatamente irrisolti.

Il malcontento furioso è utile. Innanzitutto distrae dagli allarmi quotidiani e in secondo luogo si rivela “cavalcabile” per stordire la serenità collettiva, per promuovere azioni di presunta iniziativa popolare, per millantare operatività e sensibilità dinanzi alle lagnanze di questa o quella categoria in fermento.

E’ successo persino con dubbi e legittime curiosità a proposito delle vaccinazioni, delicata fase della nostra storia in cui l’estremismo ha fagocitato persino chi voleva conoscere le possibili controindicazioni di medicinali somministrati senza una ponderata duratura verifica delle loro conseguenze. Una certa politica ha tramutato gli increduli dei benefici degli antidoti (che hanno frenato l’eccidio in corso) in efferati “black-block” sanitari. Il popolo No-Vax è stato permeato da “agit-prop” che ne hanno pilotato i comportamenti e che hanno alimentato un’ondata di fake news non meno nociva della pandemia.

Finita (fosse vero) l’emergenza “salute”, adesso c’è la fantastica opportunità di sfruttare la solenne incazzatura degli agricoltori, vessati a più riprese e valorizzati solo dalle chiacchiere nei coreografici eventi congressuali e nei ricorrenti proclami elettorali.

Blocchi stradali e invasioni urbane sono una moderna forma di intrattenimento che affianca il Festival di Sanremo e garantiscono la copertura nelle ore in cui le luci sul palco dell’Ariston sono spente.

La disperazione dei lavoratori dell’ex ILVA o dei tanti altri dei troppi contesti su cui sta per abbattersi l’affilata lama della scure dei licenziamenti è sopraffatta dalle performance musicali o dal rombo dei veicoli agricoli.

Le promesse di una imminente soluzione delle questioni rappresentate dalla “classe contadina” potevano essere evitate non dando luogo a quei provvedimenti normativi penalizzanti che hanno infervorato gli animi. Ma non è vero che l’impatto di certe manovre legislative non è stato valutato. Si è fatto probabilmente molto di più, soppesando anche il ritorno di immagine, stima e simpatia conseguente una “retromarcia” istituzionale in grado di rimuovere disposizioni sgradite.

Al volante dei trattori non ci sono solo gli agricoltori, che forse non si sono resi conto che a bordo sono saliti altri interessi.